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Ricorso inammissibile: condanna alle spese e multa

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile avverso una sentenza della Corte d’Appello di Firenze. La decisione sottolinea le conseguenze per il ricorrente, condannato non solo al pagamento delle spese processuali, ma anche a versare una somma di 3.000 euro alla cassa delle ammende, a causa della manifesta infondatezza delle questioni sollevate.

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Pubblicato il 27 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Le Conseguenze della Decisione della Cassazione

L’ordinanza emessa dalla settima sezione penale della Corte di Cassazione offre un chiaro esempio delle conseguenze derivanti dalla presentazione di un ricorso inammissibile. Con questa decisione, la Suprema Corte non solo ha respinto l’appello di un individuo contro una sentenza della Corte d’Appello di Firenze, ma ha anche imposto sanzioni economiche significative, ribadendo un principio fondamentale del nostro sistema giudiziario: l’accesso alla giustizia deve essere esercitato con serietà e fondatezza giuridica.

I Fatti alla Base della Decisione

Il caso ha origine da un ricorso presentato da un individuo, nato nel 1999, avverso una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Firenze in data 13 marzo 2025. Non disponendo dei dettagli specifici del merito della causa originaria, il focus dell’analisi si concentra sulla fase successiva, ovvero l’impugnazione davanti alla Corte di Cassazione. Il ricorrente ha cercato di ottenere l’annullamento della decisione di secondo grado, portando le sue ragioni all’attenzione della Suprema Corte.

La Valutazione del Ricorso Inammissibile da Parte della Cassazione

La Corte di Cassazione, dopo aver esaminato il ricorso, ha emesso un’ordinanza di inammissibilità. Questo tipo di pronuncia è cruciale perché impedisce l’analisi del merito della questione. In pratica, i giudici hanno stabilito che l’appello non superava il vaglio preliminare di ammissibilità, probabilmente perché carente dei requisiti formali richiesti dalla legge o perché basato su motivi palesemente infondati. Di conseguenza, la sentenza della Corte d’Appello di Firenze è diventata definitiva.

Le Motivazioni della Condanna Pecuniaria

La dichiarazione di inammissibilità ha comportato due conseguenze economiche dirette per il ricorrente. In primo luogo, la condanna al pagamento delle spese processuali, un onere standard per la parte soccombente. In secondo luogo, e più significativamente, la Corte ha condannato il ricorrente a versare la somma di 3.000 euro in favore della Cassa delle ammende. La motivazione di questa sanzione, come si legge nell’ordinanza, risiede nelle “questioni dedotte”, indicando che la Corte ha ritenuto le argomentazioni del ricorso talmente deboli o pretestuose da giustificare una sanzione aggiuntiva. Questa misura funge da deterrente contro l’abuso dello strumento processuale e il congestionamento del sistema giudiziario con impugnazioni prive di fondamento.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche dell’Ordinanza

Questa ordinanza è un monito importante per chiunque intenda adire la Corte di Cassazione. Evidenzia che un’impugnazione non è un tentativo privo di rischi. Un ricorso inammissibile non solo non porta al risultato sperato, ma espone a costi certi e potenzialmente elevati. La sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende non è automatica, ma viene calibrata dai giudici in base alla manifesta infondatezza o alla negligenza con cui è stato redatto l’atto. Pertanto, la decisione sottolinea la necessità di una valutazione legale approfondita prima di intraprendere un ricorso in Cassazione, per assicurarsi che vi siano solidi motivi di diritto a sostegno dell’impugnazione.

Cosa significa quando un ricorso viene dichiarato inammissibile?
Significa che la Corte non entra nel merito delle questioni sollevate perché l’atto di ricorso non soddisfa i requisiti previsti dalla legge, come ad esempio la presentazione fuori termine o la mancanza di motivi validi. La sentenza impugnata diventa definitiva.

Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso inammissibile?
Il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma di denaro alla Cassa delle ammende. Quest’ultima è una sanzione pecuniaria che la Corte determina in modo equitativo.

Perché il ricorrente è stato condannato a pagare 3.000 euro?
La Corte ha ritenuto equa tale somma “in ragione delle questioni dedotte”, ovvero sulla base della valutazione della palese infondatezza o pretestuosità dei motivi presentati nel ricorso, che hanno causato un inutile dispendio di risorse giudiziarie.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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