LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Ricorso inammissibile: condanna alle spese e multa

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile presentato da quattro individui contro una sentenza del Giudice dell’Udienza Preliminare. Di conseguenza, i ricorrenti sono stati condannati in solido al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria di 4.000 euro ciascuno a favore della Cassa delle ammende, come previsto dall’articolo 616 del codice di procedura penale in assenza di motivi di esonero.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 25 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Le Conseguenze Economiche secondo la Cassazione

Quando si presenta un ricorso alla Corte di Cassazione, è fondamentale che questo rispetti tutti i requisiti previsti dalla legge. In caso contrario, si rischia una declaratoria di ricorso inammissibile, una decisione che non solo preclude l’esame nel merito della questione, ma comporta anche significative conseguenze economiche. Un’ordinanza recente della Suprema Corte illustra chiaramente questo principio, condannando quattro ricorrenti al pagamento delle spese e di una cospicua sanzione pecuniaria.

I Fatti del Caso

La vicenda trae origine dalla decisione di quattro persone di impugnare una sentenza emessa dal Giudice dell’Udienza Preliminare del Tribunale di Imperia. I quattro individui hanno presentato distinti ricorsi alla Corte di Cassazione, cercando di ottenere l’annullamento del provvedimento a loro sfavorevole.

La Decisione della Corte e le conseguenze del ricorso inammissibile

La Corte di Cassazione, dopo aver esaminato gli atti, ha emesso un’ordinanza con cui ha dichiarato tutti i ricorsi proposti come inammissibili. Questa decisione non è entrata nel merito delle argomentazioni dei ricorrenti, ma si è fermata a una valutazione preliminare che ha riscontrato la mancanza dei presupposti necessari per procedere a un esame più approfondito.

La conseguenza diretta di tale declaratoria è stata l’applicazione dell’articolo 616 del codice di procedura penale. La norma stabilisce che, in caso di inammissibilità del ricorso, la parte privata che lo ha proposto viene condannata al pagamento delle spese del procedimento. Ma non è tutto.

Le Motivazioni

La Corte ha motivato la propria decisione richiamando un consolidato orientamento giurisprudenziale. Secondo i giudici, la condanna al pagamento delle spese processuali è un effetto automatico della dichiarazione di inammissibilità. Oltre a ciò, la legge prevede l’irrogazione di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende.

Questa seconda condanna non è facoltativa: scatta a meno che non emergano specifiche ‘ragioni di esonero’, che nel caso di specie non sono state ravvisate. La Corte ha quindi quantificato la sanzione pecuniaria nella somma di quattromila euro per ciascuno dei quattro ricorrenti. La motivazione sottolinea che la sanzione ha lo scopo di scoraggiare la presentazione di impugnazioni palesemente infondate o dilatorie, che gravano inutilmente sul sistema giudiziario.

Le Conclusioni

L’ordinanza in esame ribadisce un principio cruciale nella procedura penale: l’impugnazione è un diritto da esercitare con serietà e cognizione di causa. Un ricorso inammissibile non è un tentativo andato a vuoto, ma un atto che comporta precise responsabilità economiche. La condanna al pagamento di una somma significativa, come i quattromila euro stabiliti in questo caso, serve da monito per i futuri ricorrenti e i loro difensori. È un invito a valutare attentamente i presupposti e le ragioni del ricorso prima di adire la Suprema Corte, per evitare di incorrere in sanzioni che si aggiungono all’esito negativo del giudizio.

Cosa succede quando un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Quando un ricorso è dichiarato inammissibile, la parte che lo ha proposto viene condannata, per legge, al pagamento delle spese del procedimento e, in assenza di specifiche ragioni di esonero, anche al versamento di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende.

A quanto ammonta la sanzione pecuniaria in questo caso e a chi deve essere pagata?
Nel caso specifico, la sanzione pecuniaria è stata fissata in euro quattromila per ciascuno dei ricorrenti. La somma deve essere pagata in favore della Cassa delle ammende.

La sanzione pecuniaria è sempre prevista in caso di ricorso inammissibile?
Sì, la condanna al pagamento di una sanzione pecuniaria è una conseguenza prevista dalla legge (art. 616 cod. proc. pen.) in caso di inammissibilità. L’unico modo per evitarla è la sussistenza di ‘ragioni di esonero’, che però la Corte, nel caso di specie, non ha ritenuto esistenti.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati