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Ricorso inammissibile: condanna alle spese e multa

La Corte di Cassazione, con ordinanza del 24 giugno 2025, ha dichiarato un ricorso inammissibile perché basato su una contestazione generica. A seguito di questa decisione, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria di tremila euro a favore della Cassa delle ammende, come previsto dall’articolo 616 del codice di procedura penale.

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Pubblicato il 25 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Quando la Genericità Costa Cara

Presentare un ricorso in Cassazione richiede precisione e il rispetto di specifici requisiti di legge. Quando questi mancano, il rischio non è solo il rigetto, ma una declaratoria di ricorso inammissibile con conseguenze economiche significative. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ce lo ricorda, condannando un ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una cospicua sanzione pecuniaria a causa della genericità delle sue motivazioni.

I Fatti del Caso: dalla Corte d’Appello alla Cassazione

La vicenda trae origine da una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Firenze in data 15 aprile 2024. Avverso tale decisione, l’imputato proponeva ricorso per Cassazione. Tuttavia, l’impugnazione è stata giudicata dalla Suprema Corte come una mera e generica contestazione, priva di argomentazioni specifiche e pertinenti in grado di mettere in discussione la decisione del giudice di secondo grado.

Il ricorso, infatti, si limitava a contestare in modo vago le condizioni soggettive che avevano portato all’applicazione di una determinata misura, senza però articolare censure specifiche e fondate in diritto, come richiesto per l’accesso al giudizio di legittimità.

La Decisione della Cassazione: la severità sul ricorso inammissibile

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione, con l’ordinanza del 24 giugno 2025, ha tagliato corto, dichiarando il ricorso inammissibile. La Corte ha rilevato che le doglianze sollevate dal ricorrente erano del tutto generiche e non idonee a scalfire il ragionamento logico-giuridico della sentenza impugnata. Questo vizio procedurale ha impedito ai giudici di entrare nel merito della questione.

Le Motivazioni della Condanna

La conseguenza diretta di una declaratoria di inammissibilità è disciplinata dall’articolo 616 del codice di procedura penale. Questa norma prevede che la parte che ha proposto un ricorso dichiarato inammissibile sia condannata al pagamento delle spese del procedimento. Ma non solo: la legge prevede anche il pagamento di una somma di denaro a favore della Cassa delle ammende, a titolo di sanzione pecuniaria, a meno che non emergano specifiche ragioni di esonero, che in questo caso non sono state ravvisate. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma pari a tremila euro.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale del nostro ordinamento processuale: il ricorso per Cassazione non è un terzo grado di giudizio nel merito, ma un controllo sulla corretta applicazione della legge. Pertanto, ogni impugnazione deve essere fondata su motivi specifici, chiari e pertinenti. Un ricorso inammissibile, perché generico o manifestamente infondato, non solo non produce alcun risultato utile per il ricorrente, ma comporta anche conseguenze economiche rilevanti. La decisione serve da monito: la redazione di un atto di impugnazione richiede la massima diligenza e professionalità per evitare di incorrere in sanzioni che aggravano ulteriormente la posizione processuale.

Cosa succede se un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
In base alla decisione e all’art. 616 c.p.p., la parte che ha proposto il ricorso viene condannata al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende.

Perché il ricorso in questo caso è stato ritenuto inammissibile?
Il ricorso è stato considerato inammissibile perché si risolveva in una ‘generica contestazione’ delle condizioni soggettive per l’applicazione di una misura, senza presentare motivi specifici e legalmente validi.

Qual è la base normativa per la condanna alle spese e alla sanzione?
La condanna del ricorrente al pagamento delle spese e della sanzione pecuniaria si fonda sull’articolo 616 del codice di procedura penale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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