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Ricorso inammissibile: condanna alle spese e multa

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile avverso una sentenza del Tribunale. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato, ai sensi dell’art. 616 c.p.p., al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria di 4.000 euro a favore della Cassa delle ammende, confermando le gravi conseguenze di un’impugnazione proceduralmente viziata.

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Pubblicato il 25 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile in Cassazione: le Conseguenze Economiche per il Ricorrente

Presentare un appello in Corte di Cassazione è l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento, una fase delicata che richiede il massimo rigore formale e sostanziale. Quando un’impugnazione non rispetta i criteri previsti dalla legge, viene dichiarata inammissibile, con conseguenze economiche significative per chi l’ha proposta. Un’ordinanza recente della Suprema Corte ci offre un chiaro esempio di come un ricorso inammissibile si traduca non solo in una sconfitta processuale, ma anche in una condanna al pagamento di spese e sanzioni.

Il Caso in Esame: Appello contro una Sentenza del Tribunale

La vicenda trae origine dal ricorso presentato da un imputato avverso una sentenza emessa dal Tribunale di Cremona. L’individuo, ritenendo ingiusta la decisione di primo grado, ha deciso di adire la Corte di Cassazione per ottenere la riforma della pronuncia. Il caso è stato assegnato alla Settima Sezione Penale per la trattazione.

La Decisione della Corte: un Ricorso Inammissibile

Dopo aver esaminato gli atti, la Corte di Cassazione ha emesso un’ordinanza con cui ha dichiarato il ricorso inammissibile. Questo significa che i giudici non sono nemmeno entrati nel merito della questione, ovvero non hanno valutato se le ragioni del ricorrente fossero fondate o meno. La decisione si è fermata a un livello preliminare, riscontrando un vizio che ha impedito la prosecuzione del giudizio. Sebbene l’ordinanza non dettagli i motivi specifici dell’inammissibilità, essa fa riferimento a precedenti giurisprudenziali che sottolineano l’importanza di indicare in modo tassativo e specifico i motivi dell’impugnazione.

Le Motivazioni della Condanna: l’Applicazione dell’Art. 616 c.p.p.

La conseguenza diretta e inevitabile della dichiarazione di inammissibilità è l’applicazione dell’articolo 616 del codice di procedura penale. Questa norma stabilisce che la parte privata che ha proposto un ricorso dichiarato inammissibile deve essere condannata al pagamento delle spese del procedimento.

In aggiunta, la legge prevede il versamento di una somma di denaro alla Cassa delle ammende, un ente che finanzia progetti di reinserimento per i detenuti. L’importo di questa sanzione pecuniaria viene stabilito dal giudice in base alla gravità della colpa nella determinazione della causa di inammissibilità.

Nel caso specifico, la Corte ha ritenuto di condannare il ricorrente al pagamento di una somma di quattromila euro, specificando che non sono emerse ‘ragioni di esonero’, ovvero circostanze eccezionali che avrebbero potuto giustificare la mancata applicazione della sanzione.

Le Conclusioni: l’Importanza di un Ricorso Ben Fondato

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale del diritto processuale penale: impugnare una sentenza è un diritto, ma deve essere esercitato con la dovuta perizia e nel rispetto delle regole. Un ricorso inammissibile non è solo inefficace per tutelare le proprie ragioni, ma comporta anche sanzioni economiche rilevanti. La condanna al pagamento delle spese processuali e della sanzione a favore della Cassa delle ammende funge da deterrente contro impugnazioni presentate in modo superficiale o dilatorio. Pertanto, è cruciale affidarsi a una difesa tecnica competente che possa valutare attentamente i presupposti e le modalità del ricorso, per evitare di incorrere in una declaratoria di inammissibilità e nelle sue onerose conseguenze.

Cosa succede quando un ricorso penale in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Secondo l’art. 616 del codice di procedura penale, la parte che ha presentato il ricorso viene condannata al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma di denaro, a titolo di sanzione pecuniaria, a favore della Cassa delle ammende.

Per quale motivo il ricorrente è stato condannato a pagare 4.000 euro?
Il ricorrente è stato condannato al pagamento di quattromila euro a titolo di sanzione pecuniaria, come previsto dall’art. 616 c.p.p. in caso di ricorso inammissibile. La somma è stata decisa dalla Corte, che non ha ravvisato alcuna ragione valida per esonerare il ricorrente da tale pagamento.

La condanna al pagamento di una sanzione è sempre automatica in caso di ricorso inammissibile?
Sì, la condanna alle spese e alla sanzione pecuniaria è una conseguenza diretta prevista dalla legge. L’ordinanza specifica che non sono emerse ‘ragioni di esonero’, il che suggerisce che solo in circostanze del tutto eccezionali (non presenti in questo caso) si potrebbe teoricamente evitare la sanzione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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