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Ricorso inammissibile: condanna alle spese e multa

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile contro un’ordinanza del Tribunale. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro alla Cassa delle ammende, a causa della colpa nell’aver presentato un’impugnazione irregolare.

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Pubblicato il 25 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Conseguenze Economiche e Profili di Colpa

Presentare un’impugnazione è un diritto fondamentale, ma deve essere esercitato nel rispetto delle regole procedurali. Un ricorso inammissibile non solo impedisce al giudice di esaminare la questione nel merito, ma può comportare significative conseguenze economiche per chi lo propone. Un’ordinanza recente della Corte di Cassazione ci offre un chiaro esempio di come la presentazione di un ricorso irregolare possa tradursi non solo nella condanna alle spese processuali, ma anche in un’ulteriore sanzione pecuniaria.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine da un ricorso presentato alla Corte di Cassazione avverso un’ordinanza emessa dal Tribunale di Roma. Un soggetto impugnava una decisione del tribunale, cercando di ottenerne la riforma dalla Suprema Corte. La Corte, dopo aver dato avviso alle parti e ascoltato la relazione del Consigliere relatore, ha proceduto alla valutazione preliminare sulla validità dell’impugnazione.

La Decisione della Corte di Cassazione: il Ricorso Inammissibile

La Corte di Cassazione, con ordinanza del 19 giugno 2025, ha messo fine al procedimento dichiarando il ricorso inammissibile. Questa decisione ha avuto due conseguenze dirette e onerose per il ricorrente:

1. Condanna al pagamento delle spese processuali: come prassi in caso di soccombenza, il ricorrente è stato obbligato a farsi carico dei costi del procedimento.
2. Condanna al pagamento di una somma alla Cassa delle ammende: la Corte ha ulteriormente sanzionato il ricorrente con il pagamento di tremila euro a favore della Cassa delle ammende.

Questa seconda condanna non è automatica e merita un’analisi più approfondita, poiché legata a una specifica valutazione della Corte.

Le Motivazioni della Decisione

Il punto centrale della decisione non è il merito della questione che il ricorrente voleva discutere, ma la modalità con cui ha agito. La Corte ha ritenuto che il ricorso inammissibile fosse tale a causa di una “colpa connessa all’irritualità dell’impugnazione”. In altre parole, il ricorso non rispettava le forme o i presupposti richiesti dalla legge per poter essere esaminato.

La Suprema Corte ha basato la propria decisione su un consolidato orientamento giurisprudenziale, richiamando precedenti sentenze e, in particolare, i principi sanciti dalla Corte Costituzionale con la sentenza n. 186 del 2000. Secondo tale principio, quando l’inammissibilità è attribuibile a una negligenza o a un errore grave del ricorrente, scatta una sanzione aggiuntiva. Questa sanzione ha lo scopo di disincentivare impugnazioni presentate in modo avventato o senza il dovuto rispetto delle regole procedurali, che causano un inutile dispendio di risorse per il sistema giudiziario.

La somma di tremila euro è stata determinata in via equitativa dalla Corte, tenendo conto delle questioni sollevate e del grado di colpa ravvisato nell’atto di impugnazione.

Conclusioni: Le Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale: il diritto di impugnazione non è privo di responsabilità. Chi intende presentare un ricorso, specialmente in una giurisdizione superiore come la Cassazione, deve assicurarsi che l’atto sia redatto nel pieno rispetto delle norme procedurali. Un ricorso inammissibile per colpa del proponente non è un evento neutro. Oltre a non ottenere il risultato sperato, si espone al rischio concreto di una condanna al pagamento non solo delle spese legali, ma anche di una sanzione pecuniaria che può essere significativa. Questo serve da monito a intraprendere le vie legali con la dovuta diligenza e preparazione, per evitare di incorrere in costi aggiuntivi e sanzioni che aggravano la propria posizione.

Cosa accade quando un ricorso viene dichiarato inammissibile?
Quando un ricorso è dichiarato inammissibile, il giudice non entra nel merito della questione sollevata. La conseguenza diretta per chi ha presentato il ricorso è la condanna al pagamento delle spese processuali.

Perché il ricorrente è stato condannato anche a pagare una somma alla Cassa delle ammende?
La condanna al pagamento di una somma alla Cassa delle ammende è una sanzione aggiuntiva che scatta quando l’inammissibilità del ricorso è dovuta a una colpa del ricorrente, come nel caso di un’impugnazione presentata in modo irregolare o negligente. La Corte ha ravvisato tali profili di colpa nel caso specifico.

Qual è stata la conseguenza economica totale per il ricorrente?
Il ricorrente è stato condannato sia al pagamento delle spese del processo sia al versamento di una somma specifica di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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