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Ricorso inammissibile: condanna alle spese e multa

La Corte di Cassazione, con ordinanza, ha dichiarato un ricorso inammissibile avverso una sentenza della Corte d’Appello. A seguito di questa decisione, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria di tremila euro in favore della Cassa delle ammende, evidenziando le conseguenze di un’impugnazione priva dei requisiti di legge.

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Pubblicato il 23 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile in Cassazione: le Conseguenze della Condanna

Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione ha ribadito le severe conseguenze economiche derivanti dalla presentazione di un ricorso inammissibile. Questa decisione sottolinea l’importanza di una valutazione attenta dei presupposti legali prima di adire la Suprema Corte, poiché un esito negativo non solo preclude l’esame del merito ma comporta anche sanzioni pecuniarie a carico del ricorrente.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine da un ricorso presentato alla Corte di Cassazione avverso una sentenza emessa dalla Corte di Appello di Bari. Il ricorrente, un individuo nato nel 1982, ha impugnato la decisione di secondo grado sperando in una riforma da parte dei giudici di legittimità. Tuttavia, l’esito del giudizio di Cassazione ha preso una direzione diversa da quella auspicata.

La Decisione della Suprema Corte sul ricorso inammissibile

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione, dopo aver esaminato gli atti e ascoltato la relazione del Consigliere, ha emesso un’ordinanza per definire il procedimento. La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile. Questa statuizione ha impedito ai giudici di entrare nel merito delle questioni sollevate dal ricorrente, fermando il processo a una fase preliminare di valutazione della sua ammissibilità.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte ha basato la sua decisione sulla constatazione che il ricorso non possedeva i requisiti richiesti dalla legge per poter essere esaminato nel merito. Pur non entrando nei dettagli specifici delle carenze del ricorso nel testo dell’ordinanza, la Suprema Corte ha fatto riferimento a consolidati orientamenti giurisprudenziali che delineano chiaramente i confini dell’ammissibilità.

La conseguenza diretta di tale declaratoria, come previsto dal codice di procedura, è la condanna del ricorrente a sostenere due tipi di oneri economici:

1. Il pagamento delle spese processuali: i costi relativi al procedimento svoltosi dinanzi alla Cassazione.
2. Il versamento di una somma alla Cassa delle ammende: una sanzione pecuniaria, fissata nel caso di specie in euro tremila, che ha natura sanzionatoria e mira a scoraggiare impugnazioni manifestamente infondate o dilatorie.

La condanna è una conseguenza automatica della dichiarazione di inammissibilità e non lascia margini di discrezionalità al giudice.

Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche

La decisione in esame rappresenta un importante monito per chiunque intenda impugnare un provvedimento dinanzi alla Corte di Cassazione. Presentare un ricorso inammissibile non è un’azione priva di conseguenze. Oltre all’ovvia delusione per non vedere la propria causa discussa nel merito, il ricorrente si trova ad affrontare un esborso economico significativo. La condanna al pagamento di una somma, come i tremila euro stabiliti in questo caso, funge da deterrente contro la presentazione di ricorsi avventati o privi di adeguato fondamento giuridico. Pertanto, è fondamentale che l’assistenza di un legale qualificato valuti scrupolosamente la sussistenza dei presupposti di ammissibilità prima di intraprendere il giudizio di legittimità, per evitare di incorrere in sanzioni che si aggiungono all’esito negativo del processo.

Cosa comporta la dichiarazione di un ricorso inammissibile da parte della Cassazione?
La dichiarazione di inammissibilità comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria in favore della Cassa delle ammende. In questo caso, la somma è stata fissata in 3.000 euro.

Se un ricorso è inammissibile, la Corte di Cassazione esamina le ragioni del ricorrente?
No, la declaratoria di inammissibilità impedisce alla Corte di esaminare il merito della questione. Il giudizio si ferma alla valutazione dei requisiti formali e sostanziali dell’atto di impugnazione.

Perché viene imposta una sanzione pecuniaria in caso di inammissibilità?
La sanzione pecuniaria ha una funzione deterrente, volta a scoraggiare la presentazione di ricorsi temerari, dilatori o privi dei requisiti di legge, contribuendo così a non appesantire inutilmente il lavoro della Suprema Corte.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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