LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Ricorso inammissibile: condanna alle spese e multa

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile, condannando il ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro alla Cassa delle ammende. La decisione si fonda sulla colpa del ricorrente nella presentazione dell’impugnazione, in applicazione dell’art. 616 c.p.p. e della giurisprudenza costituzionale.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 23 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Le Conseguenze della Colpa del Ricorrente

L’impugnazione di una sentenza è un diritto fondamentale, ma deve essere esercitato nel rispetto di precise regole procedurali. Un ricorso inammissibile non solo non ottiene il risultato sperato, ma può comportare significative conseguenze economiche per chi lo propone. Un’ordinanza recente della Corte di Cassazione ci offre un chiaro esempio di come la negligenza nella presentazione di un ricorso si traduca in una condanna al pagamento delle spese e di una sanzione pecuniaria.

I Fatti del Caso

La vicenda processuale ha origine da un ricorso presentato alla Corte di Cassazione contro una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Milano. Il ricorrente, attraverso il suo legale, ha cercato di ottenere l’annullamento della decisione di secondo grado. Tuttavia, l’atto di impugnazione non ha superato il vaglio preliminare della Suprema Corte.

La Decisione della Corte di Cassazione

Con una breve ma incisiva ordinanza, la settima sezione penale della Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile. Questa declaratoria impedisce alla Corte di entrare nel merito della questione; in altre parole, i motivi sollevati dal ricorrente non sono stati nemmeno esaminati. La conseguenza diretta di questa decisione, come previsto dalla legge, è stata la condanna del ricorrente a sostenere i costi del procedimento e, in aggiunta, a versare una somma di tremila euro alla Cassa delle ammende.

Le Motivazioni: la Colpa del Ricorrente e il Ricorso Inammissibile

Il fulcro della decisione risiede nell’applicazione dell’articolo 616 del codice di procedura penale. Questa norma stabilisce che, in caso di rigetto o di inammissibilità del ricorso, la parte che lo ha proposto è condannata al pagamento delle spese del procedimento. Inoltre, se il ricorso è dichiarato inammissibile, il ricorrente può essere condannato anche al pagamento di una somma in favore della Cassa delle ammende.

La Corte ha sottolineato un principio fondamentale, rafforzato da una storica sentenza della Corte Costituzionale (n. 186/2000): la condanna alla sanzione pecuniaria è giustificata quando l’inammissibilità non è dovuta a fattori esterni, ma è direttamente ascrivibile a ‘colpa’ del ricorrente. Questa colpa può manifestarsi in vari modi: la presentazione di un ricorso fuori dai termini, la mancanza dei requisiti di legge, la proposizione di motivi palesemente infondati o non consentiti in sede di legittimità. In sostanza, l’aver attivato inutilmente la macchina della giustizia suprema, per negligenza o imperizia, comporta una sanzione.

La somma di tremila euro è stata determinata in via ‘equitativa’, tenendo conto della natura dei motivi dedotti, che evidentemente sono stati ritenuti dalla Corte del tutto inadeguati a superare il vaglio di ammissibilità.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza ribadisce un monito importante per tutti gli operatori del diritto e per i loro assistiti. Il ricorso per Cassazione non è una terza istanza di giudizio sui fatti, ma un rimedio straordinario volto a garantire l’uniforme interpretazione e la corretta applicazione della legge. La sua presentazione richiede massima perizia tecnica e una valutazione ponderata delle possibilità di successo. Un ricorso inammissibile non è un tentativo fallito senza conseguenze; al contrario, comporta costi certi e sanzioni pecuniarie che possono essere anche ingenti. La decisione evidenzia, quindi, l’importanza di affidarsi a professionisti competenti che possano valutare con serietà e rigore i presupposti per un’impugnazione, evitando così di incorrere in declaratorie di inammissibilità e nelle relative condanne economiche.

Cosa succede se un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Quando un ricorso è dichiarato inammissibile, la Corte non esamina il merito della questione. Di conseguenza, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e può essere ulteriormente condannato al versamento di una somma di denaro alla Cassa delle ammende.

Perché il ricorrente è stato condannato a pagare una somma aggiuntiva alla Cassa delle ammende?
La condanna al pagamento della somma di tremila euro è scattata perché l’inammissibilità del ricorso è stata considerata ascrivibile a colpa del ricorrente. Questo avviene quando l’impugnazione è presentata senza rispettare i requisiti di legge, attivando inutilmente il sistema giudiziario.

Qual è il fondamento normativo di questa decisione?
La decisione si basa sull’articolo 616 del codice di procedura penale, il quale disciplina le conseguenze economiche del rigetto e dell’inammissibilità del ricorso. La Corte ha inoltre richiamato la sentenza n. 186 del 2000 della Corte Costituzionale, che ha consolidato il principio della condanna pecuniaria in caso di inammissibilità colpevole.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati