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Ricorso inammissibile: condanna alle spese e multa

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile avverso una sentenza della Corte d’Appello di Milano. A seguito di questa decisione, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e a versare una somma di tremila euro alla Cassa delle ammende, confermando le conseguenze negative di un’impugnazione priva dei requisiti di legge.

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Pubblicato il 8 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile in Cassazione: Analisi di una Recente Ordinanza

L’esito di un processo non si decide solo nel merito, ma anche attraverso il corretto svolgimento delle procedure. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ce lo ricorda, dichiarando un ricorso inammissibile e condannando il proponente a significative conseguenze economiche. Questo provvedimento sottolinea l’importanza di presentare impugnazioni che rispettino scrupolosamente i requisiti previsti dalla legge.

I Fatti del Caso

La vicenda processuale trae origine da un ricorso presentato alla Suprema Corte di Cassazione contro una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Milano in data 24 ottobre 2024. Il ricorrente, attraverso il suo legale, ha cercato di ottenere l’annullamento della decisione di secondo grado, portando la questione all’ultimo livello di giudizio.

La Decisione della Corte di Cassazione sul ricorso inammissibile

Con un’ordinanza emessa il 14 aprile 2025, la Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione ha posto fine al percorso legale del ricorrente. I giudici supremi hanno dichiarato il ricorso inammissibile. Questa decisione non entra nel merito della colpevolezza o innocenza dell’imputato, ma si ferma a un livello precedente, quello della validità formale e sostanziale dell’atto di impugnazione stesso.

La conseguenza diretta di tale declaratoria è stata duplice e onerosa per il ricorrente:

1. Condanna al pagamento delle spese processuali: i costi legati al procedimento di Cassazione sono stati posti interamente a suo carico.
2. Versamento alla Cassa delle ammende: è stata disposta la condanna al pagamento di una somma pari a tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

Le Motivazioni della Decisione

L’ordinanza in esame è estremamente sintetica e non esplicita le ragioni specifiche che hanno portato a ritenere il ricorso inammissibile. Tuttavia, in via generale, un ricorso in Cassazione può essere dichiarato tale per diverse cause, previste dal codice di procedura penale. Tra le più comuni vi sono la presentazione fuori termine, la mancanza di motivi specifici consentiti dalla legge (che in Cassazione sono limitati a violazioni di legge e vizi di motivazione), o la proposizione di questioni già decise o che riguardano il merito dei fatti, non riesaminabili in sede di legittimità. Sebbene il documento non lo precisi, la Corte ha evidentemente riscontrato uno di questi vizi, che ha impedito l’analisi del contenuto delle doglianze del ricorrente.

Conclusioni e Implicazioni Pratiche

Questa pronuncia evidenzia un principio fondamentale del diritto processuale: l’accesso alla giustizia è garantito, ma deve avvenire nel rispetto delle regole. Un ricorso inammissibile non solo non porta al risultato sperato, ma comporta anche sanzioni economiche rilevanti. La condanna alla Cassa delle ammende ha una funzione sanzionatoria, volta a scoraggiare impugnazioni presentate in modo avventato o dilatorio. Per i cittadini, ciò si traduce nella necessità di affidarsi a professionisti esperti che possano valutare attentamente i presupposti di un ricorso in Cassazione, evitando così esiti sfavorevoli e costi aggiuntivi.

Cosa significa quando la Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile?
Significa che la Corte non ha esaminato il merito della questione perché l’appello (ricorso) non rispettava i requisiti formali o sostanziali previsti dalla legge. La sentenza impugnata diventa quindi definitiva.

Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso inammissibile in ambito penale?
Il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese del procedimento e, come in questo caso, al versamento di una somma di denaro alla Cassa delle ammende a titolo sanzionatorio, qui quantificata in tremila euro.

La Corte ha spiegato perché il ricorso era inammissibile?
No, l’ordinanza analizzata si limita a dichiarare l’inammissibilità e a stabilirne le conseguenze, senza entrare nel dettaglio delle specifiche ragioni giuridiche che hanno portato a tale decisione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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