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Ricorso inammissibile: condanna alle spese e multa

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile avverso un’ordinanza del Tribunale di Sorveglianza. La decisione ha comportato per il ricorrente la condanna non solo al pagamento delle spese processuali, ma anche a versare una somma di tremila euro alla Cassa delle ammende, a causa di profili di colpa riscontrati nella presentazione dell’impugnazione.

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Pubblicato il 22 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Le Conseguenze Economiche della Colpa del Ricorrente

Presentare un ricorso in Cassazione è un passo delicato che richiede massima attenzione. Un recente provvedimento della Suprema Corte ci ricorda che un ricorso inammissibile può avere conseguenze economiche significative per chi lo propone, specialmente quando emergono profili di colpa. Analizziamo questa ordinanza per comprendere meglio i rischi connessi a un’impugnazione non adeguatamente ponderata.

I Fatti del Caso

Un soggetto proponeva ricorso alla Corte di Cassazione avverso un’ordinanza emessa dal Tribunale di Sorveglianza di Venezia. I dettagli specifici del provvedimento impugnato non sono oggetto della decisione finale, poiché l’attenzione della Corte si è concentrata esclusivamente sulla validità formale e sostanziale del ricorso stesso.

La Decisione della Corte e le conseguenze del ricorso inammissibile

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza del 6 marzo 2025, ha tagliato corto, dichiarando il ricorso semplicemente inammissibile. Questa declaratoria impedisce alla Corte di entrare nel merito della questione.
La decisione non si è fermata qui. La Corte ha condannato il ricorrente al pagamento delle spese processuali e, in aggiunta, a versare la somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende. Questo secondo punto merita un’analisi approfondita, poiché non è una conseguenza automatica dell’inammissibilità.

Le Motivazioni: La Colpa nella Presentazione del Ricorso

Il cuore della decisione risiede nella motivazione che giustifica la sanzione pecuniaria aggiuntiva. La Corte ha specificato che la condanna al pagamento della somma alla Cassa delle ammende è dovuta al fatto che “non esulando profili di colpa nella presentazione del ricorso”. Questo significa che i giudici hanno ravvisato una negligenza o una leggerezza da parte del ricorrente nel proporre l’impugnazione.

La Corte, nel motivare questa sanzione, ha richiamato un principio consolidato, citando una storica sentenza della Corte Costituzionale (n. 186 del 2000). Tale giurisprudenza ha stabilito che la condanna al pagamento di una somma alla Cassa delle ammende in caso di inammissibilità non è una sanzione automatica, ma deve essere giustificata dalla presenza di una colpa del ricorrente. La colpa può consistere, ad esempio, nel proporre un ricorso con argomentazioni palesemente infondate, pretestuose o senza rispettare i requisiti di legge, abusando così dello strumento processuale.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale: l’accesso alla giustizia, specialmente ai suoi gradi più alti, deve essere esercitato con responsabilità. La presentazione di un ricorso inammissibile per colpa non è un atto privo di conseguenze. Oltre alla sconfitta processuale e al pagamento delle spese, il ricorrente si espone a una sanzione economica che può essere anche cospicua.

L’insegnamento pratico è chiaro: prima di intraprendere un’azione legale, e in particolare un ricorso in Cassazione, è indispensabile una valutazione scrupolosa da parte di un legale esperto. È necessario verificare non solo la fondatezza delle proprie ragioni nel merito, ma anche e soprattutto la sussistenza di tutti i presupposti formali e sostanziali per l’ammissibilità dell’impugnazione, al fine di evitare costi imprevisti e sanzioni.

Cosa succede quando un ricorso penale viene dichiarato inammissibile dalla Cassazione?
La conseguenza principale è che la Corte non esamina il caso nel merito. Inoltre, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e, se viene riscontrata una colpa nella presentazione del ricorso, anche al versamento di una somma di denaro alla Cassa delle ammende.

Perché il ricorrente è stato condannato a pagare tremila euro in più rispetto alle sole spese?
Perché la Corte ha ravvisato ‘profili di colpa’ nella presentazione del ricorso. Questa sanzione pecuniaria non è automatica ma viene applicata quando l’impugnazione è presentata in modo negligente o con argomentazioni palesemente infondate, come stabilito dalla giurisprudenza della Corte Costituzionale.

A cosa serve la Cassa delle ammende?
La Cassa delle ammende è un ente pubblico il cui scopo è finanziare progetti e programmi volti al reinserimento sociale dei detenuti. Le somme versate a titolo di sanzione per ricorsi inammissibili contribuiscono a sostenere queste importanti iniziative.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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