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Ricorso Inammissibile: condanna alle spese e multa

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile avverso una sentenza della Corte d’Appello di Bari. A seguito della decisione, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma di 3.000,00 euro. Questo caso evidenzia le severe conseguenze procedurali ed economiche che derivano dalla presentazione di un appello che non rispetta i requisiti di legge.

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Pubblicato il 9 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile in Cassazione: Analisi di un’Ordinanza e le Sue Conseguenze

Presentare un ricorso in Cassazione rappresenta l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento, una fase delicata che richiede il massimo rigore tecnico e procedurale. Quando un appello non soddisfa tali requisiti, si va incontro a una declaratoria di ricorso inammissibile, con conseguenze significative per il ricorrente. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ce ne fornisce un chiaro esempio.

I Fatti Processuali

Il caso in esame trae origine da un ricorso presentato avverso una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Bari in data 11 gennaio 2024. Il ricorrente, cercando di ottenere una riforma della decisione di secondo grado, ha adito la Suprema Corte. Il procedimento si è concluso con un’ordinanza emessa in camera di consiglio, a seguito della relazione svolta dal Consigliere designato e dopo aver dato avviso alle parti coinvolte.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Corte Suprema, con l’ordinanza del 4 aprile 2025, ha tagliato corto, senza entrare nel merito della questione. La decisione è stata netta: il ricorso è stato dichiarato inammissibile. Questa declaratoria non è una semplice formalità, ma un atto che chiude definitivamente la porta a un’ulteriore disamina del caso, cristallizzando la sentenza della Corte d’Appello.

Le motivazioni e le conseguenze di un ricorso inammissibile

L’ordinanza non esplicita le ragioni specifiche dell’inammissibilità, ma possiamo delineare le cause più comuni, come la carenza di motivi specifici, la proposizione di censure di merito non consentite in sede di legittimità o il mancato rispetto dei termini per l’impugnazione. Indipendentemente dalla causa, le conseguenze per il ricorrente sono state pesanti e chiaramente indicate nel dispositivo.

La Corte ha condannato il ricorrente a due pagamenti distinti:
1. Le spese processuali: si tratta dei costi vivi del procedimento di Cassazione, che vengono posti a carico della parte la cui iniziativa si è rivelata infruttuosa.
2. Una sanzione pecuniaria: una somma di 3.000,00 euro da versare in favore della cassa delle ammende. Questa sanzione ha una funzione dissuasiva, volta a scoraggiare la presentazione di ricorsi temerari o palesemente infondati, che sovraccaricano inutilmente il sistema giudiziario.

Le conclusioni: implicazioni pratiche

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale: l’accesso alla Corte di Cassazione è un rimedio straordinario, non una terza istanza di merito. La dichiarazione di ricorso inammissibile non solo sancisce la fine del percorso giudiziario, ma comporta anche un onere economico rilevante. Per chiunque intenda impugnare una sentenza, è cruciale affidarsi a un difensore esperto che possa valutare attentamente i presupposti e i motivi del ricorso, al fine di evitare una declaratoria di inammissibilità e le relative sanzioni.

Cosa significa che un ricorso è dichiarato inammissibile?
Significa che l’atto di impugnazione presenta vizi di forma, di sostanza o di procedura tali da impedire alla Corte di esaminare il merito della questione. La sentenza impugnata diventa quindi definitiva.

Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso inammissibile?
Come stabilito in questa ordinanza, il ricorrente è condannato al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma di denaro, in questo caso 3.000,00 euro, a favore della cassa delle ammende.

La Corte di Cassazione ha valutato se la decisione della Corte d’Appello fosse giusta o sbagliata?
No. La declaratoria di inammissibilità blocca il procedimento a uno stadio preliminare. La Corte non arriva a valutare il contenuto e la fondatezza della sentenza precedente, che per effetto di tale decisione diventa definitiva.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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