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Ricorso inammissibile: condanna alle spese e multa

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile avverso una sentenza di un GIP. A seguito della dichiarazione di inammissibilità, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma di quattromila euro in favore della Cassa delle ammende, non essendo emerse ragioni di esonero.

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Pubblicato il 8 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Le Conseguenze Economiche per il Ricorrente

L’esito di un procedimento giudiziario non si limita alla sola affermazione o negazione di una responsabilità. Un aspetto cruciale, spesso sottovalutato, riguarda le conseguenze procedurali, come nel caso di un ricorso inammissibile. Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale: presentare un ricorso privo dei requisiti di legge non solo ne impedisce l’esame nel merito, ma comporta anche significative sanzioni economiche per chi lo ha proposto. Questa decisione serve da monito sull’importanza di una corretta formulazione degli atti di impugnazione.

I Fatti del Caso

La vicenda trae origine dal ricorso presentato da un imputato avverso una sentenza emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari (GIP) del Tribunale di Lecce. L’imputato, attraverso il suo difensore, aveva sollevato diverse censure contro la decisione di primo grado, lamentando, tra le altre cose, una erronea qualificazione giuridica del fatto e l’illegalità della pena inflitta. Il caso è quindi giunto all’attenzione della Suprema Corte di Cassazione per la valutazione della legittimità del ricorso.

L’Analisi della Corte e la Dichiarazione di Ricorso Inammissibile

La Corte di Cassazione, dopo aver esaminato l’atto di impugnazione, ha concluso per la sua totale inammissibilità. Sebbene l’ordinanza non entri nel dettaglio dei motivi specifici che hanno condotto a tale esito, si può dedurre che le doglianze fossero generiche o non conformi ai rigidi requisiti previsti dalla legge per il ricorso in Cassazione. A supporto di un principio più generale, la Corte ha richiamato una precedente sentenza (n. 28742/2020) che sottolinea come i motivi di ricorso debbano essere specifici e non limitarsi a una critica generale del provvedimento impugnato.

La dichiarazione di ricorso inammissibile rappresenta una barriera procedurale che impedisce ai giudici di entrare nel merito della questione. In pratica, la Corte non valuta se le ragioni dell’imputato siano fondate o meno, ma si ferma a un controllo preliminare sulla validità formale e sostanziale dell’atto di impugnazione.

Le Motivazioni della Decisione

La motivazione principale della condanna economica risiede direttamente nella declaratoria di inammissibilità. Secondo un principio consolidato, la parte che introduce un ricorso inammissibile ha attivato inutilmente la macchina della giustizia, causando un dispendio di tempo e risorse. Per questo motivo, la legge prevede che, in assenza di ragioni che possano giustificare l’errore del ricorrente (ad esempio, una colpa non attribuibile a lui), quest’ultimo debba farsi carico delle conseguenze. La condanna non è solo al pagamento delle spese del procedimento, ma anche al versamento di una somma, in questo caso quantificata in quattromila euro, a favore della Cassa delle ammende, un ente che finanzia progetti per il reinserimento dei detenuti.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche

La decisione in esame ha importanti implicazioni pratiche. Essa evidenzia come la proposizione di un ricorso in Cassazione debba essere attentamente ponderata e fondata su motivi solidi e specifici. Un’impugnazione presentata in modo superficiale o per scopi meramente dilatori non solo è destinata a fallire, ma espone il ricorrente a conseguenze economiche rilevanti. Questo principio funge da deterrente contro l’abuso dello strumento processuale e mira a preservare l’efficienza del sistema giudiziario, garantendo che la Corte Suprema possa concentrarsi sui casi che sollevano questioni di diritto significative.

Cosa succede quando un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Quando un ricorso è dichiarato inammissibile, la Corte di Cassazione non esamina il merito della questione. Di conseguenza, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di denaro alla Cassa delle ammende.

A quanto ammonta la sanzione pecuniaria inflitta in questo caso?
Nel caso specifico, il ricorrente è stato condannato a pagare la somma di quattromila euro in favore della Cassa delle ammende, oltre alle spese del procedimento.

La condanna al pagamento di una somma è automatica in caso di inammissibilità?
Sì, la condanna al pagamento delle spese e di una sanzione pecuniaria è una conseguenza diretta della dichiarazione di inammissibilità del ricorso, a meno che non emergano specifiche ragioni di esonero che, nel caso trattato, non sono state ravvisate.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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