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Ricorso inammissibile: condanna alle spese e multa

La Corte di Cassazione, con ordinanza, ha dichiarato un ricorso inammissibile avverso una sentenza della Corte d’Appello di Roma. In applicazione del codice di procedura penale, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende, evidenziando le severe conseguenze di un’impugnazione che non supera il vaglio preliminare di ammissibilità.

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Pubblicato il 7 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Le Conseguenze della Condanna in Cassazione

Presentare un ricorso in Cassazione è l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento, ma cosa accade quando l’impugnazione non supera il primo vaglio di ammissibilità? Un recente provvedimento della Corte di Cassazione chiarisce le conseguenze economiche di un ricorso inammissibile, che includono non solo il pagamento delle spese processuali, ma anche una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende.

I Fatti del Caso

La vicenda trae origine da un ricorso presentato alla Suprema Corte di Cassazione da un soggetto, nato nel 1984, avverso una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Roma nel maggio del 2024. Il ricorrente, attraverso il suo legale, ha cercato di ottenere l’annullamento della decisione di secondo grado, portando le proprie doglianze all’attenzione dei giudici di legittimità.

La Decisione della Corte e il ricorso inammissibile

La Corte di Cassazione, dopo aver esaminato il ricorso, ha emesso un’ordinanza con cui lo ha dichiarato inammissibile. Questa decisione non entra nel merito delle questioni sollevate dal ricorrente, ma si ferma a un livello preliminare, constatando la mancanza dei presupposti necessari affinché il ricorso potesse essere discusso e deciso nel profondo.
La conseguenza diretta di tale declaratoria è stata duplice: in primo luogo, la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali. In secondo luogo, la Corte ha imposto al ricorrente il versamento di una somma pari a tremila euro in favore della Cassa delle ammende. Questa sanzione pecuniaria ha una funzione dissuasiva, volta a scoraggiare la presentazione di ricorsi palesemente infondati o proposti senza il rispetto delle norme procedurali.

Le Motivazioni della Decisione

La base giuridica della decisione risiede nell’articolo 610, comma 5-bis, del codice di procedura penale. Questa norma disciplina una procedura semplificata e accelerata per la gestione dei ricorsi che appaiono, sin da una prima analisi, privi dei requisiti di ammissibilità. La Corte, ritenendo che il ricorso rientrasse in questa casistica, ha proceduto con una declaratoria di inammissibilità ‘de plano’, ovvero senza una pubblica udienza di discussione, ma sulla base degli atti scritti. La condanna al pagamento della somma in favore della Cassa delle ammende è una conseguenza automatica prevista dalla legge in questi casi, a meno che il ricorrente non riesca a dimostrare di aver agito senza colpa nella determinazione della causa di inammissibilità.

Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale del processo penale: l’accesso alla Corte di Cassazione è un rimedio eccezionale, riservato a casi in cui si lamentano vizi di legittimità ben precisi. La presentazione di un ricorso inammissibile non è priva di conseguenze. Oltre alla delusione per la mancata revisione del caso, il ricorrente si trova a dover sostenere costi significativi. Per i professionisti legali, ciò sottolinea l’importanza di una valutazione rigorosa e preliminare sulla fondatezza e ammissibilità del ricorso, al fine di tutelare al meglio gli interessi del proprio assistito ed evitare sanzioni economiche che possono essere anche ingenti.

Cosa accade quando un ricorso penale in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende.

Qual è la base normativa per la condanna alla sanzione pecuniaria?
La condanna si fonda sull’articolo 610, comma 5-bis, del codice di procedura penale, che prevede specifiche conseguenze per i ricorsi dichiarati inammissibili.

A quanto ammontava la somma che il ricorrente è stato condannato a versare alla Cassa delle ammende in questo caso?
Nel caso di specie, la Corte di Cassazione ha condannato il ricorrente al pagamento della somma di tremila euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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