Ricorso Inammissibile: Le Conseguenze della Decisione della Cassazione
L’ordinanza emessa dalla settima sezione penale della Corte di Cassazione il 5 maggio 2025 offre uno spunto fondamentale per comprendere le conseguenze di un ricorso inammissibile. Quando un’impugnazione non supera il vaglio preliminare della Corte, le implicazioni per il ricorrente non sono neutre, ma comportano precise sanzioni economiche. Analizziamo questo caso per capire meglio la logica del sistema processuale.
Il Contesto del Caso Giudiziario
La vicenda trae origine da un ricorso presentato da un individuo avverso una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Palermo in data 20 settembre 2024. Il ricorrente ha deciso di portare la questione dinanzi alla Corte di Cassazione, l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento, per contestare la decisione dei giudici di merito. L’udienza per la discussione del ricorso è stata fissata per il 5 maggio 2025.
La Decisione della Corte sul Ricorso Inammissibile
La Corte di Cassazione, dopo aver ricevuto il ricorso e udito la relazione del Consigliere designato, ha emesso la sua decisione tramite un’ordinanza. L’esito è stato netto e perentorio: il ricorso è stato dichiarato inammissibile.
Questa statuizione ha due conseguenze dirette e onerose per il ricorrente:
1. Condanna al pagamento delle spese processuali: il soggetto che ha proposto l’impugnazione deve farsi carico dei costi legati al procedimento dinanzi alla Corte.
2. Condanna al pagamento di una somma in favore della Cassa delle ammende: oltre alle spese, la Corte ha inflitto una sanzione pecuniaria di tremila euro.
Le Motivazioni della Sentenza
L’ordinanza in esame è un provvedimento sintetico, che si concentra sulla parte dispositiva (la decisione) senza esplicitare nel dettaglio le ragioni specifiche dell’inammissibilità. Tuttavia, in linea generale, un ricorso inammissibile viene dichiarato tale per vizi che possono essere di natura formale o sostanziale. Tra le cause più comuni vi sono la presentazione del ricorso fuori dai termini di legge, la mancanza di motivi specifici richiesti dalla procedura, oppure la proposizione di censure che non rientrano tra quelle esaminabili in sede di legittimità, come le richieste di una nuova valutazione dei fatti di causa.
La condanna alla Cassa delle ammende, prevista dal codice di procedura penale, ha una funzione sanzionatoria e deterrente. Serve a scoraggiare la presentazione di ricorsi palesemente infondati o dilatori, che sovraccaricano inutilmente il lavoro della Suprema Corte, sottraendo tempo e risorse all’esame di casi meritevoli.
Le Conclusioni
La decisione della Cassazione ribadisce un principio cruciale: l’accesso alla giustizia di ultima istanza deve essere esercitato con responsabilità. La dichiarazione di inammissibilità non è una mera formalità, ma un giudizio che certifica la carenza dei presupposti legali per l’esame del merito del ricorso. Le conseguenze economiche, consistenti nel pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria, rappresentano un monito per chiunque intenda adire la Corte di Cassazione. È pertanto fondamentale che l’assistenza di un legale valuti attentamente i presupposti e le probabilità di successo prima di intraprendere un’impugnazione così delicata, per evitare esiti sfavorevoli e costi significativi per il proprio assistito.
Cosa significa quando un ricorso viene dichiarato inammissibile?
Significa che la Corte di Cassazione non ha esaminato il merito della questione perché il ricorso non rispettava i requisiti formali o sostanziali previsti dalla legge.
Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso inammissibile?
Il ricorrente viene condannato a pagare le spese del procedimento e una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende. In questo caso specifico, la sanzione è stata fissata in 3.000 euro.
Perché viene imposta una sanzione a favore della Cassa delle ammende?
Questa sanzione ha una funzione deterrente, per scoraggiare la presentazione di ricorsi pretestuosi o privi di fondamento che gravano inutilmente sul sistema giudiziario.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 19980 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 19980 Anno 2025
Presidente: NOME
Relatore: COGNOME NOME COGNOME NOME
Data Udienza: 05/05/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
NOME nato a PALERMO il 01/05/2001
avverso la sentenza del 20/09/2024 della CORTE APPELLO di PALERMO
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
168/RG. 4529
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
Letto il ricorso proposto nell’interesse di NOME COGNOME avverso la sentenza epigrafe con la quale è stata confermata la condanna per il delitto di evasione;
esaminati gli atti e il provvedimento impugnato;
che il motivo unico dedotto, sotto articolato, non è consentito dalla legge in se
Ritenuto di legittimità in quanto generico a fronte di una sentenza che, con corretti argomenti giuridi
aderente ai fatti accertati, ha dato atto degli elementi e delle prove su cui ha fondato il gi di responsabilità (pagg. 1-2) e della valutazione relativa al trattamento sanzionatorio anche
riferimento alla recidiva (pagg. 3-4);
pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile, con la condanna delki
Rilevato, ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della
Cassa delle ammende.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende. Così deciso il 5/05/2025