LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Ricorso inammissibile: condanna alle spese e multa

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile avverso una sentenza della Corte d’Appello di Bari. A causa dell’evidente infondatezza e della colpa nel proporre l’impugnazione, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e a versare una sanzione di tremila euro alla Cassa delle ammende, confermando la severità per i ricorsi manifestamente infondati.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 5 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Quando l’Appello Costa Caro

Presentare un ricorso in Cassazione è l’ultimo grado di giudizio, una possibilità cruciale per far valere i propri diritti. Tuttavia, quando l’impugnazione è palesemente infondata, le conseguenze possono essere severe. Un’ordinanza recente della Corte di Cassazione chiarisce che un ricorso inammissibile non solo viene respinto, ma comporta anche una condanna al pagamento delle spese processuali e di una cospicua sanzione pecuniaria.

Il Caso in Esame: Un Appello Respinto in Partenza

Il caso trae origine da un ricorso presentato contro una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Bari nel novembre 2023. Il ricorrente ha deciso di impugnare tale decisione dinanzi alla Suprema Corte di Cassazione. Tuttavia, l’organo giudicante, dopo aver analizzato l’atto, ha ritenuto di non dover nemmeno entrare nel merito della questione, fermandosi a una valutazione preliminare sulla sua ammissibilità.

La Decisione della Corte e il Principio del Ricorso Inammissibile

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, ha dichiarato il ricorso totalmente inammissibile. Questa decisione non si è limitata a chiudere il caso, ma ha attivato le conseguenze previste dall’articolo 616 del codice di procedura penale. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato a due pagamenti distinti:
1. Il pagamento delle spese del procedimento.
2. Il versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

Le Motivazioni della Condanna

La Corte non si è limitata a una semplice declaratoria di inammissibilità. Ha specificato che la decisione si fonda sulla “evidente inammissibilità dell’impugnazione” e sulla presenza di “profili di colpa” in capo al ricorrente. In altre parole, il ricorso non era solo debole, ma manifestamente privo dei presupposti legali per essere anche solo discusso. Questo atteggiamento è considerato dalla giurisprudenza, richiamata nell’ordinanza (tra cui una sentenza della Corte Costituzionale e una precedente della stessa Cassazione), come una condotta colposa che contribuisce ad appesantire inutilmente il sistema giudiziario. La sanzione pecuniaria, quindi, non ha solo una funzione punitiva, ma anche deterrente: scoraggiare la presentazione di appelli temerari o dilatori.

Le Conclusioni

L’ordinanza ribadisce un principio fondamentale della procedura penale: il diritto all’impugnazione deve essere esercitato con responsabilità. Un ricorso inammissibile perché palesemente infondato non è un tentativo legittimo di difesa, ma un abuso dello strumento processuale. La condanna alle spese e alla sanzione a favore della Cassa delle ammende serve a responsabilizzare le parti, spingendole a una valutazione più attenta e ponderata prima di adire la Suprema Corte. Per i cittadini e i loro difensori, questa decisione è un monito chiaro: le impugnazioni devono basarsi su motivi seri e giuridicamente sostenibili, altrimenti il costo della sconfitta può diventare molto più alto del previsto.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
La Corte ha ritenuto l’impugnazione “evidentemente inammissibile”, il che suggerisce che mancasse dei requisiti fondamentali previsti dalla legge per poter essere esaminata nel merito.

Quali sono state le conseguenze economiche per il ricorrente?
Il ricorrente è stato condannato a sostenere due oneri finanziari: il pagamento di tutte le spese processuali e il versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

Su quale base legale è stata imposta la sanzione pecuniaria oltre alle spese?
La sanzione è stata imposta ai sensi dell’art. 616 del codice di procedura penale, in quanto la Corte ha ravvisato “profili di colpa” nel ricorrente per aver presentato un ricorso la cui inammissibilità era palese e manifesta.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati