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Ricorso inammissibile: condanna alle spese e multa

La Corte di Cassazione, con ordinanza, ha dichiarato un ricorso inammissibile avverso una sentenza del Giudice dell’Udienza Preliminare. La decisione si fonda sulla presenza di profili di colpa nella proposizione dell’appello, con conseguente condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende. Questo caso evidenzia le conseguenze di un’impugnazione che non rispetta i requisiti di legge.

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Pubblicato il 4 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile in Cassazione: Quando l’Impugnazione Costa Cara

Presentare un ricorso in Cassazione è l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento, una fase delicata che richiede rigore e fondatezza giuridica. Non tutte le impugnazioni, però, superano il vaglio preliminare della Suprema Corte. Un’ordinanza recente ci offre lo spunto per analizzare il caso di un ricorso inammissibile e le sue dirette conseguenze economiche per il proponente, un tema di fondamentale importanza per chiunque si approcci a un procedimento legale.

I Fatti del Caso Processuale

La vicenda trae origine da una sentenza emessa dal Giudice dell’Udienza Preliminare (GUP) del Tribunale di Roma in data 30 settembre 2024. Avverso tale decisione, la parte soccombente decideva di presentare ricorso direttamente alla Corte di Cassazione, la massima istanza giurisdizionale italiana. Il caso veniva assegnato alla Settima Sezione Penale, che fissava l’udienza per la discussione nel marzo del 2025.

La Decisione della Corte sul Ricorso Inammissibile

All’esito dell’udienza, la Corte di Cassazione non è entrata nel merito delle questioni sollevate dal ricorrente. Al contrario, ha emesso un’ordinanza con cui ha dichiarato il ricorso inammissibile. Questa declaratoria rappresenta una chiusura netta del procedimento: l’impugnazione viene rigettata in via preliminare, senza alcuna analisi delle ragioni di fatto o di diritto esposte. Di conseguenza, la sentenza originaria del GUP di Roma è diventata definitiva e non più contestabile.

Le Motivazioni della Decisione

L’ordinanza, pur essendo sintetica, fornisce un’indicazione chiara sulle ragioni della sanzione economica accessoria. La Corte ha rilevato la sussistenza di ‘profili di colpa nella determinazione delle cause di inammissibilità’. Questa formula standard indica che, secondo i giudici, il ricorso è stato presentato in modo negligente, superficiale o senza i presupposti di legge necessari per essere esaminato. La colpa del ricorrente risiede, quindi, nell’aver attivato il complesso meccanismo della giustizia di legittimità con un atto palesemente non idoneo. L’inammissibilità può derivare da vizi di forma (es. tardività), dalla genericità dei motivi o dalla proposizione di censure che non rientrano tra quelle consentite in sede di Cassazione. In questo caso, tale colpa ha giustificato l’imposizione di una sanzione economica.

Conclusioni: Le Conseguenze Pratiche

La declaratoria di inammissibilità ha comportato due conseguenze economiche significative per il ricorrente. In primo luogo, la condanna al pagamento delle spese processuali, ovvero i costi sostenuti dallo Stato per la gestione del procedimento. In secondo luogo, e ben più rilevante, la Corte ha condannato il ricorrente a versare la somma di tremila euro alla Cassa delle ammende. Questa sanzione pecuniaria non è un risarcimento, ma una vera e propria pena accessoria volta a scoraggiare la presentazione di ricorsi temerari o infondati, che sovraccaricano inutilmente il sistema giudiziario. La decisione ribadisce un principio fondamentale: l’accesso alla giustizia è un diritto, ma il suo esercizio deve essere responsabile e consapevole.

Cosa significa quando un ricorso viene dichiarato inammissibile?
Significa che la Corte non esamina il merito della questione perché l’atto di impugnazione manca dei requisiti formali o sostanziali richiesti dalla legge. La decisione impugnata diventa così definitiva.

Quali sono le conseguenze economiche dirette per chi presenta un ricorso inammissibile?
Come stabilito in questa ordinanza, il ricorrente è condannato al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma di denaro, in questo caso tremila euro, in favore della Cassa delle ammende.

Per quale motivo il ricorrente è stato condannato a pagare una sanzione alla Cassa delle ammende?
La Corte ha ritenuto che vi fossero ‘profili di colpa’ nella presentazione del ricorso, ovvero che l’impugnazione sia stata proposta con negligenza o senza un’adeguata base giuridica, giustificando così l’applicazione di una sanzione pecuniaria per aver gravato inutilmente il sistema giudiziario.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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