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Ricorso inammissibile: condanna alle spese e multa

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile avverso una sentenza del GIP. Di conseguenza, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria di 3.000 euro. L’ordinanza sottolinea le conseguenze economiche dirette di un appello che non supera il vaglio di ammissibilità.

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Pubblicato il 4 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Le Conseguenze Economiche della Decisione della Cassazione

Presentare un’impugnazione contro una sentenza è un diritto fondamentale, ma non è un’azione priva di conseguenze. Un’ordinanza della Corte di Cassazione ci ricorda che un ricorso inammissibile non solo chiude la porta a una revisione del caso, ma apre anche il portafoglio del ricorrente a nuove e significative spese. Analizziamo una decisione che illustra chiaramente questo principio, evidenziando le sanzioni economiche che derivano da un appello che non supera il vaglio preliminare di ammissibilità.

I Fatti del Caso: Un Appello Respinto in Partenza

Il caso in esame ha origine da un ricorso presentato alla Corte di Cassazione avverso una sentenza emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari (GIP) del Tribunale di Termini Imerese. Il ricorrente, un giovane nato nel 1996, ha cercato di contestare la decisione del primo giudice, portando la questione dinanzi alla massima istanza giurisdizionale penale. Tuttavia, il suo tentativo di ottenere una revisione si è scontrato con un ostacolo procedurale insormontabile.

La Decisione della Corte: La Dichiarazione di Inammissibilità del Ricorso

La Corte di Cassazione, dopo aver ricevuto il ricorso e sentito la relazione del Consigliere designato, ha emesso una decisione netta e concisa: il ricorso è stato dichiarato inammissibile. Questa declaratoria non entra nel merito della colpevolezza o innocenza dell’imputato, né valuta la fondatezza delle argomentazioni difensive. Si tratta di una decisione preliminare che attesta la mancanza dei requisiti di forma o di sostanza richiesti dalla legge per poter procedere all’esame dell’impugnazione.

Le conseguenze di un ricorso inammissibile

La conseguenza diretta e automatica di questa decisione è duplice. In primo luogo, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali, ovvero i costi sostenuti dallo Stato per la gestione del procedimento di appello. In secondo luogo, e in aggiunta alle spese, è stato condannato al pagamento di una sanzione pecuniaria di 3.000 euro in favore della Cassa delle ammende. Questa sanzione ha una funzione deterrente, volta a scoraggiare la presentazione di ricorsi palesemente infondati o proposti senza il rispetto delle regole procedurali.

Le Motivazioni: Le Conseguenze Automatiche di un Ricorso Inammissibile

Le motivazioni alla base della condanna alle spese e alla sanzione pecuniaria non risiedono nei fatti del reato, ma nella stessa dichiarazione di inammissibilità. La legge processuale penale stabilisce infatti che, quando un’impugnazione viene giudicata inammissibile, la parte che l’ha proposta deve farsi carico non solo delle spese del procedimento che ha inutilmente attivato, ma anche di una sanzione pecuniaria. La Corte, nel quantificare la sanzione in 3.000 euro, ha esercitato il proprio potere discrezionale, ritenendo tale somma ‘equa’ in relazione al caso specifico. Questa misura serve a responsabilizzare le parti, evitando che i gradi più alti della giustizia vengano congestionati da appelli dilatori o privi dei presupposti legali.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche per chi Impugna una Sentenza

L’ordinanza in esame offre una lezione pratica fondamentale: impugnare una sentenza è un percorso che richiede cautela e una profonda conoscenza delle norme procedurali. Un ricorso inammissibile non è un esito neutro; comporta conseguenze economiche tangibili e immediate. La condanna al pagamento delle spese e della sanzione pecuniaria alla Cassa delle ammende rappresenta un costo aggiuntivo che si somma all’eventuale pena principale. Pertanto, è cruciale affidarsi a un difensore esperto che possa valutare attentamente i presupposti e le probabilità di successo di un’impugnazione, per evitare di incorrere in sanzioni che rendono la situazione processuale ed economica ancora più gravosa.

Cosa succede quando un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Quando un ricorso è dichiarato inammissibile, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese del procedimento e di una sanzione pecuniaria, in questo caso di 3.000 euro, in favore della Cassa delle ammende.

La Corte di Cassazione ha esaminato il merito della questione nel caso di ricorso inammissibile?
No, la dichiarazione di inammissibilità è una decisione preliminare che impedisce alla Corte di esaminare il caso nel merito. Il giudice si ferma alla verifica dei requisiti formali e sostanziali dell’atto di ricorso, senza valutare le ragioni dell’appellante.

A quanto ammonta la sanzione pecuniaria in questo caso e chi ne beneficia?
La sanzione pecuniaria è stata fissata in 3.000 euro. Tale somma è versata alla Cassa delle ammende, un ente pubblico destinato a finanziare programmi per il reinserimento sociale dei detenuti e per il miglioramento delle strutture penitenziarie.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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