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Ricorso inammissibile: condanna alle spese e multa

La Corte di Cassazione, con ordinanza, ha dichiarato un ricorso inammissibile avverso una sentenza della Corte d’Appello. A seguito di questa decisione, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende, confermando le conseguenze negative di un’impugnazione priva dei requisiti di legge.

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Pubblicato il 4 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Le Conseguenze della Decisione della Cassazione

Quando si impugna una sentenza, è fondamentale rispettare precise regole procedurali. Un recente provvedimento della Corte di Cassazione ci offre un chiaro esempio delle conseguenze di un ricorso inammissibile, sottolineando non solo l’impossibilità di ottenere una revisione della decisione, ma anche le significative sanzioni economiche a carico di chi agisce in giudizio senza fondamento. Analizziamo questa ordinanza per comprendere meglio la vicenda e le sue implicazioni pratiche.

I Fatti del Caso

La vicenda processuale ha origine da un ricorso presentato da un cittadino avverso una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Milano in data 24 ottobre 2024. Il ricorrente ha deciso di portare il caso all’attenzione della Suprema Corte di Cassazione, ultimo grado di giudizio, nel tentativo di ottenere una riforma della precedente decisione.

La Decisione della Corte di Cassazione

Dopo aver dato avviso alle parti e ascoltato la relazione del Consigliere designato, la Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione ha emesso un’ordinanza con una decisione netta e definitiva: il ricorso è stato dichiarato inammissibile. Questa declaratoria impedisce alla Corte di entrare nel merito della questione, ovvero di analizzare le ragioni di fatto e di diritto sollevate dal ricorrente, chiudendo di fatto la porta a qualsiasi possibilità di modifica della sentenza impugnata.

Le Motivazioni della Condanna per Ricorso Inammissibile

Il provvedimento in esame, essendo un’ordinanza, è molto sintetico e non entra nel dettaglio delle specifiche ragioni che hanno portato a qualificare il ricorso come inammissibile. Tuttavia, la Corte rileva che, data la sua natura, l’atto deve essere dichiarato tale. Generalmente, un’impugnazione può essere considerata inammissibile per vari motivi, come il mancato rispetto dei termini per la presentazione, la carenza di motivi specifici previsti dalla legge, o vizi di forma.
La conseguenza diretta di questa declaratoria, come stabilito dalla Corte, è duplice. In primo luogo, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali. In secondo luogo, viene condannato al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende. Questa sanzione pecuniaria non ha natura risarcitoria, ma punitiva e dissuasiva, volta a scoraggiare la presentazione di ricorsi palesemente infondati o dilatori che appesantiscono inutilmente il sistema giudiziario.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche

La decisione della Cassazione ribadisce un principio fondamentale della procedura penale: l’accesso alla giustizia deve essere esercitato in modo responsabile. Un ricorso inammissibile non solo si rivela uno strumento inefficace per la tutela dei propri diritti, ma si trasforma in un costo economico tangibile per il ricorrente. La condanna al pagamento delle spese e della sanzione a favore della Cassa delle ammende rappresenta un monito per chiunque intenda adire le vie legali, sottolineando l’importanza di una valutazione attenta e professionale dei presupposti di ammissibilità di un’impugnazione prima di procedere.

Cosa succede quando un ricorso viene dichiarato inammissibile dalla Corte di Cassazione?
Quando un ricorso è dichiarato inammissibile, la Corte non esamina il merito della questione. Il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese del procedimento e, come in questo caso, anche al versamento di una somma di denaro alla Cassa delle ammende.

A quanto ammonta la sanzione pecuniaria inflitta in questo caso?
Il ricorrente è stato condannato al pagamento della somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende, oltre alle spese processuali.

Perché viene imposta una sanzione pecuniaria in caso di inammissibilità?
La sanzione pecuniaria ha una funzione dissuasiva. Serve a scoraggiare la presentazione di ricorsi infondati o presentati senza rispettare le norme procedurali, che causano un inutile dispendio di risorse per il sistema giudiziario.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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