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Ricorso inammissibile: condanna alle spese e multa

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile contro una sentenza della Corte d’Appello. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma di 3.000 euro alla Cassa delle ammende, come previsto dall’art. 616 del codice di procedura penale.

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Pubblicato il 2 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile in Cassazione: Le Conseguenze Economiche per il Ricorrente

Presentare un ricorso in Cassazione è l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento, ma cosa accade quando questo viene giudicato inammissibile? Una recente ordinanza della Suprema Corte chiarisce le conseguenze economiche, confermando che un ricorso inammissibile non è privo di costi. Oltre alla delusione per l’esito, il ricorrente deve affrontare il pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

I Fatti del Caso

La vicenda trae origine da un ricorso presentato alla Corte di Cassazione avverso una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Bari nel maggio 2023. Il ricorrente, cercando di ottenere la riforma della decisione di secondo grado, ha adito la Suprema Corte per far valere le proprie ragioni. Tuttavia, il suo tentativo non ha superato il vaglio preliminare di ammissibilità.

La Decisione della Corte di Cassazione

Con una sintetica ma inequivocabile ordinanza, la settima sezione penale della Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso proposto totalmente inammissibile. La Corte non è entrata nel merito delle questioni sollevate, fermandosi a una valutazione preliminare che ha evidenziato la mancanza dei presupposti necessari per procedere a un esame più approfondito. La conseguenza diretta di questa declaratoria è stata l’applicazione rigorosa delle disposizioni normative previste per tali circostanze.

Le conseguenze di un ricorso inammissibile

La Corte ha condannato il ricorrente non solo al pagamento delle spese del procedimento, ma anche al versamento di una somma determinata in via equitativa, pari a tremila euro, in favore della Cassa delle ammende. Questa decisione non rappresenta una sanzione per il comportamento oggetto del procedimento penale originario, bensì una conseguenza procedurale volta a sanzionare l’aver adito la Corte con un’impugnazione priva dei requisiti di legge, gravando inutilmente il sistema giudiziario.

Le motivazioni

L’ordinanza in esame si fonda su un principio cardine della procedura penale, cristallizzato nell’articolo 616 del codice di procedura penale. Questa norma stabilisce che, in caso di declaratoria di inammissibilità del ricorso, la parte privata che lo ha proposto è tenuta per legge a sostenere i costi del procedimento e a versare una somma alla Cassa delle ammende. La ratio della norma è duplice: da un lato, ristorare lo Stato dei costi di un procedimento inutilmente avviato; dall’altro, fungere da deterrente contro la presentazione di ricorsi palesemente infondati o proposti al di fuori dei casi consentiti. La quantificazione della somma, definita ‘equitativamente’, è rimessa alla discrezionalità della Corte, che la determina tenendo conto delle specificità del caso, pur senza dover fornire una motivazione dettagliata sulla cifra esatta stabilita.

Le conclusioni

Questa pronuncia ribadisce un importante monito per chi intende impugnare una sentenza penale dinanzi alla Corte di Cassazione. È fondamentale che il ricorso sia preparato con la massima diligenza e solo in presenza di vizi di legittimità concreti e specifici. Un ricorso inammissibile non è solo un’occasione persa, ma si traduce in un concreto pregiudizio economico per il ricorrente. La condanna al pagamento delle spese e della sanzione pecuniaria sottolinea la serietà del giudizio di legittimità e la necessità di evitarne un uso dilatorio o strumentale. Pertanto, la valutazione preliminare sulla fondatezza e ammissibilità del ricorso da parte del difensore assume un’importanza cruciale per tutelare gli interessi del proprio assistito.

Cosa succede quando un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
La parte che ha proposto il ricorso viene condannata al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di denaro, determinata dal giudice, in favore della Cassa delle ammende.

Qual è la base giuridica per la condanna alle spese in caso di ricorso inammissibile?
La base giuridica è l’articolo 616 del codice di procedura penale, che prevede espressamente tali conseguenze economiche a carico del ricorrente la cui impugnazione sia dichiarata inammissibile.

A quanto ammonta la somma da versare alla Cassa delle ammende in questo specifico caso?
In questo caso, la Corte di Cassazione ha fissato la somma, in via equitativa, a tremila euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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