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Ricorso inammissibile: condanna alle spese e multa

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile avverso una sentenza della Corte d’Appello di Bari. L’ordinanza sottolinea le conseguenze di un ricorso che non supera il vaglio di ammissibilità, condannando il ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

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Pubblicato il 2 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso inammissibile: le conseguenze economiche della condanna

Quando si presenta un’impugnazione dinanzi alla Corte di Cassazione, è fondamentale rispettare scrupolosamente i requisiti previsti dalla legge. Un recente provvedimento, l’ordinanza n. 21174/2025, ci offre un chiaro esempio delle conseguenze di un ricorso inammissibile, evidenziando non solo la fine del percorso giudiziario ma anche significative sanzioni economiche per il ricorrente.

I fatti del caso

Il caso in esame ha origine da un ricorso presentato alla Suprema Corte di Cassazione da un individuo, a seguito di una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Bari in data 26 marzo 2024. Il ricorrente mirava a ottenere l’annullamento o la riforma della decisione di secondo grado. Tuttavia, il suo tentativo si è scontrato con una valutazione preliminare negativa da parte della Corte.

La decisione della Corte di Cassazione sul ricorso inammissibile

Con una sintetica ma perentoria ordinanza, la settima sezione penale della Corte di Cassazione ha messo la parola fine alla vicenda. I giudici hanno dichiarato il ricorso proposto semplicemente inammissibile. Questa decisione implica che la Corte non è nemmeno entrata nel merito delle questioni sollevate dal ricorrente, fermandosi a una valutazione preliminare sulla validità formale e sostanziale dell’atto di impugnazione.

La conseguenza diretta di tale declaratoria è stata duplice e di natura prettamente economica. Il ricorrente è stato condannato al pagamento di due importi:
1. Le spese processuali relative al giudizio di legittimità.
2. Una somma di tremila euro da versare alla Cassa delle ammende.

le motivazioni

L’ordinanza in esame non entra nel dettaglio delle specifiche ragioni che hanno portato a giudicare il ricorso inammissibile, come spesso accade in provvedimenti di questa natura. Tuttavia, possiamo delineare le cause più comuni che portano a una simile pronuncia in ambito penale. Un ricorso in Cassazione può essere dichiarato inammissibile per una varietà di vizi, quali la presentazione oltre i termini di legge, la mancanza di motivi specifici previsti dal codice di procedura penale (come la violazione di legge o il vizio di motivazione), o la proposizione di censure che in realtà richiederebbero un riesame dei fatti, attività preclusa al giudice di legittimità.

La condanna al pagamento di una somma alla Cassa delle ammende non è una semplice sanzione accessoria, ma svolge una funzione deterrente. Ha lo scopo di scoraggiare la presentazione di ricorsi palesemente infondati o dilatori, che sovraccaricano il sistema giudiziario senza avere reali possibilità di accoglimento. In questo modo, il legislatore e la giurisprudenza mirano a preservare la funzione della Corte di Cassazione come organo di nomofilachia, ovvero garante dell’uniforme interpretazione della legge.

le conclusioni

La decisione analizzata ribadisce un principio fondamentale del nostro ordinamento processuale: l’accesso alla giustizia, e in particolare al giudizio di legittimità, è un diritto che deve essere esercitato con responsabilità e perizia tecnica. Un ricorso inammissibile non solo non porta al risultato sperato, ma si traduce in un costo economico certo e significativo per chi lo propone. Questo caso serve da monito sull’importanza di affidarsi a professionisti competenti per valutare attentamente i presupposti di un’impugnazione prima di adire la Suprema Corte, evitando così sanzioni che possono aggravare ulteriormente la posizione processuale.

Qual è stata la decisione finale della Corte di Cassazione riguardo al ricorso?
La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, senza quindi esaminare le questioni di merito sollevate dal ricorrente.

Quali sono state le conseguenze economiche per la persona che ha presentato il ricorso?
Il ricorrente è stato condannato a pagare sia le spese del procedimento sia una somma aggiuntiva di 3.000 euro in favore della Cassa delle ammende.

Perché il ricorrente è stato condannato a pagare una multa alla Cassa delle ammende?
Questa sanzione pecuniaria è prevista dalla legge in caso di inammissibilità del ricorso e serve a scoraggiare impugnazioni presentate senza validi motivi legali, che contribuiscono a congestionare il lavoro della Corte di Cassazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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