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Ricorso inammissibile: condanna alle spese e multa

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile contro una sentenza della Corte d’Appello. A causa della manifesta infondatezza o della presenza di vizi procedurali, l’impugnazione è stata respinta, con la conseguente condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende.

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Pubblicato il 2 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Conseguenze Economiche per il Ricorrente

Presentare un’impugnazione davanti alla Corte di Cassazione è l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento, ma è un percorso irto di ostacoli procedurali. Un ricorso inammissibile non solo pone fine alla speranza di ribaltare una sentenza sfavorevole, ma comporta anche conseguenze economiche significative per chi lo ha proposto. Un’ordinanza recente della Suprema Corte ci offre lo spunto per analizzare nel dettaglio cosa accade quando un ricorso viene respinto senza neppure essere esaminato nel merito.

I fatti del caso

Il caso in esame trae origine da un ricorso presentato alla Corte di Cassazione da un individuo, avverso una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Torino nel novembre 2024. Il ricorrente, tramite il suo legale, ha cercato di contestare la decisione dei giudici di secondo grado, portando le proprie ragioni davanti alla massima istanza giurisdizionale penale. La Suprema Corte, riunitasi in camera di consiglio nell’aprile 2025, ha esaminato la ricevibilità dell’atto di impugnazione.

La decisione della Corte sul ricorso inammissibile

La Corte di Cassazione, con una sintetica ordinanza, ha posto fine al percorso giudiziario del ricorrente. L’esito è stato netto: il ricorso è stato dichiarato inammissibile. Questa decisione non entra nel merito delle questioni sollevate dall’appellante, ovvero non valuta se le sue doglianze fossero fondate o meno. La declaratoria di inammissibilità si ferma a un livello precedente, quello del rispetto dei requisiti formali e sostanziali che la legge impone per poter accedere al giudizio di legittimità.

La conseguenza diretta di questa declaratoria è duplice. In primo luogo, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali. In secondo luogo, è stato condannato a versare una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende, un ente destinato a finanziare progetti di recupero per i detenuti.

Le motivazioni della decisione

L’ordinanza in commento non esplicita nel dettaglio i motivi specifici che hanno portato alla declaratoria di inammissibilità, come spesso accade in provvedimenti di questo tipo che si limitano a statuire l’esito. Tuttavia, possiamo dedurre le ragioni sulla base della prassi e della giurisprudenza consolidata della Cassazione. Un ricorso inammissibile può derivare da una serie di vizi, tra cui:

* Vizi di forma: La mancata osservanza delle prescrizioni formali per la redazione e la presentazione del ricorso (es. mancanza di sottoscrizione da parte di un avvocato abilitato).
* Aspecificità dei motivi: I motivi di ricorso non possono essere generici, ma devono indicare in modo chiaro e specifico le presunte violazioni di legge o i vizi di motivazione della sentenza impugnata.
* Proposizione di questioni di fatto: La Cassazione è un giudice di legittimità, non di merito. Non può rivalutare i fatti del processo, ma solo verificare la corretta applicazione della legge. Un ricorso che chiede una nuova valutazione delle prove è, per sua natura, inammissibile.
* Manifesta infondatezza: Quando i motivi appaiono palesemente privi di qualsiasi fondamento giuridico, la Corte può dichiarare l’inammissibilità senza procedere a un esame più approfondito.

La condanna alla Cassa delle ammende ha una funzione sanzionatoria e dissuasiva, volta a scoraggiare la presentazione di impugnazioni temerarie o meramente dilatorie che appesantiscono inutilmente il lavoro della Corte Suprema.

Conclusioni e implicazioni pratiche

La decisione analizzata ribadisce un principio fondamentale della procedura penale: l’accesso alla Corte di Cassazione è un rimedio eccezionale, riservato a casi in cui si lamentano vizi specifici e ben delineati. Un ricorso inammissibile non è un esito neutro, ma comporta una condanna economica che si aggiunge alle conseguenze della sentenza di merito, ormai divenuta definitiva. Per i cittadini e i loro difensori, ciò sottolinea l’importanza cruciale di una valutazione attenta e rigorosa dei presupposti per l’impugnazione, al fine di evitare non solo una sconfitta processuale, ma anche un inutile aggravio di spese.

Qual è stata la decisione della Corte di Cassazione nel caso di specie?
La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, senza quindi esaminare il merito delle questioni sollevate.

Quali sono le conseguenze economiche per chi presenta un ricorso inammissibile?
Il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali sostenute dallo Stato e al versamento di una somma di denaro, in questo caso tremila euro, alla Cassa delle ammende.

Contro quale provvedimento era stato proposto il ricorso?
Il ricorso era stato presentato avverso una sentenza della Corte d’Appello di Torino emessa il 14 novembre 2024.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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