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Ricorso inammissibile: condanna alle spese e multa

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile avverso una sentenza della Corte d’Appello di Messina. Di conseguenza, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro alla Cassa delle ammende, in applicazione dell’articolo 616 del codice di procedura penale.

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Pubblicato il 21 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile in Cassazione: le Conseguenze Economiche

Presentare un ricorso in Cassazione è l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento, ma cosa accade quando l’impugnazione non supera il vaglio preliminare? Un’ordinanza recente della Suprema Corte ci offre un chiaro esempio delle conseguenze di un ricorso inammissibile, che vanno oltre la semplice conferma della sentenza precedente e comportano significative sanzioni economiche per il ricorrente.

L’Analisi del Caso Giudiziario

La vicenda trae origine da un ricorso presentato alla Corte di Cassazione da un soggetto, condannato in secondo grado dalla Corte d’Appello di Messina. L’imputato, attraverso i suoi legali, ha cercato di ottenere l’annullamento della sentenza d’appello, portando le proprie ragioni dinanzi ai giudici di legittimità. Il caso è stato assegnato alla Settima Sezione Penale della Corte, che ha fissato l’udienza per la discussione.

La Decisione della Corte sul Ricorso Inammissibile

Dopo aver esaminato gli atti e ascoltato la relazione del Consigliere, la Corte di Cassazione ha emesso una decisione netta e perentoria: il ricorso è stato dichiarato inammissibile. Questa declaratoria impedisce alla Corte di entrare nel merito delle questioni sollevate dal ricorrente. La pronuncia di inammissibilità non è una valutazione sulla colpevolezza o innocenza, ma un giudizio tecnico sulla correttezza formale e sostanziale dell’atto di impugnazione. Evidentemente, i motivi addotti non possedevano i requisiti di legge per poter essere esaminati.

Le Motivazioni della Condanna Accessoria

La conseguenza diretta e quasi automatica della dichiarazione di inammissibilità è stabilita dall’articolo 616 del codice di procedura penale. La norma prevede che la parte che ha proposto un’impugnazione dichiarata inammissibile sia condannata al pagamento delle spese del procedimento. Inoltre, la legge impone il versamento di una somma di denaro alla Cassa delle ammende, a meno che non sussistano specifiche cause di esonero, non riscontrate nel caso di specie. La Corte, nel pieno rispetto della normativa, ha quantificato tale somma in tremila euro. La logica di questa disposizione è chiara: scoraggiare la presentazione di ricorsi palesemente infondati o dilatori, che sovraccaricano inutilmente il sistema giudiziario.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Pronuncia

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale per chiunque intenda adire la Corte di Cassazione. Il ricorso per cassazione non è un terzo grado di giudizio sul merito dei fatti, ma un controllo sulla corretta applicazione della legge da parte dei giudici dei gradi precedenti. La presentazione di un ricorso inammissibile non solo non porta ad alcun risultato utile per il ricorrente, ma espone lo stesso a conseguenze economiche rilevanti. La condanna al pagamento delle spese processuali e della sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende rappresenta un deterrente per le impugnazioni avventate. È quindi essenziale, prima di intraprendere questa strada, una valutazione attenta e professionale da parte del proprio difensore circa la reale sussistenza dei presupposti di legge per un ricorso.

Cosa succede se un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Se un ricorso viene dichiarato inammissibile, la parte che lo ha proposto viene condannata al pagamento delle spese processuali e, salvo ipotesi di esonero, al versamento di una somma in favore della Cassa delle ammende.

A quanto ammonta la sanzione pecuniaria in questo caso?
Nel caso specifico, la Corte di Cassazione ha determinato la somma da versare alla Cassa delle ammende in tremila euro.

Qual è la base giuridica per la condanna al pagamento di una somma alla Cassa delle ammende?
La base giuridica è l’articolo 616 del codice di procedura penale, che disciplina le conseguenze economiche della declaratoria di inammissibilità o del rigetto di un ricorso.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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