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Ricorso inammissibile: condanna alle spese e ammenda

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile presentato contro una sentenza della Corte d’Appello di Palermo. In applicazione dell’art. 616 c.p.p., questa decisione ha comportato l’automatica condanna dei ricorrenti al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di 3.000 euro in favore della Cassa delle ammende, sottolineando le conseguenze economiche di un’impugnazione priva dei requisiti di legge.

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Pubblicato il 7 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Le Conseguenze Economiche della Decisione della Cassazione

Quando si presenta un’impugnazione davanti alla Corte di Cassazione, è fondamentale che questa rispetti tutti i requisiti previsti dalla legge. In caso contrario, il rischio è di incorrere in una declaratoria di ricorso inammissibile, con significative conseguenze economiche per chi lo ha proposto. Un’ordinanza recente della Suprema Corte illustra chiaramente questo principio, condannando i ricorrenti al pagamento delle spese processuali e di una cospicua somma a titolo di ammenda.

I Fatti del Caso

Due soggetti avevano presentato ricorso alla Corte di Cassazione avverso una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Palermo in data 16 dicembre 2021. L’obiettivo era ottenere una revisione della decisione del giudice di secondo grado. Tuttavia, l’atto di impugnazione non ha superato il vaglio preliminare della Suprema Corte, che ne ha valutato la conformità ai presupposti normativi.

La Decisione della Cassazione sul Ricorso Inammissibile

La Corte di Cassazione, con ordinanza del 31 marzo 2025, ha dichiarato i ricorsi presentati come inammissibili. Questa pronuncia non entra nel merito della questione, ovvero non valuta se le doglianze dei ricorrenti fossero fondate o meno. La declaratoria di inammissibilità è una decisione di carattere procedurale che blocca l’esame della vicenda, poiché l’atto introduttivo non rispetta le forme o i termini previsti dalla legge.

La conseguenza diretta e inevitabile di tale decisione è stata l’applicazione dell’articolo 616 del Codice di Procedura Penale. La Corte ha quindi condannato i ricorrenti al pagamento delle spese del procedimento e, in aggiunta, al versamento di una somma determinata in via equitativa e fissata in 3.000 euro in favore della Cassa delle ammende.

Le Motivazioni

Le motivazioni alla base della condanna economica sono strettamente legate alla declaratoria di ricorso inammissibile. L’articolo 616 del Codice di Procedura Penale stabilisce infatti che, quando l’impugnazione viene dichiarata inammissibile, la parte privata che l’ha proposta è condannata per legge al pagamento delle spese del procedimento.

Inoltre, la stessa norma prevede il versamento di una somma alla Cassa delle ammende. L’importo di tale somma viene stabilito dal giudice in base alla natura della colpa che ha determinato l’inammissibilità e senza che ciò possa essere considerato una sanzione sproporzionata. Nel caso di specie, la Corte ha ritenuto ‘equo’ fissare l’importo a 3.000 euro, tenendo conto delle questioni sollevate nel ricorso. Questa misura ha una duplice funzione: sanzionare l’abuso dello strumento processuale e dissuadere dalla presentazione di impugnazioni palesemente infondate o dilatorie.

Le Conclusioni

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale del nostro ordinamento processuale: l’accesso alla giustizia deve essere esercitato in modo responsabile. La presentazione di un ricorso inammissibile non è un’azione priva di conseguenze. Al contrario, essa attiva un meccanismo sanzionatorio che comporta oneri economici non trascurabili per il ricorrente. La decisione serve da monito, sottolineando l’importanza di affidarsi a una difesa tecnica competente che valuti attentamente i presupposti di ammissibilità prima di adire la Suprema Corte, evitando così di aggravare la propria posizione con ulteriori spese e sanzioni pecuniarie.

Cosa succede quando un ricorso penale viene dichiarato inammissibile dalla Corte di Cassazione?
La parte che ha proposto il ricorso viene automaticamente condannata al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma in favore della Cassa delle ammende.

Su quale base giuridica si fonda la condanna al pagamento di spese e ammenda?
La condanna deriva direttamente dall’applicazione dell’articolo 616 del Codice di Procedura Penale, che disciplina le conseguenze della declaratoria di inammissibilità del ricorso.

Come viene determinato l’importo da versare alla Cassa delle ammende?
L’importo viene stabilito dalla Corte in via equitativa, tenendo conto delle ragioni che hanno portato all’inammissibilità del ricorso. Nel caso specifico, è stato ritenuto equo un importo di 3.000 euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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