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Ricorso inammissibile: condanna alle spese e ammenda

La Corte di Cassazione, con ordinanza, ha dichiarato un ricorso inammissibile avverso una sentenza del Tribunale di Firenze. A seguito di questa pronuncia, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di 3.000 euro alla cassa delle ammende, in applicazione delle norme procedurali vigenti.

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Pubblicato il 7 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Le Conseguenze della Condanna secondo la Cassazione

L’esito di un procedimento giudiziario non si conclude sempre con una decisione nel merito della questione. A volte, un’impugnazione può interrompersi prima ancora che i giudici ne valutino il contenuto. Questo è il caso del ricorso inammissibile, una pronuncia con precise e onerose conseguenze economiche per chi lo presenta. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ci offre un chiaro esempio delle sanzioni previste dalla legge in tali circostanze.

I Fatti del Caso

Un soggetto proponeva ricorso dinanzi alla Corte di Cassazione contro una sentenza emessa dal Tribunale di Firenze. I dettagli specifici del merito della causa originaria non sono oggetto della pronuncia della Suprema Corte, la quale si è concentrata esclusivamente sugli aspetti procedurali dell’impugnazione stessa. La Corte, dopo aver ricevuto il ricorso e sentito la relazione del Consigliere designato, ha proceduto alla valutazione dei requisiti formali e sostanziali per la sua ammissibilità.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Corte Suprema ha dichiarato l’inammissibilità del ricorso. Questa decisione implica che i giudici non sono entrati nel vivo delle argomentazioni proposte dal ricorrente, poiché hanno riscontrato la mancanza di presupposti essenziali che la legge richiede per poter esaminare l’impugnazione. La conseguenza di tale declaratoria non è stata neutra per il ricorrente, ma ha comportato l’applicazione di specifiche sanzioni economiche previste dal codice di procedura penale.

Le conseguenze economiche del ricorso inammissibile

In conformità con quanto stabilito dall’articolo 616 del codice di procedura penale, la Corte ha condannato il ricorrente a due distinti pagamenti:
1. Il rimborso delle spese processuali sostenute dallo Stato.
2. Il versamento di una somma di euro 3.000,00 in favore della cassa delle ammende.

Questa seconda sanzione ha una natura afflittiva e serve a scoraggiare la presentazione di ricorsi palesemente infondati, dilatori o privi dei requisiti di legge, che impegnano inutilmente le risorse del sistema giudiziario.

Le Motivazioni

La motivazione alla base della condanna economica risiede direttamente nella legge. L’articolo 616 del codice di procedura penale stabilisce una conseguenza quasi automatica alla declaratoria di inammissibilità di un ricorso. La norma prevede che la parte privata che ha proposto l’impugnazione, se questa viene giudicata inammissibile, debba essere condannata al pagamento delle spese del procedimento e di una sanzione pecuniaria a favore della cassa delle ammende. La Corte non ha fatto altro che applicare puntualmente questa disposizione, quantificando la sanzione in 3.000 euro, una cifra che rientra nei limiti edittali e che viene commisurata alla luce delle circostanze del caso concreto.

Le Conclusioni

L’ordinanza in esame ribadisce un principio fondamentale del nostro ordinamento processuale: l’accesso alla giustizia e il diritto di impugnazione devono essere esercitati con responsabilità. La presentazione di un ricorso inammissibile non è priva di conseguenze. Oltre alla delusione per non aver ottenuto una revisione della decisione impugnata, il ricorrente si trova a dover affrontare un esborso economico significativo. Questa misura serve a tutelare l’efficienza della giustizia, sanzionando l’abuso dello strumento processuale e garantendo che le Corti superiori possano concentrarsi su casi che presentano questioni giuridiche meritevoli di approfondimento.

Cosa succede quando un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Quando un ricorso è dichiarato inammissibile, la legge prevede che il ricorrente sia condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di denaro a favore della cassa delle ammende.

A quanto ammonta la sanzione pecuniaria in questo specifico caso?
Nel caso esaminato, la Corte di Cassazione ha condannato il ricorrente al pagamento di una somma pari a 3.000,00 euro in favore della cassa delle ammende.

Qual è la base giuridica per la condanna alle spese e alla sanzione?
La base giuridica è l’articolo 616 del codice di procedura penale, che disciplina specificamente le conseguenze economiche derivanti dalla declaratoria di inammissibilità di un ricorso.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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