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Ricorso inammissibile: condanna alle spese e ammenda

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile avverso una sentenza della Corte d’Appello di Napoli. A seguito di tale decisione, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende, confermando le conseguenze negative di un’impugnazione priva dei requisiti di legge.

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Pubblicato il 7 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile in Cassazione: Analisi di un’Ordinanza

L’ordinanza in esame offre un chiaro esempio delle conseguenze di un ricorso inammissibile presentato alla Corte di Cassazione. Quando un’impugnazione non supera il vaglio preliminare di ammissibilità, non solo non viene esaminata nel merito, ma comporta anche sanzioni economiche per chi l’ha proposta. Analizziamo questa decisione per comprendere meglio il meccanismo processuale e le sue implicazioni.

I Fatti del Caso

La vicenda processuale ha origine da un ricorso presentato da un imputato avverso una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Napoli in data 9 ottobre 2024. L’imputato, tramite i suoi legali, ha deciso di impugnare tale decisione dinanzi alla Suprema Corte di Cassazione, l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento, sperando di ottenerne l’annullamento o la riforma.

La Decisione della Corte sul Ricorso Inammissibile

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione, riunitasi in udienza il 18 febbraio 2025, ha esaminato il ricorso. All’esito della camera di consiglio e dopo aver ascoltato la relazione del Consigliere incaricato, la Corte ha emesso un’ordinanza con cui ha dichiarato il ricorso inammissibile.

Questa declaratoria impedisce alla Corte di entrare nel vivo della questione, ovvero di valutare se i motivi di ricorso fossero fondati. La decisione si ferma a un livello preliminare, constatando la mancanza dei presupposti necessari affinché il ricorso potesse essere giudicato.

Le Motivazioni

Sebbene il testo dell’ordinanza non entri nel dettaglio delle specifiche ragioni che hanno portato alla declaratoria di inammissibilità, possiamo delineare le cause più comuni. Generalmente, un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile per motivi di procedura, come la tardività della sua presentazione, la mancanza di motivi specifici previsti dalla legge (ad esempio, si contesta il merito dei fatti anziché una violazione di legge), o vizi nella sua formulazione.

L’obiettivo di questa sanzione processuale è scoraggiare la presentazione di appelli palesemente infondati o dilatori, che sovraccaricano inutilmente il sistema giudiziario.

Le Conclusioni

La conseguenza principale della declaratoria di inammissibilità è duplice. In primo luogo, la sentenza impugnata diventa definitiva. In secondo luogo, come stabilito dall’ordinanza, il ricorrente viene condannato a pagare:

1. Le spese processuali relative al giudizio di Cassazione.
2. Una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

Questa sanzione pecuniaria non ha natura risarcitoria, ma punitiva, e serve da deterrente contro l’abuso dello strumento processuale del ricorso. La decisione, pertanto, ribadisce un principio fondamentale: l’accesso alla giustizia deve essere esercitato in modo responsabile, e la presentazione di ricorsi privi dei requisiti di legge comporta conseguenze economiche significative per la parte soccombente.

Qual è stata la decisione della Corte di Cassazione riguardo al ricorso presentato?
La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile.

Quali sono state le conseguenze economiche per il ricorrente?
Il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

Contro quale provvedimento era stato proposto il ricorso?
Il ricorso era stato proposto avverso una sentenza della Corte d’Appello di Napoli del 09/10/2024.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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