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Ricorso inammissibile: condanna alle spese e ammenda

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile presentato contro una sentenza di una Corte d’Appello. La decisione si fonda sui numerosi precedenti penali del ricorrente e sulla gravità del fatto. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro alla Cassa delle ammende.

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Pubblicato il 4 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Quando l’Appello in Cassazione si Ferma

L’ordinanza in esame offre un chiaro esempio delle conseguenze di un ricorso inammissibile dinanzi alla Corte di Cassazione. Con una decisione netta, la Suprema Corte ha rigettato l’istanza di un ricorrente, confermando la condanna alle spese processuali e al pagamento di una sanzione pecuniaria. Questo caso evidenzia l’importanza dei presupposti di ammissibilità per accedere al giudizio di legittimità.

I Fatti del Processo

Il procedimento trae origine da un ricorso presentato da un individuo avverso una sentenza emessa da una Corte d’Appello territoriale in data 12 dicembre 2024. L’appellante, nato in un comune campano nel 1982, ha cercato di ottenere la riforma della precedente decisione giudiziaria rivolgendosi alla Corte di Cassazione, massimo organo della giurisdizione italiana.

La Decisione della Corte di Cassazione sul Ricorso Inammissibile

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione, riunitasi in udienza il 5 maggio 2025, ha esaminato il ricorso. Dopo aver ascoltato la relazione del Consigliere e dato avviso alle parti, il Collegio ha deliberato, dichiarando il ricorso inammissibile.
La conseguenza diretta di tale declaratoria, come previsto dal codice di procedura, è stata duplice. In primo luogo, il ricorrente è stato condannato al pagamento di tutte le spese processuali. In secondo luogo, è stato condannato al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende, un ente pubblico che finanzia progetti di recupero per i detenuti.

Le Motivazioni alla base della dichiarazione di inammissibilità

La Corte non è entrata nel merito delle questioni sollevate dal ricorrente, poiché ha ravvisato una causa ostativa all’esame dell’impugnazione. La decisione di inammissibilità si è fondata su due elementi chiave, richiamati dalla sentenza impugnata:

1. I precedenti penali del ricorrente: La Corte ha tenuto conto dei “plurimi precedenti, anche specifici”, a carico dell’individuo. Questo fattore indica una pregressa e reiterata condotta antigiuridica, che può influenzare la valutazione complessiva della posizione del soggetto.
2. La gravità del fatto: È stata considerata la “complessiva gravità del fatto” per cui si procedeva. Questo suggerisce che la natura e le circostanze del reato contestato erano tali da non giustificare un ulteriore esame nel merito da parte della Corte di legittimità, probabilmente a fronte di un ricorso non adeguatamente argomentato.

In sostanza, il ricorso non superava quel filtro di ammissibilità che consente alla Cassazione di concentrarsi su questioni di diritto significative, evitando di riesaminare il fatto nel merito o di trattare impugnazioni palesemente infondate.

Conclusioni: Conseguenze pratiche del ricorso inammissibile

La presente ordinanza ribadisce un principio fondamentale del nostro sistema processuale: l’accesso alla Corte di Cassazione non è incondizionato. Un ricorso inammissibile non solo priva il ricorrente di una revisione nel merito della propria posizione, ma comporta anche significative conseguenze economiche. La condanna alle spese e alla Cassa delle ammende funge da deterrente contro la presentazione di impugnazioni dilatorie o manifestamente infondate, salvaguardando l’efficienza della giustizia. Per i professionisti legali, questo caso sottolinea la necessità di una valutazione rigorosa dei motivi di ricorso, che devono essere specifici, pertinenti e fondati su questioni di legittimità, e non su una mera rilettura degli elementi di fatto già valutati nei gradi di merito.

Cosa succede quando un ricorso in Cassazione è dichiarato inammissibile?
Quando un ricorso è dichiarato inammissibile, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma di denaro alla Cassa delle ammende, come stabilito dalla Corte.

Quali elementi ha considerato la Corte per dichiarare il ricorso inammissibile in questo caso?
La Corte ha basato la sua decisione sui numerosi precedenti penali, anche specifici, del ricorrente e sulla complessiva gravità del fatto, elementi già evidenziati nella sentenza di appello impugnata.

A cosa serve la Cassa delle ammende?
La Cassa delle ammende è un fondo pubblico che raccoglie le somme derivanti da sanzioni pecuniarie, come quella applicata in questo caso, per finanziare progetti volti al reinserimento sociale dei condannati e al miglioramento delle condizioni carcerarie.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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