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Ricorso inammissibile: condanna alle spese e ammenda

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile, confermando la sentenza della Corte d’Appello di Milano. A seguito della declaratoria di inammissibilità, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro a favore della Cassa delle ammende, poiché la colpa nell’impugnazione non poteva essere esclusa.

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Pubblicato il 2 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Le Conseguenze Economiche per il Ricorrente

Quando si presenta un ricorso in Cassazione, è fondamentale che questo rispetti tutti i requisiti formali e sostanziali previsti dalla legge. In caso contrario, si rischia una declaratoria di ricorso inammissibile, con conseguenze significative per chi ha proposto l’impugnazione. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione, Sezione Penale, ci offre un chiaro esempio delle implicazioni di tale esito.

I Fatti del Caso

Il caso ha origine da un ricorso presentato avverso una sentenza della Corte d’Appello di Milano. La Corte di Cassazione, dopo aver esaminato gli atti e ascoltato la relazione del Consigliere, ha ritenuto che il ricorso non potesse essere accolto.

La Decisione della Corte di Cassazione: il Ricorso Inammissibile

La Corte Suprema ha dichiarato il ricorso inammissibile. Questa decisione non entra nel merito della questione, ma si ferma a un livello preliminare, constatando che l’impugnazione non possiede le caratteristiche necessarie per essere giudicata.

Le Motivazioni

La motivazione della Corte si fonda sull’applicazione dell’articolo 616 del codice di procedura penale. Secondo questa norma, alla dichiarazione di inammissibilità del ricorso seguono specifiche conseguenze economiche per il ricorrente. La Corte ha sottolineato che non è possibile escludere che l’inammissibilità sia dovuta a colpa del ricorrente stesso, facendo riferimento a un importante principio stabilito dalla Corte Costituzionale con la sentenza n. 186 del 2000.

Di conseguenza, la Corte ha stabilito due obblighi a carico del ricorrente:

1. Pagamento delle spese del procedimento: il ricorrente deve farsi carico di tutti i costi legati al giudizio di Cassazione da lui promosso.
2. Versamento alla Cassa delle ammende: il ricorrente è stato condannato a versare una somma di tremila euro. Questo importo è stato fissato in via equitativa, cioè sulla base di una valutazione discrezionale ma ragionevole del giudice, tenendo conto dei motivi che hanno portato all’impugnazione.

Conclusioni

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale della procedura penale: proporre un ricorso è un diritto, ma deve essere esercitato con diligenza e consapevolezza. Un ricorso inammissibile non solo non porta al risultato sperato, ma comporta anche una condanna economica certa e talvolta onerosa. La decisione evidenzia come il sistema giudiziario sanzioni l’uso improprio degli strumenti di impugnazione, al fine di scoraggiare ricorsi pretestuosi o privi di fondamento e garantire l’efficienza della giustizia. Pertanto, prima di intraprendere la via del ricorso in Cassazione, è cruciale una valutazione attenta e professionale dei suoi presupposti legali.

Cosa succede quando un ricorso viene dichiarato inammissibile?
Quando un ricorso è dichiarato inammissibile, la parte che lo ha proposto viene condannata al pagamento delle spese processuali e di una somma di denaro, fissata equitativamente dal giudice, a favore della Cassa delle ammende.

Perché il ricorrente è stato condannato a pagare una somma alla Cassa delle ammende?
Perché la Corte ha ritenuto che l’inammissibilità del ricorso fosse ascrivibile a colpa del ricorrente. Secondo la giurisprudenza della Corte Costituzionale (sent. n. 186/2000), quando non si può escludere la colpa, scatta l’obbligo di versamento di una somma a titolo di sanzione.

A quanto ammonta la condanna economica in questo caso?
Il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese del procedimento e al versamento della somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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