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Ricorso inammissibile: condanna alle spese e ammenda

Un’ordinanza della Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile avverso una sentenza della Corte d’Appello di Brescia. La decisione comporta per il ricorrente la condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria di tremila euro in favore della Cassa delle ammende, evidenziando le conseguenze negative di un’impugnazione priva dei requisiti di legge.

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Pubblicato il 30 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile in Cassazione: le Conseguenze Economiche

Quando un procedimento giudiziario arriva all’ultimo grado di giudizio, la Corte di Cassazione, le regole da seguire sono estremamente rigorose. Un errore formale o un’impugnazione infondata possono portare a una dichiarazione di ricorso inammissibile, con conseguenze economiche non trascurabili per chi ha presentato l’appello. L’ordinanza del 5 maggio 2025 della Settima Sezione Penale della Cassazione ne è un chiaro esempio, illustrando come il tentativo di ribaltare una decisione possa trasformarsi in un ulteriore onere finanziario.

I Fatti del Caso

La vicenda trae origine da un ricorso presentato contro una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Brescia il 12 settembre 2024. L’imputato, non accettando la decisione dei giudici di secondo grado, ha deciso di impugnare la sentenza dinanzi alla Suprema Corte di Cassazione, sperando in una riforma del verdetto. Il caso è stato assegnato alla Settima Sezione Penale, che ha fissato l’udienza per la discussione il 5 maggio 2025.

La Decisione della Corte: un Ricorso Inammissibile

All’esito dell’udienza, la Corte di Cassazione ha emesso un’ordinanza con una decisione netta e definitiva: il ricorso è stato dichiarato inammissibile. Questa pronuncia non entra nel merito delle ragioni esposte dal ricorrente, ma si ferma a un livello preliminare, constatando che l’impugnazione non possedeva i requisiti minimi richiesti dalla legge per poter essere esaminata.

La conseguenza diretta di tale declaratoria è duplice:
1. La sentenza della Corte d’Appello di Brescia diventa definitiva.
2. Il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali sostenute nello stesso grado di giudizio.
3. In aggiunta, viene condannato al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende, una sanzione pecuniaria prevista proprio per i casi di inammissibilità del ricorso.

Le Motivazioni della Decisione

L’ordinanza in esame è molto sintetica e non esplicita nel dettaglio le specifiche ragioni che hanno portato a giudicare il ricorso inammissibile. Tuttavia, in ambito penale, le cause di inammissibilità di un ricorso per cassazione sono tipizzate e possono includere, ad esempio, la presentazione di motivi non consentiti dalla legge (come la richiesta di una nuova valutazione dei fatti, preclusa in sede di legittimità), il mancato rispetto dei termini per l’impugnazione o vizi formali dell’atto stesso. La decisione della Settima Sezione Penale si basa quindi su una valutazione puramente procedurale, stabilendo che l’appello non superava il vaglio preliminare di ammissibilità, rendendo superfluo ogni esame del suo contenuto.

Le Conclusioni

La pronuncia analizzata ribadisce un principio fondamentale del nostro ordinamento processuale: l’accesso alla Corte di Cassazione è un rimedio straordinario, soggetto a limiti e formalità precise. La dichiarazione di ricorso inammissibile non è un evento neutro, ma comporta sanzioni economiche che mirano a disincentivare impugnazioni dilatorie o palesemente infondate. Per il cittadino, ciò significa che prima di intraprendere un percorso giudiziario così complesso, è essenziale una valutazione attenta e professionale dei presupposti di legge, per evitare che alla delusione per una sentenza sfavorevole si aggiunga il peso di ulteriori costi e sanzioni.

Cosa succede quando un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
La parte che ha presentato il ricorso viene condannata a pagare le spese del procedimento e una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende.

A quanto ammontava la sanzione pecuniaria in questo caso specifico?
Il ricorrente è stato condannato al pagamento della somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

Quale corte ha emesso la sentenza impugnata dal ricorrente?
La sentenza impugnata era stata emessa dalla Corte d’Appello di Brescia in data 12 settembre 2024.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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