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Ricorso inammissibile: condanna alle spese e ammenda

La Corte di Cassazione, con ordinanza, ha dichiarato un ricorso inammissibile avverso una sentenza della Corte d’Appello. A seguito di questa decisione, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro a favore della Cassa delle ammende, confermando le severe conseguenze di un’impugnazione priva dei requisiti di legge.

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Pubblicato il 29 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: la Cassazione Condanna alle Spese e a un’Ammenda di 3.000 Euro

Presentare un ricorso in Cassazione è l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento, una fase delicata che richiede il massimo rigore formale e sostanziale. Quando un’impugnazione non rispetta i requisiti previsti dalla legge, il risultato può essere un ricorso inammissibile, con conseguenze economiche significative per chi lo ha proposto. Un’ordinanza recente della Suprema Corte ci offre un chiaro esempio di questa dinamica.

I Fatti del Processo

Il caso in esame trae origine da un ricorso presentato da un imputato avverso una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Firenze in data 30 gennaio 2025. L’imputato, cercando di ottenere una riforma della decisione di secondo grado, ha adito la Corte di Cassazione, la quale si è riunita in udienza il 23 maggio 2025 per valutare l’impugnazione.

La Decisione della Cassazione sul Ricorso Inammissibile

Dopo aver ascoltato la relazione del Consigliere designato e dato avviso alle parti, la Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione ha emesso la sua decisione. Con una concisa ordinanza, i giudici di legittimità hanno dichiarato il ricorso inammissibile.

Questa declaratoria non è rimasta priva di conseguenze. La Corte ha infatti contestualmente condannato il ricorrente a due pagamenti:

1. Le spese processuali: i costi relativi al procedimento svoltosi dinanzi alla Cassazione.
2. Una somma di tremila euro: a titolo di sanzione, da versare in favore della Cassa delle ammende.

Le Motivazioni

L’ordinanza in esame è estremamente sintetica e non entra nel dettaglio delle ragioni specifiche che hanno portato a dichiarare il ricorso inammissibile. Tuttavia, in ambito processuale penale, l’inammissibilità di un ricorso in Cassazione scaturisce generalmente da vizi specifici previsti dalla legge. Questi possono includere la presentazione del ricorso fuori dai termini, la mancanza di motivi specifici di impugnazione, la proposizione di censure che riguardano il merito dei fatti (non consentite in Cassazione, che è giudice di sola legittimità) o altri difetti formali. La decisione della Corte implica che l’atto di impugnazione era affetto da una di queste criticità, talmente evidente da non richiedere un’analisi approfondita nel merito delle questioni sollevate.

Le Conclusioni

La pronuncia ribadisce un principio fondamentale del diritto processuale: l’accesso alla giustizia, specialmente nei gradi più alti, è subordinato al rispetto di regole precise. La dichiarazione di inammissibilità non è una mera formalità, ma una sanzione processuale che comporta oneri economici tangibili. La condanna al pagamento di una somma alla Cassa delle ammende ha una duplice funzione: da un lato, sanzionare l’abuso dello strumento processuale e, dall’altro, scoraggiare la presentazione di ricorsi palesemente infondati o irregolari che appesantiscono il lavoro della Suprema Corte. Questo caso serve da monito sull’importanza di affidarsi a una difesa tecnica qualificata che possa valutare attentamente i presupposti e le modalità di un’impugnazione prima di procedere.

Qual è stata la decisione della Corte di Cassazione in questo caso?
La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile.

Quali sono state le conseguenze economiche per il ricorrente a seguito della decisione?
Il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

Cosa significa, in generale, che un ricorso viene dichiarato inammissibile?
Significa che il ricorso non può essere esaminato nel merito perché presenta vizi formali o sostanziali previsti dalla legge, come la presentazione fuori termine o la mancanza dei motivi specifici richiesti.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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