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Ricorso inammissibile: condanna alle spese e ammenda

La Corte di Cassazione, con ordinanza, ha dichiarato un ricorso inammissibile avverso una sentenza della Corte d’Appello, condannando il ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria di tremila euro. La decisione evidenzia le conseguenze negative di un’impugnazione priva dei requisiti di legge.

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Pubblicato il 26 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso inammissibile: le conseguenze della decisione della Cassazione

Quando un ricorso inammissibile viene presentato alla Corte di Cassazione, le conseguenze per il proponente possono essere significative, non solo dal punto di vista legale ma anche economico. Una recente ordinanza della Suprema Corte illustra chiaramente questo principio, chiudendo definitivamente un caso e sanzionando il ricorrente. Analizziamo i dettagli di questa decisione per comprendere meglio il funzionamento del sistema giudiziario.

I Fatti del Caso

Un individuo, a seguito di una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Venezia in data 8 ottobre 2024, decideva di presentare ricorso per Cassazione. L’obiettivo era, presumibilmente, ottenere l’annullamento o la riforma della decisione di secondo grado. Il caso è stato quindi assegnato alla Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione per la valutazione preliminare sulla sua ammissibilità.

La Decisione della Corte di Cassazione

Riunita in camera di consiglio il 17 giugno 2025, la Corte Suprema ha esaminato il ricorso. All’esito della valutazione, i giudici hanno emesso un’ordinanza con la quale hanno dichiarato il ricorso inammissibile. Questa decisione implica che la Corte non è entrata nel merito delle questioni sollevate dal ricorrente, poiché ha riscontrato la mancanza dei presupposti di forma o di sostanza necessari per procedere con l’esame dell’impugnazione.

Le conseguenze economiche di un ricorso inammissibile

La declaratoria di inammissibilità non è una mera formalità. La Corte, come conseguenza diretta, ha condannato il ricorrente a sostenere due oneri economici distinti:

1. Pagamento delle spese processuali: Il ricorrente è stato obbligato a rimborsare tutti i costi relativi al procedimento dinanzi alla Cassazione.
2. Versamento alla Cassa delle ammende: È stata inoltre disposta la condanna al pagamento di una somma pari a tremila euro in favore della Cassa delle ammende, un fondo destinato a finanziare progetti di recupero per i detenuti e di prevenzione della criminalità.

Le motivazioni

L’ordinanza in esame è molto sintetica e si limita a enunciare la decisione finale (il cosiddetto ‘dispositivo’). Non vengono esplicitate le ragioni specifiche che hanno portato a giudicare il ricorso inammissibile. Tuttavia, in casi come questo, le motivazioni sono solitamente riconducibili a vizi procedurali, come il mancato rispetto dei termini per l’impugnazione, o a motivi di merito manifestamente infondati, ovvero quando le argomentazioni proposte sono palesemente prive di fondamento giuridico e non rientrano nei casi per cui è consentito il ricorso in Cassazione.

Le conclusioni

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale della procedura penale: il ricorso per Cassazione non è un terzo grado di giudizio, ma un controllo sulla corretta applicazione della legge. Presentare un ricorso inammissibile non solo non produce alcun risultato utile per il proponente, ma comporta anche conseguenze economiche rilevanti. La condanna alle spese e all’ammenda funge da deterrente contro impugnazioni dilatorie o pretestuose, garantendo che l’accesso alla Suprema Corte sia riservato a casi che sollevano questioni giuridiche meritevoli di approfondimento.

Cosa significa quando un ricorso viene dichiarato inammissibile?
Significa che la Corte non esamina il contenuto del ricorso perché mancano i requisiti formali o sostanziali richiesti dalla legge. Di conseguenza, la sentenza impugnata diventa definitiva.

Quali sono le conseguenze economiche per chi presenta un ricorso inammissibile?
Il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma di denaro, in questo caso tremila euro, in favore della Cassa delle ammende.

Chi ha emesso questa decisione e contro quale provvedimento?
La decisione è stata emessa dalla Corte di Cassazione sotto forma di ordinanza. L’ordinanza ha dichiarato inammissibile il ricorso proposto contro una sentenza della Corte d’Appello di Venezia.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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