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Ricorso inammissibile: condanna alle spese e ammenda

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile avverso una sentenza della Corte d’Appello. A seguito della decisione, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende, evidenziando le severe conseguenze economiche di un’impugnazione priva dei requisiti di legge.

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Pubblicato il 25 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Le Conseguenze della Condanna e il Pagamento alla Cassa delle Ammende

Presentare un’impugnazione in Cassazione è un passo delicato che richiede il rispetto di rigorosi requisiti formali e sostanziali. Quando questi non vengono soddisfatti, il risultato è un ricorso inammissibile, una decisione che non solo pone fine al percorso giudiziario ma comporta anche significative conseguenze economiche. Un’ordinanza recente della Suprema Corte di Cassazione ci offre lo spunto per analizzare cosa accade in questi casi e perché la legge prevede sanzioni pecuniarie per chi presenta impugnazioni infondate.

I Fatti del Caso in Analisi

La vicenda giudiziaria trae origine dal ricorso presentato da un individuo avverso una sentenza emessa da una Corte d’Appello territoriale. L’imputato, nato nell’agosto del 2000, ha deciso di impugnare la decisione di secondo grado, portando il caso all’attenzione della Corte di Cassazione. La Settima Sezione Penale è stata incaricata di valutare la validità del ricorso proposto.

La Decisione della Corte: Dichiarazione di Inammissibilità

Dopo aver esaminato gli atti, la Corte di Cassazione ha emesso un’ordinanza con una decisione netta: il ricorso è stato dichiarato inammissibile. Questa pronuncia non entra nel merito della questione, ovvero non valuta se le ragioni del ricorrente fossero giuste o sbagliate, ma si ferma a un livello precedente, constatando che l’atto di impugnazione mancava dei presupposti necessari per essere giudicato.

La conseguenza diretta di questa dichiarazione, come stabilito nel dispositivo (P.Q.M. – Per Questi Motivi), è duplice:
1. La condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali.
2. La condanna al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

Le Motivazioni alla Base del Ricorso Inammissibile

Sebbene l’ordinanza sia sintetica, le motivazioni della decisione risiedono in principi consolidati della procedura penale. La Corte, richiamando precedenti giurisprudenziali, ha implicitamente sottolineato come il ricorso fosse viziato da una “carenza di interesse all’osservanza della disposizione violata”. In termini semplici, anche se la norma indicata dal ricorrente fosse stata effettivamente violata, la sua corretta applicazione non avrebbe comunque portato a un esito diverso o più favorevole per lui. Mancava, quindi, un interesse concreto e giuridicamente rilevante a sollevare quella specifica doglianza.

L’inammissibilità funge da filtro per evitare che la Suprema Corte venga oberata da ricorsi pretestuosi, dilatori o privi di un reale fondamento giuridico. La condanna al pagamento di una somma alla Cassa delle ammende non ha natura risarcitoria, ma sanzionatoria: serve a scoraggiare la presentazione di impugnazioni avventate, che impegnano inutilmente le risorse del sistema giudiziario.

Conclusioni: Le Implicazioni Pratiche della Decisione

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale: impugnare una sentenza è un diritto, ma deve essere esercitato con responsabilità e cognizione di causa. Un ricorso inammissibile non è solo una sconfitta processuale, ma si traduce in un costo tangibile per il ricorrente. La condanna al pagamento delle spese e della sanzione pecuniaria alla Cassa delle ammende rappresenta un monito per chiunque intenda adire la Corte di Cassazione. È essenziale che l’assistenza legale valuti attentamente i presupposti e le effettive possibilità di successo prima di intraprendere un’impugnazione, per evitare di aggravare la posizione del proprio assistito con ulteriori oneri economici.

Cosa succede quando un ricorso viene dichiarato inammissibile?
La parte che ha presentato il ricorso non solo non ottiene una decisione sul merito della questione, ma viene anche condannata a pagare le spese del procedimento e a versare una somma di denaro alla Cassa delle ammende, come sanzione per aver presentato un’impugnazione priva dei requisiti di legge.

Quali sono le conseguenze economiche specifiche in questo caso?
Il ricorrente è stato condannato a pagare tutte le spese processuali sostenute e, in aggiunta, a versare la somma di 3.000 euro in favore della Cassa delle ammende.

Per quale motivo un ricorso può essere considerato inammissibile?
Secondo quanto emerge dal provvedimento e dai richiami giurisprudenziali, una delle ragioni è la “carenza di interesse”. Ciò si verifica quando il motivo del ricorso, anche se fondato, non porterebbe alcun vantaggio pratico al ricorrente, rendendo l’impugnazione di fatto inutile.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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