Ricorso Inammissibile: Quando l’Appello in Cassazione viene Respinto
Presentare un ricorso in Cassazione è l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento, ma non sempre l’istanza viene esaminata nel merito. Una recente ordinanza della Suprema Corte ci offre un chiaro esempio di ricorso inammissibile e delle sue dirette conseguenze economiche per chi lo propone. Comprendere i motivi e gli esiti di una tale decisione è fondamentale per chiunque si approcci al mondo della giustizia penale.
I Fatti del Caso: Un Appello dinanzi alla Cassazione
Il caso trae origine da un ricorso presentato da un individuo avverso una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Milano in data 16 ottobre 2024. Sentendosi leso dalla decisione di secondo grado, il soggetto ha deciso di rivolgersi alla Corte di Cassazione, affidando le sue speranze all’organo di vertice della giurisdizione penale. La Settima Sezione Penale della Corte è stata incaricata di valutare la richiesta.
La Decisione della Corte: Dichiarazione di Ricorso Inammissibile
Dopo aver dato avviso alle parti e ascoltato la relazione del Consigliere designato, la Corte di Cassazione ha emesso la sua decisione con un’ordinanza. L’esito è stato netto: il ricorso è stato dichiarato inammissibile. Questa declaratoria non entra nel merito della questione, ovvero non stabilisce se il ricorrente avesse ragione o torto sui fatti, ma si ferma a un livello procedurale, sancendo che l’atto di impugnazione non possedeva i requisiti necessari per essere discusso.
Le conseguenze economiche del ricorso inammissibile
La declaratoria di inammissibilità non è priva di conseguenze. Al contrario, la Corte ha condannato il ricorrente al pagamento di due diverse somme:
1. Le spese processuali: i costi relativi al procedimento svoltosi dinanzi alla Cassazione.
2. Una sanzione pecuniaria: una somma di tremila euro da versare in favore della Cassa delle ammende. Questa sanzione ha una funzione dissuasiva, volta a scoraggiare la presentazione di ricorsi temerari o palesemente infondati che appesantiscono il sistema giudiziario.
Le Motivazioni della Sentenza
L’ordinanza in esame è estremamente sintetica e si limita a enunciare la decisione finale. Tuttavia, il dispositivo “Ritenuto che il ricorso deve pertanto essere dichiarato inammissibile” lascia intendere che la valutazione della Corte si è basata su ragioni procedurali o di merito così evidenti da non richiedere un’analisi approfondita. In generale, un ricorso in Cassazione può essere dichiarato inammissibile per vari motivi, come la mancanza di motivi specifici previsti dalla legge, la presentazione fuori termine o vizi di forma. La motivazione implicita in questo provvedimento risiede nel fatto che, una volta accertata l’inammissibilità, la legge impone la condanna alle spese e al versamento di una sanzione alla Cassa delle ammende.
Conclusioni
Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale della procedura penale: l’accesso alla Corte di Cassazione è soggetto a rigidi presupposti. Un ricorso inammissibile non solo rende definitiva la sentenza impugnata, ma comporta anche significative conseguenze economiche per il proponente. La condanna al pagamento delle spese processuali e della sanzione a favore della Cassa delle ammende serve a responsabilizzare le parti e a preservare la funzione della Suprema Corte come giudice di legittimità, evitando che venga oberata da impugnazioni prive dei requisiti di legge. La decisione, pertanto, funge da monito sull’importanza di valutare attentamente i presupposti di ammissibilità prima di intraprendere l’ultimo grado di giudizio.
Cosa significa che un ricorso è dichiarato inammissibile?
Significa che la Corte non esamina la questione nel merito perché il ricorso non rispetta i requisiti formali o sostanziali previsti dalla legge per poter essere giudicato.
Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso inammissibile?
La parte che ha presentato il ricorso viene condannata al pagamento delle spese del procedimento e di una sanzione pecuniaria (in questo caso, tremila euro) in favore della Cassa delle ammende.
La dichiarazione di inammissibilità rende definitiva la sentenza precedente?
Sì, quando il ricorso viene dichiarato inammissibile, la sentenza impugnata (in questo caso, quella della Corte d’Appello di Milano) diventa definitiva e non può più essere contestata.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 14991 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 14991 Anno 2025
Presidente: COGNOME
Relatore: NOME COGNOME
Data Udienza: 31/03/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
NOME (CUI CODICE_FISCALE) nato a PAVIA il 29/07/1978
avverso la sentenza del 16/10/2024 della CORTE APPELLO di MILANO
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME
RG 41141/24 – RINATI NOME
OSSERVA
gli atti e la sentenza impugnata (imputazione per il reato di cui
Visti all’art. 385 cod. pen.);
Esaminato il motivo di ricorso, che lamenta l’omessa applicazione della
causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto;
che, sul punto, la motivazione del provvedimento impugnato
Considerato appare immune da censure, avendo i giudici di merito correttamente
valorizzato, in senso ostativo al riconoscimento del beneficio, i plurimi e gravi precedenti penali a carico del ricorrente nonché la complessiva gravità del
fatto (l’evasione costituiva l’occasione per commettere il tentativo di furto aggravato);
Ritenuto che il ricorso deve pertanto essere dichiarato inammissibile, con la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
P. Q. M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso il 31/03/2025