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Ricorso inammissibile: condanna alle spese

La Corte di Cassazione, con ordinanza, ha dichiarato un ricorso inammissibile avverso una sentenza della Corte d’Appello di Napoli. A seguito della decisione, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende, evidenziando le conseguenze negative di un’impugnazione priva dei requisiti di legge.

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Pubblicato il 29 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso inammissibile: le conseguenze della condanna in Cassazione

L’esito di un procedimento giudiziario non si conclude sempre con una decisione sul merito della questione. A volte, un’impugnazione può essere fermata prima ancora di essere discussa, come nel caso di un ricorso inammissibile. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ci offre lo spunto per analizzare le severe conseguenze, anche economiche, che derivano dalla presentazione di un ricorso privo dei requisiti previsti dalla legge.

Il caso in esame

Il caso trae origine da un ricorso presentato alla Suprema Corte di Cassazione contro una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Napoli in data 24 ottobre 2024. Il ricorrente, attraverso il suo legale, ha cercato di ottenere l’annullamento o la riforma della decisione di secondo grado, portando la questione all’attenzione dei giudici di legittimità.

La decisione della Corte di Cassazione e il ricorso inammissibile

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione, dopo aver esaminato il ricorso, ha emesso un’ordinanza di inammissibilità. Questo significa che i giudici non sono entrati nel merito delle ragioni esposte dal ricorrente, ma hanno rilevato la mancanza di presupposti procedurali o sostanziali che impedivano l’esame stesso dell’impugnazione. La decisione è stata presa nell’udienza del 23 maggio 2025.

Le conseguenze economiche per il ricorrente

La declaratoria di inammissibilità non è priva di conseguenze. Al contrario, la Corte ha condannato il ricorrente a sostenere due tipi di oneri economici:
1. Pagamento delle spese processuali: si tratta dei costi sostenuti per l’attività giudiziaria legata al ricorso.
2. Versamento di una somma alla Cassa delle ammende: il ricorrente è stato condannato a pagare tremila euro a favore di questo ente, una sanzione pecuniaria che la legge prevede proprio per i casi di impugnazione inammissibile, al fine di scoraggiare ricorsi pretestuosi o dilatori.

Le motivazioni della decisione

Il provvedimento in esame è un’ordinanza molto sintetica che si limita a enunciare la decisione finale (il cosiddetto P.Q.M. – Per Questi Motivi) senza esplicitare le specifiche ragioni che hanno portato a qualificare il ricorso inammissibile. Tuttavia, in linea generale, un ricorso in Cassazione può essere dichiarato inammissibile per diverse cause, come la presentazione fuori termine, la mancanza di motivi specifici previsti dalla legge (ad esempio, violazione di legge o vizio di motivazione), o la proposizione di censure che in realtà mirano a un riesame dei fatti, non consentito in sede di legittimità. La condanna alle spese e alla sanzione pecuniaria è una conseguenza automatica prevista dal codice di procedura penale per rafforzare la funzione deflattiva della declaratoria di inammissibilità.

Le conclusioni

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale del nostro sistema processuale: l’accesso alla giustizia e ai mezzi di impugnazione è un diritto, ma deve essere esercitato nel rispetto delle regole procedurali. Un ricorso inammissibile non solo non porta al risultato sperato, ma comporta anche significative conseguenze economiche per chi lo propone. La decisione serve da monito sull’importanza di una valutazione attenta e professionale circa la fondatezza e l’ammissibilità di un ricorso prima di presentarlo alla Corte di Cassazione, al fine di evitare esiti sfavorevoli e costi aggiuntivi.

Cosa succede se un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
In base all’ordinanza, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di denaro a titolo di sanzione pecuniaria in favore della Cassa delle ammende.

A quanto ammonta la sanzione pecuniaria in questo caso?
La Corte di Cassazione ha condannato il ricorrente al pagamento della somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

Qual è l’esito del ricorso presentato avverso la sentenza della Corte d’Appello di Napoli?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile dalla Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione, il che significa che non è stato esaminato nel merito.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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