LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Ricorso inammissibile: condanna alle spese

La Corte di Cassazione, con ordinanza del 25 marzo 2025, ha dichiarato un ricorso inammissibile avverso una sentenza della Corte d’Appello. La decisione sottolinea che l’inammissibilità del gravame comporta l’automatica condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria, in questo caso fissata in quattromila euro, a favore della Cassa delle ammende.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 25 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Conseguenze Economiche e Condanna alle Spese

L’ordinanza emessa dalla Corte di Cassazione il 25 marzo 2025 offre un chiaro esempio delle conseguenze derivanti dalla presentazione di un ricorso inammissibile. Quando un’impugnazione non supera il vaglio preliminare di ammissibilità, la legge prevede sanzioni precise per il ricorrente, tra cui il pagamento delle spese del procedimento e di una somma a titolo di sanzione. Questo provvedimento ribadisce un principio fondamentale della procedura penale, volto a scoraggiare impugnazioni dilatorie o manifestamente infondate.

Il caso in esame

La vicenda processuale ha origine dal ricorso presentato da un individuo avverso una sentenza emessa dalla Corte d’Appello in data 2 luglio 2024. Il ricorrente ha impugnato tale decisione dinanzi alla Suprema Corte di Cassazione, la quale è stata chiamata a valutare la sussistenza dei requisiti di legge per poter procedere a un esame nel merito della questione.

L’iter processuale davanti alla Cassazione

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione, dopo aver ricevuto il ricorso, ha fissato l’udienza per il 25 marzo 2025. In quella sede, ascoltata la relazione del Consigliere incaricato, il collegio ha proceduto alla valutazione preliminare dell’atto di impugnazione, senza entrare nel merito delle doglianze sollevate dal ricorrente.

La decisione della Corte sul ricorso inammissibile

Con la sua ordinanza, la Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile. Questa statuizione non significa che la Corte abbia dato torto o ragione al ricorrente nel merito delle sue argomentazioni, ma semplicemente che il ricorso non possedeva le caratteristiche tecniche e giuridiche necessarie per essere esaminato. La conseguenza di tale dichiarazione è stata duplice:

1. Condanna alle spese processuali: Il ricorrente è stato condannato a sostenere i costi relativi al procedimento di Cassazione.
2. Condanna al pagamento di una somma alla Cassa delle ammende: Oltre alle spese, è stata imposta una sanzione pecuniaria di quattromila euro da versare a favore della Cassa delle ammende.

Il principio applicato dalla Corte

La decisione si fonda su un principio consolidato, richiamato anche da precedenti giurisprudenziali. L’obiettivo è quello di sanzionare l’abuso dello strumento processuale, evitando che i gradi più alti della giustizia vengano oberati da ricorsi palesemente infondati o privi dei requisiti di legge, che sottraggono tempo e risorse all’esame di casi meritevoli di approfondimento.

Le motivazioni

Sebbene il testo dell’ordinanza sia sintetico, le motivazioni sottese alla decisione sono chiare. Il collegio ha rilevato che le condizioni per un esame nel merito non erano presenti. Un ricorso inammissibile è tale quando, ad esempio, i motivi addotti non sono consentiti dalla legge, l’atto è presentato fuori termine o manca di specificità. La Corte, nel dichiarare l’inammissibilità, applica una norma procedurale che non lascia margini di discrezionalità: alla declaratoria di inammissibilità segue, per legge, la condanna alle spese e alla sanzione pecuniaria, la cui entità è determinata dal giudice in base alla colpa del ricorrente e alla natura della causa.

Le conclusioni

Questa ordinanza conferma che la proposizione di un’impugnazione deve essere attentamente ponderata. Un ricorso inammissibile non solo non produce alcun risultato utile per il proponente, ma comporta anche conseguenze economiche significative. La condanna al pagamento di una somma, in questo caso di 4.000 euro, a favore della Cassa delle ammende serve come deterrente per evitare ricorsi avventati e per finanziare progetti volti al miglioramento del sistema penitenziario. Per i cittadini e i professionisti del diritto, questo provvedimento rappresenta un monito sull’importanza di redigere atti di impugnazione rigorosi e fondati su solidi argomenti giuridici, al fine di evitare esiti processuali sfavorevoli e onerose sanzioni.

Cosa succede quando un ricorso viene dichiarato inammissibile?
Quando un ricorso è dichiarato inammissibile, la parte che lo ha proposto viene condannata al pagamento delle spese processuali e di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende.

Qual è stata la conseguenza economica per il ricorrente in questo specifico caso?
In questo caso, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma di quattromila euro alla Cassa delle ammende.

Quale organo giurisdizionale ha emesso questa decisione?
La decisione è stata emessa dalla Corte di Cassazione, Settima Sezione Penale, che ha agito come giudice di legittimità.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati