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Ricorso inammissibile: condanna alle spese

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso presentato da un imputato contro una sentenza della Corte d’Appello di Roma. Il ricorso è stato ritenuto manifestamente infondato, in particolare riguardo al bilanciamento tra le circostanze attenuanti generiche e la recidiva contestata. A seguito della dichiarazione di ricorso inammissibile, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria di tremila euro a favore della Cassa delle ammende.

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Pubblicato il 25 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Conseguenze e Condanna alle Spese Processuali

L’ordinanza in esame della Corte di Cassazione offre un chiaro esempio delle conseguenze di un ricorso inammissibile. Quando un’impugnazione viene giudicata priva dei requisiti di legge, non solo non viene esaminata nel merito, ma comporta anche specifiche sanzioni economiche per chi l’ha proposta. Questo provvedimento sottolinea l’importanza di formulare ricorsi basati su motivi solidi e giuridicamente pertinenti.

Il Caso in Analisi

Un soggetto aveva presentato ricorso alla Corte di Cassazione avverso una sentenza della Corte d’Appello di Roma. Il fulcro del ricorso verteva, tra le altre cose, sulla valutazione delle circostanze attenuanti generiche. La difesa sosteneva che queste attenuanti non fossero state adeguatamente valorizzate rispetto alla recidiva contestata all’imputato.

Il Giudizio di Equivalenza e il Ricorso Inammissibile

La Corte di Cassazione ha rigettato le argomentazioni della difesa, ritenendo che la Corte d’Appello avesse correttamente motivato la sua decisione. Nello specifico, i giudici di merito avevano operato un ‘giudizio di equivalenza’, decidendo che le attenuanti generiche e la recidiva si bilanciassero a vicenda, senza che le prime potessero prevalere e quindi determinare una riduzione di pena. Questa valutazione, secondo la Cassazione, era stata compiuta in modo adeguato, tenendo conto sia della natura della recidiva sia delle disposizioni dell’articolo 69, ultimo comma, del codice penale. Di conseguenza, il ricorso è stato giudicato manifestamente infondato e, pertanto, inammissibile.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Corte ha dichiarato l’inammissibilità del ricorso, confermando la decisione impugnata.

Le Motivazioni

La motivazione della Corte Suprema si fonda sulla constatazione che il giudice di secondo grado aveva fornito una spiegazione logica e coerente per il riconoscimento delle circostanze attenuanti generiche solo in termini di equivalenza con la recidiva. Non ravvisando vizi logici o violazioni di legge in tale ragionamento, la Corte ha concluso che il ricorso non poteva essere accolto.

Le Conclusioni

Le conseguenze pratiche di questa decisione sono dirette e significative per il ricorrente. La dichiarazione di ricorso inammissibile comporta automaticamente due sanzioni economiche: la condanna al pagamento delle spese processuali sostenute dallo Stato e il versamento di una somma, in questo caso fissata in tremila euro, in favore della Cassa delle ammende. L’ordinanza precisa inoltre che non vi è condanna al pagamento delle spese in favore della parte civile, semplicemente perché quest’ultima non ne aveva fatto richiesta.

Cosa significa quando un ricorso è dichiarato inammissibile?
Significa che il ricorso non può essere esaminato nel merito perché è privo dei requisiti richiesti dalla legge. In questo caso, è stato ritenuto manifestamente infondato.

Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso inammissibile?
Il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende, che nel caso specifico è stata quantificata in tremila euro.

Perché la Corte non ha ridotto la pena riconoscendo le attenuanti?
La Corte ha ritenuto che la decisione del giudice precedente di considerare le circostanze attenuanti equivalenti alla recidiva (e non prevalenti) fosse correttamente motivata, basandosi sulla natura della recidiva stessa e sulle disposizioni dell’art. 69 del codice penale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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