Ricorso inammissibile: la Cassazione conferma la condanna alle spese
Recentemente, la Corte di Cassazione, con un’ordinanza, ha affrontato un caso che evidenzia le gravi conseguenze di un ricorso inammissibile. Questa decisione, pur essendo di natura prettamente procedurale, offre spunti importanti sulle sanzioni previste per chi adisce la Suprema Corte senza che ne sussistano i presupposti di legge. Analizziamo insieme i dettagli di questa pronuncia per comprendere meglio le implicazioni pratiche.
I Fatti del Caso
La vicenda processuale ha origine dal ricorso presentato da due soggetti avverso una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Messina in data 15 gennaio 2025. I ricorrenti, cercando di ottenere una riforma della decisione a loro sfavorevole, si sono rivolti al massimo organo della giurisdizione italiana, la Corte di Cassazione.
Tuttavia, l’esito del giudizio di legittimità ha preso una piega diversa da quella sperata, concentrandosi non sul merito della questione, ma su un aspetto preliminare e dirimente: la validità stessa del ricorso.
La Decisione della Corte di Cassazione
Con l’ordinanza emessa il 6 giugno 2025, la Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione ha posto fine al percorso giudiziario dei due imputati. Il collegio, dopo aver ascoltato la relazione del Consigliere relatore, ha dichiarato i ricorsi proposti semplicemente inammissibili.
Questa statuizione ha impedito alla Corte di esaminare le censure mosse alla sentenza della Corte d’Appello. La dichiarazione di inammissibilità, infatti, blocca il processo sul nascere, senza alcuna valutazione sul fatto che i motivi di ricorso fossero fondati o meno. La conseguenza diretta è che la sentenza impugnata è diventata definitiva e non più contestabile.
Conseguenze economiche di un ricorso inammissibile
La decisione della Cassazione non si è limitata alla mera declaratoria di inammissibilità. I giudici hanno anche condannato i ricorrenti a sostenere delle conseguenze economiche significative:
1. Pagamento delle spese processuali: i ricorrenti sono stati obbligati a rimborsare tutti i costi relativi al procedimento dinanzi alla Corte di Cassazione.
2. Versamento alla cassa delle ammende: è stata disposta la condanna al pagamento di una somma pari a 3.000,00 euro in favore della cassa delle ammende. Si tratta di una sanzione pecuniaria che la legge prevede in caso di inammissibilità del ricorso, volta a scoraggiare impugnazioni dilatorie o palesemente infondate.
Le Motivazioni
Il documento in esame è un’ordinanza che riporta unicamente il dispositivo, ovvero la parte decisionale, senza esporre le specifiche ragioni giuridiche che hanno portato alla dichiarazione di inammissibilità. Generalmente, un ricorso in Cassazione può essere dichiarato inammissibile per diverse cause, come la tardività nella presentazione, la mancanza di motivi specifici previsti dalla legge (es. violazione di legge o vizio di motivazione), o la proposizione di censure che richiederebbero un riesame dei fatti, precluso in sede di legittimità. Sebbene non possiamo conoscere la motivazione esatta di questo caso, la decisione sottolinea l’importanza di un’attenta valutazione dei presupposti prima di intraprendere un’impugnazione così delicata.
Le Conclusioni
In conclusione, questa ordinanza della Corte di Cassazione serve da monito: la presentazione di un ricorso deve essere ponderata e basata su solidi presupposti giuridici. Un ricorso inammissibile non solo non porta ad alcun risultato utile per il ricorrente, ma comporta anche l’applicazione di sanzioni economiche rilevanti, rendendo la sentenza di secondo grado definitiva e aggravando la posizione economica di chi ha tentato, senza successo, l’ultima via di impugnazione. È fondamentale, quindi, affidarsi a una consulenza legale esperta per valutare la reale sussistenza dei requisiti per adire la Suprema Corte.
Qual è stata la decisione della Corte di Cassazione nel caso esaminato?
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibili i ricorsi presentati da due persone contro una sentenza della Corte d’Appello di Messina.
Cosa comporta per i ricorrenti la dichiarazione di inammissibilità del ricorso?
La dichiarazione di inammissibilità comporta due conseguenze principali: la sentenza impugnata diventa definitiva e i ricorrenti vengono condannati al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.
Perché i ricorrenti sono stati condannati a pagare una somma alla cassa delle ammende?
Sono stati condannati a versare 3.000,00 euro alla cassa delle ammende come sanzione prevista dalla legge per aver presentato un ricorso inammissibile, una misura volta a disincentivare impugnazioni non fondate o meramente dilatorie.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 25230 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 25230 Anno 2025
Presidente: COGNOME
Relatore: NOME COGNOME
Data Udienza: 06/06/2025
ORDINANZA
sui ricorsi proposti da: COGNOME nato a SANTA MARGHERITA DI BELICE il 09/02/1964
NOME COGNOME nato a PALERMO il 13/08/1993
avverso la sentenza del 15/01/2025 della CORTE APPELLO di MESSINA
dato avviso alle parti; udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME
7618/25
Ritenuto che i motivi di ricorso dedotti da NOME e COGNOME NOME sono generici e riproduttivi delle stesse censure già adeguatamente valutate,
sollecitando una lettura alternativa delle risultanze probatorie non consentita in sede di legittimità, in difetto di vizi logici evidenti, concernendo la ricostruzione e
la valutazione del fatto, nonché l’apprezzamento del materiale probatorio, rispetto ad una sentenza che ha fornito congrua e adeguata motivazione, esente da vizi
logici, convergente con quella del Tribunale, dando conto delle ragioni per le quali ha ravvisato l’attendibilità della persona offesa;
art. 616 c.p.p. la condanna ritenuto che dalla inammissibilità del ricorso deriva
ex dei ricorrenti al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della
cassa delle ammende che, in ragione delle questioni dedotte, si stima equo determinare in euro 3000,00.
P.Q.M.
Dichiara inammissibili i ricorsi e condanna i ricorrenti al pagamento delle spese processuali e della somma di euro 3000,00 in favore della cassa delle ammende.
Così deciso il 6 giugno 2025
Il Consi GLYPH re estensore
Il Presidente