Ricorso Inammissibile in Cassazione: Cosa Significa e Quali Sono le Conseguenze?
Presentare un ricorso alla Corte di Cassazione rappresenta l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento, ma non tutte le impugnazioni vengono esaminate nel merito. Un esito frequente è la dichiarazione di ricorso inammissibile, che comporta conseguenze significative per il ricorrente. Analizziamo un’ordinanza della Suprema Corte che illustra perfettamente questo scenario, evidenziando le sanzioni economiche che ne derivano.
I Fatti del Caso
Il caso in esame ha origine da un ricorso presentato da un imputato contro una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Palermo in data 11 settembre 2024. Insoddisfatto della decisione di secondo grado, l’imputato ha deciso di adire la Corte di Cassazione, cercando di ottenere l’annullamento della pronuncia a suo carico.
La Decisione della Corte di Cassazione
La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione, con ordinanza del 14 aprile 2025, ha posto fine al percorso giudiziario del ricorrente. Sebbene il documento non contenga la formula esplicita ‘dichiara inammissibile’, la decisione è inequivocabile. La Corte ha infatti condannato il ricorrente al pagamento della somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende. Questa statuizione è una conseguenza diretta e tipica della declaratoria di inammissibilità del ricorso, sancendo di fatto la fine del processo e la definitività della sentenza impugnata.
Le motivazioni: Perché un ricorso inammissibile?
L’ordinanza in esame non entra nel dettaglio delle specifiche ragioni che hanno portato alla decisione, ma possiamo delineare le cause generali che conducono a un ricorso inammissibile in sede di legittimità. La Corte di Cassazione non è un terzo grado di merito, ma un giudice di legittimità, il cui compito è verificare la corretta applicazione della legge e la coerenza logica della motivazione della sentenza impugnata. Un ricorso può essere dichiarato inammissibile per diverse ragioni, tra cui:
* Mancanza dei motivi specifici: Il ricorso non indica chiaramente quali norme di legge sarebbero state violate o quali vizi logici affliggerebbero la motivazione.
* Proposizione di censure di merito: Il ricorrente tenta di ottenere una nuova valutazione dei fatti o delle prove, compito che spetta esclusivamente ai giudici di primo e secondo grado.
* Presentazione fuori termine: Il ricorso è stato depositato oltre i termini perentori stabiliti dalla legge.
* Mancanza di interesse: Il ricorrente non ha un interesse concreto e attuale all’impugnazione.
L’esito del caso in commento si inserisce in questa cornice, confermando che l’accesso alla Suprema Corte è subordinato al rispetto di rigorosi requisiti formali e sostanziali.
Le conclusioni: Le Implicazioni Pratiche del Provvedimento
La declaratoria di inammissibilità ha due conseguenze principali. La prima è che la sentenza impugnata diventa definitiva e irrevocabile, con tutte le relative conseguenze (ad esempio, l’esecuzione della pena). La seconda è di natura economica: la condanna al pagamento di una somma in favore della Cassa delle ammende. Questa sanzione pecuniaria non ha natura risarcitoria, ma serve a sanzionare l’abuso dello strumento processuale e a scoraggiare la presentazione di ricorsi palesemente infondati o dilatori, contribuendo al contempo a finanziare progetti di recupero e reinserimento sociale per i condannati.
Cosa succede quando la Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile?
La sentenza impugnata diventa definitiva e irrevocabile, e il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.
Perché il ricorrente è stato condannato a pagare una somma alla Cassa delle ammende?
Si tratta di una sanzione processuale prevista dalla legge per i casi di ricorso inammissibile. Ha lo scopo di disincentivare impugnazioni infondate o dilatorie che gravano sul sistema giudiziario.
A cosa serve la Cassa delle ammende?
È un ente statale che finanzia programmi e interventi volti al reinserimento sociale delle persone condannate e al miglioramento delle condizioni carcerarie, utilizzando i fondi raccolti tramite sanzioni come quella applicata in questo caso.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 19175 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 19175 Anno 2025
Presidente: COGNOME
Relatore: COGNOME
Data Udienza: 14/04/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da: NOME nato a LUCCA SICULA il 30/01/1956
avverso la sentenza del 11/09/2024 della CORTE APPELLO di PALERMO
dato avviso alle parti; udita la relazione svolta dal Consigliere COGNOME;
OSSERVA
letto il ricorso proposto nell’interesse di NOME COGNOME avverso la sentenza in epigrafe;
esaminati gli atti e il provvedimento impugnato;
ritenuto che il ricorso è inammissibile perché deduce motivi meramente riproduttivi di profi di censura, in ordine al giudizio di responsabilità ed al diniego della causa di non punibilità d
all’art. 131-bis cod. pen., già adeguatamente vagliati e disattesi con corretti argomenti giuri dalla sentenza impugnata (si vedano le pagine da 1 a 3 della motivazione);
ritenuto che all’inammissibilità del ricorso consegue la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila da versare in favore della cassa delle
ammende, non potendosi ritenere che lo stesso abbia proposto il ricorso senza versare in colpa nella determinazione della causa di inammissibilità (Corte cost. n. 186 del 2000).
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso il 14 aprile 2025
Il Consigliere estensore
Il Presid COGNOME e