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Ricorso inammissibile: condanna a spese e sanzione

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 19897/2025, ha dichiarato un ricorso inammissibile proposto contro una sentenza della Corte d’Appello di Bari. A causa dell’evidente infondatezza dell’impugnazione, la ricorrente è stata condannata non solo al pagamento delle spese processuali, ma anche a versare una sanzione di 3.000 euro alla Cassa delle ammende, evidenziando la colpa grave nel proporre un ricorso palesemente destinato al fallimento.

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Pubblicato il 5 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Quando l’Appello Costa Caro

Presentare un’impugnazione è un diritto fondamentale, ma esercitarlo con negligenza può avere conseguenze economiche significative. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ci ricorda che un ricorso inammissibile non solo viene respinto, ma può comportare una condanna al pagamento di una sanzione pecuniaria. Questo principio mira a scoraggiare impugnazioni pretestuose o palesemente infondate, che appesantiscono inutilmente il sistema giudiziario.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine da un ricorso presentato alla Corte di Cassazione contro una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Bari. La parte ricorrente, insoddisfatta della decisione di secondo grado, ha scelto di adire la Suprema Corte per ottenere una revisione del giudizio. Tuttavia, il percorso dell’impugnazione si è interrotto bruscamente di fronte alla valutazione preliminare dei giudici di legittimità.

La Decisione della Corte: Focus sul Ricorso Inammissibile

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione ha esaminato il ricorso e lo ha dichiarato inammissibile. Questa decisione non entra nel merito della questione, ma si ferma a un livello precedente: la verifica dei presupposti formali e sostanziali richiesti dalla legge per poter accedere al giudizio di Cassazione. Quando questi requisiti mancano, il ricorso viene bloccato sul nascere.

Di conseguenza, la Corte ha applicato l’articolo 616 del Codice di Procedura Penale, che stabilisce le conseguenze di tale pronuncia. La ricorrente è stata condannata al pagamento delle spese del procedimento.

Le Motivazioni: la Colpa nell’Impugnazione e la Sanzione

La parte più significativa della decisione risiede nella motivazione che ha portato non solo alla condanna alle spese, ma anche all’irrogazione di una sanzione pecuniaria di tremila euro a favore della Cassa delle ammende. I giudici hanno ravvisato “profili di colpa” nella proposizione del ricorso, dovuti all'”evidente inammissibilità dell’impugnazione”.

In altre parole, la Corte ha ritenuto che la parte ricorrente (e i suoi legali) avrebbe dovuto essere consapevole della manifesta infondatezza del ricorso. Proporre un’impugnazione senza speranza di accoglimento costituisce una condotta colposa che merita una sanzione. Questo approccio è supportato da consolidata giurisprudenza, sia della Corte Costituzionale che della stessa Cassazione, che mira a responsabilizzare le parti processuali e a deflazionare il contenzioso di legittimità, riservandolo a questioni di reale importanza giuridica.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche

L’ordinanza in esame ribadisce un principio fondamentale: l’accesso alla giustizia deve essere esercitato con responsabilità. Un’impugnazione non è un tentativo da fare a cuor leggero. Prima di presentare un ricorso, specialmente in Cassazione, è cruciale una valutazione approfondita e rigorosa delle sue possibilità di successo. Se un ricorso viene giudicato palesemente infondato o privo dei requisiti di legge, il rischio non è solo quello di vedere confermata la decisione precedente, ma anche di subire una condanna economica aggiuntiva che può essere anche molto onerosa. Questa decisione serve da monito: la giustizia non è un gioco d’azzardo e le azioni legali palesemente dilatorie o pretestuose vengono sanzionate.

Cosa succede quando un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
La parte che ha proposto il ricorso viene condannata al pagamento delle spese processuali.

Perché, oltre alle spese, la ricorrente è stata condannata a pagare una sanzione?
Perché la Corte ha ritenuto che il ricorso fosse così palesemente infondato da configurare una colpa nella sua presentazione. L'”evidente inammissibilità” giustifica l’applicazione di una sanzione pecuniaria ai sensi dell’art. 616 c.p.p.

A chi viene versata la somma della sanzione pecuniaria?
La somma, in questo caso pari a tremila euro, deve essere versata in favore della Cassa delle ammende, un ente che finanzia progetti per il sistema penitenziario.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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