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Ricorso inammissibile: condanna a spese e sanzione

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile avverso un’ordinanza del Tribunale di Sorveglianza. La decisione comporta per il ricorrente la condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria di tremila euro a favore della Cassa delle ammende, evidenziando le conseguenze negative della presentazione di un gravame privo dei requisiti di legge.

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Pubblicato il 27 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Quando l’Appello Costa Caro

Presentare un’impugnazione in un procedimento penale è un diritto fondamentale, ma va esercitato nel rispetto di precise regole procedurali. Un recente provvedimento della Corte di Cassazione ci ricorda quali sono le conseguenze di un ricorso inammissibile, che non solo viene respinto senza un esame nel merito, ma comporta anche significative sanzioni economiche. Vediamo nel dettaglio la decisione e le sue implicazioni pratiche.

I Fatti del Caso

Un soggetto, condannato in precedenza, presentava ricorso alla Suprema Corte di Cassazione avverso un’ordinanza emessa dal Tribunale di Sorveglianza di Napoli in data 10 febbraio 2025. Il ricorso era volto a contestare il provvedimento dell’autorità giudiziaria di sorveglianza, che si occupa della fase esecutiva della pena. La Corte di Cassazione, tuttavia, non è entrata nel merito delle questioni sollevate dal ricorrente.

La Decisione della Corte: il Ricorso Inammissibile

Con l’ordinanza in esame, la Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile. Questa declaratoria impedisce ai giudici di valutare la fondatezza delle argomentazioni difensive. Invece di analizzare se il ricorrente avesse o meno ragione, la Corte si è fermata a un controllo preliminare, riscontrando la mancanza dei requisiti necessari per procedere oltre.

La conseguenza diretta di tale decisione è stata duplice e severa per il ricorrente:

1. Condanna al pagamento delle spese processuali: i costi relativi al procedimento dinanzi alla Cassazione sono stati posti interamente a suo carico.
2. Condanna al pagamento di una sanzione pecuniaria: è stata inflitta una sanzione di 3.000 euro da versare alla Cassa delle ammende.

Le Motivazioni

La Corte ha motivato la condanna alla sanzione pecuniaria sulla base del principio, consolidato dalla giurisprudenza della Corte Costituzionale (sentenza n. 186 del 2000), secondo cui la proposizione di un ricorso inammissibile è indice di colpa. In altre parole, non potendo escludere profili di negligenza o imprudenza nella presentazione di un atto non conforme alle norme, si giustifica l’applicazione di una sanzione economica. Tale meccanismo ha lo scopo di disincentivare impugnazioni dilatorie o palesemente infondate, che sovraccaricano inutilmente il sistema giudiziario. La sanzione, ritenuta equa nella misura di tremila euro, va a finanziare la Cassa delle ammende, un fondo destinato a progetti di miglioramento del sistema penitenziario.

Le Conclusioni

Questa ordinanza ribadisce un principio cruciale della procedura penale: l’impugnazione è uno strumento serio che richiede competenza tecnica e rispetto delle forme. La declaratoria di ricorso inammissibile non è una semplice sconfitta processuale, ma un esito che comporta conseguenze economiche dirette per chi lo propone. Per i cittadini e i loro difensori, ciò sottolinea l’importanza di una valutazione attenta e scrupolosa prima di adire la Corte di Cassazione, assicurandosi che il ricorso sia fondato non solo nel merito, ma anche e soprattutto nei suoi presupposti procedurali, per evitare di incorrere in inutili e costose sanzioni.

Cosa significa quando un ricorso viene dichiarato ‘inammissibile’?
Significa che il giudice lo respinge per motivi procedurali o formali (ad esempio, perché presentato fuori termine o senza i motivi specifici richiesti dalla legge), senza esaminare le ragioni di merito dell’impugnazione.

Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso inammissibile?
Come stabilito in questa ordinanza, la persona che ha presentato il ricorso inammissibile viene condannata a pagare sia le spese del processo sia una sanzione pecuniaria, in questo caso di 3.000 euro, a favore della Cassa delle ammende.

Perché viene imposta una sanzione oltre al pagamento delle spese?
La sanzione viene imposta perché la legge presume che la presentazione di un ricorso inammissibile derivi da una colpa del ricorrente. Serve come deterrente per evitare impugnazioni presentate con negligenza o per scopi puramente dilatori, che gravano sul sistema giudiziario.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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