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Ricorso inammissibile: condanna a spese e sanzione

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile avverso una sentenza della Corte d’Appello. A causa della manifesta infondatezza dell’impugnazione, la ricorrente è stata condannata non solo al pagamento delle spese processuali, ma anche a versare una sanzione di tremila euro alla Cassa delle ammende, evidenziando le gravi conseguenze economiche di un’azione legale temeraria.

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Pubblicato il 27 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso inammissibile: la Cassazione condanna a spese e sanzione

Presentare un’impugnazione è un diritto, ma quando questa si rivela palesemente infondata, le conseguenze possono essere severe. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito questo principio, dichiarando un ricorso inammissibile e condannando la parte ricorrente al pagamento non solo delle spese processuali, ma anche di una consistente sanzione pecuniaria. Analizziamo insieme questa decisione per comprendere i rischi di un’azione legale avventata.

I Fatti del Caso

Una persona aveva presentato ricorso alla Corte di Cassazione contro una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Messina in data 7 febbraio 2025. L’obiettivo era ottenere l’annullamento o la riforma della decisione di secondo grado. Il caso è stato assegnato alla Settima Sezione Penale della Suprema Corte per la valutazione.

La Decisione della Corte di Cassazione

All’udienza del 23 aprile 2025, la Corte, dopo aver esaminato gli atti e sentito la relazione del Consigliere relatore, ha emesso un’ordinanza con una decisione netta e perentoria: il ricorso è stato dichiarato inammissibile. Questa declaratoria ha impedito ai giudici di entrare nel merito della questione, fermando il processo al suo stadio preliminare di valutazione. Ma le conseguenze per la parte ricorrente non si sono fermate qui.

Le Motivazioni: la colpa nel ricorso inammissibile

La Corte ha motivato la sua decisione basandosi sull’articolo 616 del codice di procedura penale. Secondo i giudici, il ricorso presentava profili di “evidente inammissibilità”, un vizio talmente palese da configurare una colpa in capo alla parte che lo ha proposto.

Questo concetto di colpa è fondamentale. Non si tratta di un semplice errore tecnico, ma di un’azione intrapresa senza la dovuta diligenza e serietà, quasi a livello di abuso del processo. Per sostenere questa tesi, la Corte ha richiamato importanti precedenti giurisprudenziali, tra cui una sentenza della Corte Costituzionale (n. 186/2000) e una della stessa Cassazione (n. 30247/2016), che legano la condanna al pagamento di una sanzione pecuniaria proprio alla colpa nell’aver promosso un’impugnazione manifestamente infondata. In pratica, la legge scoraggia i ricorsi temerari, che intasano inutilmente il sistema giudiziario.

Le Conclusioni: le conseguenze economiche

Le implicazioni pratiche di questa ordinanza sono significative. La ricorrente è stata condannata a due tipi di pagamenti:

1. Pagamento delle spese processuali: come di consueto per la parte soccombente.
2. Pagamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende: questa è una sanzione aggiuntiva, equamente determinata dalla Corte, che punisce specificamente la proposizione di un ricorso inammissibile e colposo.

Questa decisione serve da monito: il diritto di impugnazione deve essere esercitato con responsabilità. Un ricorso presentato senza solide basi giuridiche non solo è destinato al fallimento, ma espone chi lo propone a conseguenze economiche rilevanti, che vanno ben oltre il semplice rimborso delle spese legali.

Cosa succede quando un ricorso viene dichiarato inammissibile dalla Corte di Cassazione?
La parte che ha presentato il ricorso viene condannata al pagamento delle spese processuali. Se, come in questo caso, l’inammissibilità è ritenuta palese e frutto di colpa, viene aggiunta una sanzione pecuniaria da versare alla Cassa delle ammende.

A quanto ammonta la sanzione pecuniaria in questo specifico caso?
La Corte di Cassazione ha stabilito che la somma, ritenuta equa, da versare alla Cassa delle ammende è di tremila euro.

Su quale fondamento giuridico si basa la condanna alla sanzione aggiuntiva?
La condanna si basa sull’articolo 616 del codice di procedura penale, che prevede questa sanzione in caso di inammissibilità del ricorso. La Corte ha rafforzato la sua decisione citando sentenze della Corte Costituzionale e della stessa Cassazione che legano la sanzione alla colpa della parte nel presentare un’impugnazione evidentemente infondata.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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