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Ricorso inammissibile: condanna a spese e sanzione

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile avverso una sentenza della Corte d’Appello. La decisione sottolinea che un appello non fondato comporta per il ricorrente la condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria di tremila euro a favore della Cassa delle ammende.

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Pubblicato il 21 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Conseguenze e Sanzioni della Cassazione

Presentare un appello in Corte di Cassazione è l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento, ma non è un’opzione priva di rischi. Un’ordinanza recente ci offre uno spunto cruciale per comprendere le conseguenze di un ricorso inammissibile, evidenziando come una mossa processuale errata possa tradursi in significative sanzioni economiche per il proponente. Questo caso dimostra l’importanza di una valutazione attenta dei presupposti legali prima di adire la Suprema Corte.

I Fatti del Caso

La vicenda trae origine da un ricorso presentato da un individuo avverso una sentenza emessa da una Corte d’Appello in data 7 febbraio 2024. Il ricorrente, nato nel 1987, ha deciso di impugnare la decisione di secondo grado, portando la questione dinanzi alla Corte di Cassazione. Il procedimento si è svolto davanti alla settima sezione penale, con udienza fissata per il 21 febbraio 2025.

La Decisione della Corte: Focus sul Ricorso Inammissibile

Con un’ordinanza sintetica ma perentoria, la Corte di Cassazione ha stroncato le speranze del ricorrente. I giudici hanno dichiarato il ricorso inammissibile. Questa decisione non solo ha impedito un esame nel merito della questione, ma ha anche prodotto due conseguenze economiche dirette e onerose per l’individuo:

1. Condanna al pagamento delle spese processuali: il ricorrente è stato obbligato a farsi carico di tutti i costi legati al procedimento di Cassazione da lui avviato.
2. Condanna al pagamento di una sanzione pecuniaria: oltre alle spese, la Corte ha inflitto una sanzione di tremila euro da versare alla Cassa delle ammende.

Questa doppia condanna serve da deterrente contro la presentazione di ricorsi palesemente infondati o non conformi ai requisiti di legge, che congestionano inutilmente il sistema giudiziario.

Le motivazioni

Sebbene il testo dell’ordinanza sia estremamente conciso, la dichiarazione di inammissibilità implica che il ricorso non superava il vaglio preliminare richiesto dalla legge per essere discusso. In sede di Cassazione (giudizio di legittimità), non è possibile contestare la ricostruzione dei fatti operata dai giudici di merito (primo e secondo grado), ma solo sollevare questioni relative a presunte violazioni di legge o vizi di motivazione della sentenza impugnata. È altamente probabile che il ricorso in esame tentasse di ottenere un nuovo giudizio sui fatti, una richiesta che esula dalle competenze della Suprema Corte. La decisione, pertanto, si fonda sull’applicazione rigorosa dei limiti procedurali dell’appello in Cassazione.

Le conclusioni

La pronuncia analizzata è un chiaro monito: l’accesso alla Corte di Cassazione è un rimedio straordinario, non una terza istanza di merito. Un ricorso inammissibile non è un esito neutro; comporta conseguenze economiche tangibili che aggravano la posizione del ricorrente. La condanna alle spese e alla sanzione a favore della Cassa delle ammende sottolinea la responsabilità di chi attiva un procedimento giudiziario senza validi presupposti legali. Questa ordinanza ribadisce la necessità di affidarsi a professionisti esperti per valutare attentamente le possibilità di successo di un ricorso, evitando così costi inutili e sanzioni severe.

Cosa significa quando un ricorso viene dichiarato inammissibile?
Significa che il ricorso non può essere esaminato nel merito dalla Corte perché non rispetta i requisiti procedurali o sostanziali previsti dalla legge. Di conseguenza, la richiesta viene respinta senza che i giudici entrino nel vivo della questione.

Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso inammissibile in questo caso?
Il ricorrente è stato condannato a sostenere due tipi di costi: il pagamento delle spese processuali relative al giudizio di Cassazione e il versamento di una sanzione pecuniaria di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

Perché la Corte ha condannato il ricorrente a pagare una sanzione oltre alle spese?
La sanzione pecuniaria in caso di inammissibilità del ricorso ha una funzione deterrente. Serve a scoraggiare la presentazione di appelli temerari, palesemente infondati o presentati per scopi puramente dilatori, che sovraccaricano il lavoro della Corte di Cassazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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