LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Ricorso inammissibile: condanna a spese e multa

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile avverso una sentenza di patteggiamento. La decisione comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria di 3.000 euro alla Cassa delle Ammende, poiché l’inammissibilità è stata attribuita a sua colpa.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 2 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile in Cassazione: Analisi di un’Ordinanza

L’ordinanza in esame offre un chiaro esempio delle conseguenze di un ricorso inammissibile presentato alla Corte di Cassazione. Comprendere i meccanismi procedurali e le sanzioni associate è fondamentale per chiunque si avvicini al mondo della giustizia penale. Questo provvedimento sottolinea come un’impugnazione, se non fondata su validi motivi di diritto, non solo viene respinta, ma comporta anche significative conseguenze economiche per chi la propone.

I Fatti del Caso

Un soggetto, condannato con una sentenza emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Varese a seguito di richiesta di applicazione della pena (comunemente noto come ‘patteggiamento’), ha deciso di impugnare tale decisione presentando ricorso alla Corte di Cassazione. Il ricorso è stato quindi esaminato dalla Suprema Corte per valutarne, prima di tutto, l’ammissibilità.

La Decisione sul Ricorso Inammissibile

La Corte di Cassazione, dopo aver analizzato il caso, ha emesso un’ordinanza con una decisione netta: il ricorso è stato dichiarato inammissibile. Questa declaratoria non entra nel merito delle questioni sollevate dal ricorrente, ma si ferma a un livello preliminare, stabilendo che l’impugnazione non possedeva i requisiti per essere giudicata.
La conseguenza diretta di tale decisione, come previsto dalla legge, è stata duplice:
1. Condanna al pagamento delle spese processuali: Il ricorrente è stato obbligato a farsi carico dei costi del procedimento.
2. Condanna al pagamento di una somma in favore della Cassa delle ammende: È stata inflitta un’ulteriore sanzione pecuniaria, fissata equitativamente in 3.000 euro.

Le Motivazioni

La Corte ha basato la sua decisione sull’articolo 616 del Codice di Procedura Penale. Questa norma stabilisce che, quando un ricorso viene dichiarato inammissibile, il ricorrente deve essere condannato al pagamento delle spese e di una somma a favore della Cassa delle ammende. La Corte ha specificato che tale sanzione è giustificata dal fatto che l’inammissibilità può essere attribuita a ‘colpa del ricorrente’.
Richiamando una storica sentenza della Corte Costituzionale (n. 186 del 2000), i giudici hanno ribadito che la condanna pecuniaria non è automatica, ma consegue quando l’impugnazione è presentata senza la necessaria diligenza e valutazione dei presupposti di legge. Nel caso di specie, impugnare una sentenza di patteggiamento, i cui motivi di ricorso sono estremamente limitati dalla legge, è stato evidentemente ritenuto un atto negligente, tale da giustificare l’applicazione della sanzione.

Le Conclusioni

Questa ordinanza serve da monito: la presentazione di un ricorso in Cassazione è un atto che richiede un’attenta e rigorosa valutazione legale. Proporre un ricorso inammissibile, specialmente contro sentenze come quelle di patteggiamento, non è una strategia priva di rischi. Oltre alla delusione per il mancato accoglimento, il ricorrente si espone a conseguenze economiche concrete e talvolta onerose. La decisione evidenzia l’importanza di affidarsi a una difesa tecnica competente che possa valutare realisticamente le possibilità di successo di un’impugnazione, evitando così di incorrere in sanzioni che aggravano ulteriormente la posizione processuale.

Cosa succede quando un ricorso penale viene dichiarato inammissibile?
Quando un ricorso è dichiarato inammissibile, il ricorrente viene condannato a pagare le spese del procedimento e una somma di denaro, in questo caso fissata in 3.000 euro, in favore della Cassa delle ammende.

Perché il ricorrente deve pagare una somma alla Cassa delle ammende?
Il pagamento è previsto dall’art. 616 del Codice di Procedura Penale e viene disposto quando l’inammissibilità del ricorso è attribuibile a colpa del ricorrente, ovvero quando l’impugnazione è stata proposta senza la necessaria diligenza o senza validi presupposti legali.

Qual era l’oggetto del ricorso dichiarato inammissibile?
Il ricorso era stato proposto contro una sentenza di applicazione della pena su richiesta (patteggiamento), un tipo di decisione per cui la legge prevede motivi di impugnazione molto limitati, rendendo più elevato il rischio che un ricorso venga ritenuto inammissibile.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati