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Ricorso inammissibile: condanna a spese e multa

La Corte di Cassazione, con ordinanza del 12/03/2025, ha dichiarato un ricorso inammissibile avverso una sentenza della Corte d’Appello. A causa dell’evidente infondatezza dell’impugnazione, il ricorrente è stato condannato non solo al pagamento delle spese processuali, ma anche al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende, sottolineando la presenza di colpa nel proporre un ricorso senza speranza.

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Pubblicato il 28 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Le Conseguenze Economiche per Chi Impugna

Presentare un ricorso inammissibile davanti alla Corte di Cassazione non è una mossa priva di conseguenze. Oltre alla delusione per la mancata revisione del caso, si possono affrontare significative sanzioni economiche. Un’ordinanza recente della Suprema Corte ci ricorda che la giustizia ha un costo, specialmente quando le sue risorse vengono impegnate con impugnazioni evidentemente infondate.

I Fatti del Caso: un Appello Senza Speranza

Il caso trae origine da un ricorso presentato alla Corte di Cassazione contro una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Trieste. L’imputato, tramite il suo difensore, ha cercato di ottenere l’annullamento della decisione di secondo grado, portando le sue ragioni davanti ai giudici di legittimità.

Tuttavia, il percorso dell’impugnazione si è interrotto bruscamente. La Suprema Corte, dopo aver esaminato gli atti, ha concluso per la palese assenza dei presupposti necessari per procedere a un esame di merito.

La Decisione della Corte sul ricorso inammissibile

Con l’ordinanza del 12 marzo 2025, la Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile. Questa decisione, però, non si è limitata a chiudere il caso. In applicazione dell’articolo 616 del codice di procedura penale, la Corte ha inflitto al ricorrente due distinte condanne economiche:

1. Pagamento delle spese processuali: una conseguenza standard per la parte la cui impugnazione viene respinta.
2. Versamento di tremila euro alla Cassa delle ammende: una sanzione aggiuntiva, non automatica, che scatta in presenza di determinate condizioni.

Questa seconda condanna è il cuore della decisione e merita un approfondimento specifico.

Le Motivazioni: La Colpa nell’Abusare dello Strumento Processuale

La Corte non si è limitata a constatare l’inammissibilità, ma ha specificato che questa era ‘evidente’. Questo aggettivo è cruciale: significa che l’impugnazione era così palesemente priva di fondamento che non avrebbe dovuto essere presentata. Secondo la giurisprudenza consolidata, citata nell’ordinanza (in particolare la sentenza della Corte Costituzionale n. 186/2000), presentare un ricorso del genere configura ‘profili di colpa’ a carico del ricorrente.

In pratica, si sanziona la negligenza o l’imprudenza nel tentare una via legale senza alcuna concreta possibilità di successo, causando un inutile dispendio di tempo e risorse per il sistema giudiziario. La sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende non ha quindi una funzione punitiva per il reato originario, ma serve come deterrente contro l’abuso dello strumento processuale. L’importo di tremila euro è stato ritenuto ‘equo’ dalla Corte in relazione alla gravità di tale colpa.

Conclusioni: Ponderare Bene Prima di Ricorrere in Cassazione

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale: il diritto di difesa e di impugnazione deve essere esercitato con responsabilità. Un ricorso inammissibile, specialmente se ‘evidente’, non è un errore senza conseguenze. La condanna al pagamento di una somma alla Cassa delle ammende è un monito per avvocati e assistiti: prima di adire la Corte di Cassazione, è indispensabile una valutazione rigorosa e onesta delle possibilità di accoglimento. Agire diversamente non solo porta a una sicura sconfitta processuale, ma espone anche a sanzioni economiche che possono essere considerevoli, trasformando un tentativo di difesa in un ulteriore danno patrimoniale.

Cosa succede quando un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Di norma, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese del procedimento. Se però l’inammissibilità è considerata ‘evidente’ e quindi dovuta a colpa, la Corte può anche imporre il pagamento di una sanzione pecuniaria alla Cassa delle ammende.

Perché il ricorrente è stato condannato a pagare 3.000 euro oltre alle spese?
La sanzione è stata applicata perché la Corte ha ravvisato ‘profili di colpa’ nella presentazione del ricorso. L’impugnazione era talmente priva di fondamento da risultare ‘evidentemente inammissibile’, e questo uso improprio dello strumento processuale viene sanzionato.

Qual è il fondamento normativo di questa sanzione?
La condanna si basa sull’articolo 616 del codice di procedura penale, che prevede la possibilità per la Corte di Cassazione di condannare il ricorrente, in caso di ricorso inammissibile per colpa, al pagamento di una somma a favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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