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Ricorso inammissibile: condanna a spese e multa

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile contro una sentenza del GIP. Di conseguenza, la ricorrente viene condannata al pagamento delle spese processuali e di una sanzione di 4.000 euro, in applicazione dell’art. 616 c.p.p., non essendo state ravvisate ragioni di esonero.

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Pubblicato il 28 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: le Conseguenze della Condanna alle Spese e alla Sanzione Pecuniaria

Presentare un ricorso in Cassazione è un diritto fondamentale, ma deve essere esercitato nel rispetto di precise regole procedurali. Un’ordinanza recente della Suprema Corte ci ricorda le gravi conseguenze economiche di un ricorso inammissibile, che comporta non solo la conferma della decisione impugnata, ma anche la condanna al pagamento delle spese processuali e di una cospicua sanzione pecuniaria. Questo principio, sancito dall’articolo 616 del codice di procedura penale, mira a scoraggiare impugnazioni presentate senza validi motivi giuridici.

Il Contesto del Caso Giudiziario

Il caso in esame trae origine dal ricorso presentato da un’imputata avverso una sentenza emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari (GIP) del Tribunale di Bologna. La ricorrente, tramite il suo legale, ha tentato di contestare la decisione di primo grado portando le proprie ragioni dinanzi alla Corte di Cassazione. Tuttavia, l’esito dell’impugnazione non è stato quello sperato, arenandosi di fronte a un ostacolo puramente procedurale.

La Decisione della Corte: Focus sul Ricorso Inammissibile

La Suprema Corte, dopo aver esaminato gli atti, ha dichiarato il ricorso inammissibile. Sebbene l’ordinanza non entri nel dettaglio dei motivi specifici di inammissibilità, richiama precedenti giurisprudenziali che sottolineano la necessità di indicare in modo tassativo e specifico i motivi di impugnazione. Questo significa che un ricorso non può limitarsi a una generica contestazione, ma deve articolare critiche precise e pertinenti rispetto ai vizi di legittimità previsti dalla legge. La mancanza di tali requisiti rende l’atto inidoneo a provocare un esame del merito da parte della Corte.

Le Motivazioni della Condanna Accessoria

La conseguenza diretta e quasi automatica della dichiarazione di inammissibilità è l’applicazione dell’articolo 616 del codice di procedura penale. La Corte ha motivato la condanna della ricorrente al pagamento delle spese del procedimento e di una sanzione pecuniaria di quattromila euro a favore della Cassa delle ammende. I giudici hanno specificato che non sono emerse ragioni di esonero che potessero giustificare una deroga a questa regola. La condanna, quindi, non deriva da una valutazione sulla colpevolezza della ricorrente nel merito della causa, ma scaturisce direttamente dalla presentazione di un’impugnazione priva dei requisiti minimi per essere esaminata.

Conclusioni e Implicazioni Pratiche

Questa pronuncia ribadisce un principio fondamentale per chiunque intenda adire la Corte di Cassazione: la redazione del ricorso richiede la massima perizia tecnica. Un ricorso inammissibile non solo non produce alcun risultato utile per il proponente, ma lo espone a conseguenze economiche significative. La sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende ha una duplice funzione: da un lato, sanzionare l’abuso dello strumento processuale e, dall’altro, finanziare progetti di recupero. Per gli avvocati e i loro assistiti, la lezione è chiara: prima di intraprendere la via del ricorso per cassazione, è indispensabile una rigorosa valutazione dei motivi, per assicurarsi che siano solidi, specifici e conformi alle prescrizioni di legge, evitando così costi aggiuntivi e una definitiva chiusura del procedimento.

Cosa succede quando un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Quando un ricorso è dichiarato inammissibile, la Corte non esamina il merito della questione. Di conseguenza, la parte che ha proposto il ricorso viene condannata al pagamento delle spese del procedimento e, come in questo caso, di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende.

A quanto ammonta la sanzione pecuniaria in questo caso specifico?
Nel caso esaminato dall’ordinanza, la sanzione pecuniaria a carico della ricorrente è stata fissata dalla Corte nella somma di quattromila euro.

La condanna alla sanzione pecuniaria è sempre automatica in caso di ricorso inammissibile?
Sì, secondo l’articolo 616 del codice di procedura penale, la condanna al pagamento delle spese e di una sanzione pecuniaria è una conseguenza legale dell’inammissibilità o del rigetto del ricorso, a meno che la Corte non ravvisi la sussistenza di eccezionali ragioni di esonero, che nel caso di specie non sono state individuate.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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