Ricorso Inammissibile: Le Conseguenze della Sconfitta in Cassazione
L’esito di un processo non è mai scontato, ma ci sono regole procedurali che, se non rispettate, possono portare a una conclusione netta e sfavorevole prima ancora di discutere il merito della questione. È quanto accaduto in un recente caso deciso dalla Corte di Cassazione con un’ordinanza che ha dichiarato un ricorso inammissibile, condannando il proponente a significative conseguenze economiche. Questo provvedimento ci offre l’occasione per analizzare cosa significa e cosa comporta una simile declaratoria.
Il Contesto del Caso Giudiziario
La vicenda trae origine da un ricorso presentato avverso una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Roma in data 4 giugno 2024. Il ricorrente, cercando di ottenere una riforma della decisione a lui sfavorevole, ha adito la Suprema Corte di Cassazione, l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento. Il procedimento è stato assegnato alla Settima Sezione Penale, che ha fissato l’udienza per la discussione del caso.
La Decisione della Corte e il ricorso inammissibile
All’esito dell’udienza, dopo aver sentito la relazione del Consigliere designato, la Corte di Cassazione ha emesso un’ordinanza dal contenuto tanto breve quanto perentorio: il ricorso è stato dichiarato inammissibile. Questa decisione non entra nel vivo delle argomentazioni difensive, ma si ferma a un livello precedente, quello del rispetto dei presupposti formali e sostanziali che la legge richiede per poter accedere al giudizio di legittimità. Un ricorso inammissibile è, in sostanza, un ricorso che non può essere esaminato nel merito.
Le Motivazioni
Il testo dell’ordinanza è estremamente sintetico e non esplicita le ragioni specifiche dell’inammissibilità. Tuttavia, la conseguenza diretta di tale declaratoria è prevista dalla legge. Quando un ricorso viene giudicato inammissibile, il ricorrente non solo vede la sua richiesta respinta, ma subisce anche due sanzioni pecuniarie. La prima è la condanna al pagamento delle spese processuali, ovvero i costi sostenuti dallo Stato per la gestione del procedimento. La seconda, più afflittiva, è il versamento di una somma di denaro, in questo caso quantificata in tremila euro, in favore della Cassa delle ammende. Questa sanzione ha una chiara finalità deterrente: scoraggiare la presentazione di ricorsi palesemente infondati o proposti senza il rispetto delle regole procedurali, che congestionano inutilmente il lavoro della Suprema Corte.
Le Conclusioni
La decisione in commento ribadisce un principio fondamentale della procedura penale: l’accesso alla Corte di Cassazione è un rimedio straordinario, soggetto a requisiti rigorosi. Un ricorso inammissibile non solo rende definitiva la sentenza impugnata, ma comporta anche conseguenze economiche rilevanti per il ricorrente. La condanna al pagamento di una sanzione alla Cassa delle ammende non è una semplice refusione di spese, ma una vera e propria pena pecuniaria processuale che sottolinea la gravità di aver attivato senza fondamento l’organo di vertice della giurisdizione. Questa ordinanza serve da monito sull’importanza di una valutazione attenta e professionale prima di intraprendere la via dell’impugnazione in Cassazione.
Cosa significa quando un ricorso viene dichiarato inammissibile dalla Corte di Cassazione?
Significa che la Corte non ha esaminato il merito delle questioni sollevate perché il ricorso non rispettava i requisiti procedurali o formali previsti dalla legge. Di conseguenza, la sentenza impugnata diventa definitiva.
Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso inammissibile?
Il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di denaro a titolo di sanzione pecuniaria in favore della Cassa delle ammende. In questo caso, la somma è stata fissata in tremila euro.
Perché il ricorrente deve pagare una somma alla Cassa delle ammende?
Questa sanzione ha una funzione deterrente, volta a scoraggiare la presentazione di ricorsi infondati, dilatori o che non rispettano le regole processuali, al fine di non sovraccaricare inutilmente il sistema giudiziario e, in particolare, la Corte di Cassazione.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 22702 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 22702 Anno 2025
Presidente: NOME COGNOME
Relatore: COGNOME
Data Udienza: 07/05/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
NOME nato a ROMA il 06/05/1965
avverso la sentenza del 04/06/2024 della CORTE APPELLO di ROMA
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
OSSERVA
1. Considerato che NOME COGNOME ricorre avverso la sentenza della Corte di
Appello di Roma, che ha confermato la sentenza del giudice di primo grado, con la quale l’imputato era stato ritenuto responsabile del delitto di tentato furto in
abitazione;
2. Considerato che il primo ed unico motivo di ricorso, con il quale il ricorrente denunzia vizi di motivazione in relazione alla determinazione della pena, è
assolutamente generico, perché privo dei requisiti prescritti dall’art. 581, comma 1, lett. c) cod. proc. pen. in quanto non indica gli elementi che sono alla base della
censura formulata, non consentendo al giudice dell’impugnazione di individuare i rilievi mossi ed esercitare il proprio sindacato;
3. Ritenuto, pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile, con condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro
tremila in favore della Cassa delle ammende;
P. Q. M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende. Così deciso il 7 maggio 2025
Il Consigliere estensore
Il Presidente