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Ricorso inammissibile: condanna a spese e ammenda

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile avverso una sentenza di un tribunale. A causa di questa decisione, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro alla Cassa delle ammende, non essendo stata riscontrata assenza di colpa nella proposizione del ricorso.

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Pubblicato il 23 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Le Conseguenze Economiche per il Ricorrente

Quando si decide di impugnare una sentenza, è fondamentale valutare attentamente i presupposti e le modalità del ricorso. Un’azione legale intrapresa senza i dovuti requisiti può portare a una dichiarazione di ricorso inammissibile, con conseguenze economiche significative per chi lo ha proposto. Un’ordinanza recente della Corte di Cassazione ce ne fornisce un chiaro esempio.

I Fatti del Caso

Il caso in esame ha origine dal ricorso presentato da un soggetto avverso una sentenza emessa dal Tribunale di Castrovillari in data 8 novembre 2021. L’individuo ha deciso di portare la questione di fronte alla Suprema Corte di Cassazione, cercando di ottenere una riforma della decisione di primo grado. Tuttavia, l’esito dell’impugnazione non è stato quello sperato.

La Decisione della Corte di Cassazione

Con ordinanza del 11 aprile 2025, la settima sezione penale della Corte di Cassazione ha posto fine al percorso giudiziario del ricorrente. I giudici di legittimità hanno dichiarato il ricorso inammissibile, chiudendo di fatto la porta a qualsiasi ulteriore discussione sul merito della questione. Ma la decisione non si è limitata a questo: ha comportato anche precise conseguenze economiche.

Le Motivazioni e la Condanna per il Ricorso Inammissibile

La Corte, nel motivare la sua decisione, ha richiamato principi consolidati in materia. Basandosi sull’articolo 616 del codice di procedura penale e sulla sentenza n. 186/2000 della Corte Costituzionale, ha stabilito che alla declaratoria di inammissibilità consegue l’onere per il ricorrente di sostenere le spese del procedimento.

Il punto cruciale della motivazione risiede nell’assenza di elementi che potessero far ritenere che il ricorrente avesse proposto il ricorso “senza versare in colpa nella determinazione della causa di inammissibilità”. In altre parole, la Corte ha ritenuto che l’errore o la carenza che ha reso il ricorso inammissibile fosse imputabile a una negligenza del ricorrente stesso.

Per questo motivo, oltre alla condanna al pagamento delle spese processuali, la Corte ha imposto al ricorrente il versamento di una somma, fissata in via equitativa, di tremila euro in favore della Cassa delle ammende. Questa sanzione ha lo scopo di scoraggiare la presentazione di ricorsi palesemente infondati o proceduralmente scorretti, che sovraccaricano inutilmente il sistema giudiziario.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale: l’accesso alla giustizia è un diritto, ma deve essere esercitato con responsabilità. La presentazione di un ricorso inammissibile non è un’azione priva di conseguenze. Al contrario, comporta un esborso economico certo e talvolta oneroso, che include non solo le spese del procedimento ma anche una sanzione pecuniaria a favore di un ente pubblico. La decisione sottolinea l’importanza di affidarsi a una consulenza legale esperta per valutare la reale fondatezza e la corretta forma di un’impugnazione, al fine di evitare esiti negativi sia dal punto di vista processuale che economico.

Cosa comporta la dichiarazione di inammissibilità di un ricorso in Cassazione?
La dichiarazione di inammissibilità impedisce alla Corte di esaminare il merito della questione. Inoltre, comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese del procedimento e di una somma in denaro alla Cassa delle ammende.

Perché il ricorrente è stato condannato a pagare una somma alla Cassa delle ammende?
Perché la Corte ha ritenuto che non vi fossero elementi per escludere la colpa del ricorrente nel determinare la causa di inammissibilità del ricorso. La condanna è una conseguenza prevista dall’art. 616 del codice di procedura penale in questi casi.

A quanto ammonta la somma che il ricorrente deve versare e come viene stabilita?
La somma è stata fissata in tremila euro. L’importo viene stabilito dalla Corte in via equitativa, cioè basandosi su un principio di giustizia e adeguatezza al caso specifico, piuttosto che su un calcolo rigido.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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