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Ricorso inammissibile: condanna a spese e ammenda

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile in quanto manifestamente infondato. Di conseguenza, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro alla cassa delle ammende, a causa della sua colpa nel determinare la causa di inammissibilità.

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Pubblicato il 5 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Le Conseguenze Economiche per il Ricorrente

Presentare un ricorso in Cassazione è un diritto, ma non è un’azione priva di conseguenze. Un recente provvedimento della Suprema Corte ci ricorda che un ricorso inammissibile, perché palesemente privo di fondamento, non solo viene respinto, ma comporta anche significative sanzioni economiche per chi lo ha proposto. Questa ordinanza evidenzia la responsabilità del ricorrente nel valutare attentamente le basi della propria impugnazione prima di adire la massima istanza giurisdizionale.

I Fatti del Caso

Un soggetto proponeva ricorso dinanzi alla Corte di Cassazione avverso un’ordinanza emessa in precedenza dal Tribunale di Spoleto. L’appello mirava a ottenere l’annullamento o la riforma di tale provvedimento. La Corte, dopo aver dato avviso alle parti e ascoltato la relazione del Consigliere designato, ha proceduto alla valutazione dei motivi di ricorso.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Corte Suprema ha emesso un’ordinanza con cui ha dichiarato il ricorso presentato semplicemente “inammissibile”. La decisione non è entrata nel merito delle questioni sollevate, ma si è fermata a una valutazione preliminare, sufficiente a decretarne l’infondatezza manifesta. Come diretta conseguenza di questa declaratoria, la Corte ha condannato il ricorrente al pagamento delle spese del procedimento e, in aggiunta, al versamento di una somma di tremila euro in favore della cassa delle ammende.

Le Motivazioni: Perché un Ricorso Inammissibile Comporta una Condanna Pecuniaria?

La Corte ha ritenuto che il ricorso fosse manifestamente infondato. Questa valutazione significa che i motivi addotti a sostegno dell’impugnazione erano talmente deboli e privi di pregio giuridico da non meritare neppure un esame approfondito. Secondo la procedura, alla declaratoria di inammissibilità di un ricorso segue automaticamente la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali.

Inoltre, la Corte ha applicato un’ulteriore sanzione: il versamento di una somma alla cassa delle ammende. Questa seconda condanna non è automatica, ma discende da una valutazione specifica del comportamento del ricorrente. I giudici hanno ritenuto che non vi fossero elementi per escludere la “colpa nella determinazione della causa di inammissibilità”. In altre parole, il ricorrente è stato considerato responsabile per aver intrapreso un’azione legale temeraria, impegnando inutilmente le risorse del sistema giudiziario con un’impugnazione che fin dall’inizio non aveva possibilità di successo. La somma di tremila euro è stata giudicata “congrua” in relazione alla gravità di tale colpa.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Decisione

Questa ordinanza funge da importante monito: impugnare un provvedimento giudiziario, specialmente dinanzi alla Corte di Cassazione, richiede un’attenta e seria valutazione preliminare. Presentare un ricorso inammissibile non comporta solo la sconfitta processuale, ma espone a concrete e talvolta onerose conseguenze economiche. La condanna alla cassa delle ammende ha una funzione sanzionatoria e deterrente, volta a scoraggiare la presentazione di ricorsi palesemente infondati che contribuiscono ad appesantire il carico di lavoro della giustizia. Pertanto, prima di intraprendere un’azione legale di questo tipo, è fondamentale avvalersi di una consulenza legale qualificata per valutare realisticamente le probabilità di successo ed evitare di incorrere in sanzioni per aver agito con colpa.

Cosa succede quando un ricorso viene dichiarato inammissibile dalla Corte di Cassazione?
Quando un ricorso è dichiarato inammissibile, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali.

È prevista un’ulteriore sanzione economica oltre al pagamento delle spese?
Sì. Se la Corte rileva una colpa del ricorrente nell’aver causato l’inammissibilità (ad esempio, proponendo un ricorso palesemente infondato), può condannarlo anche al pagamento di una somma di denaro in favore della cassa delle ammende.

A quanto ammontava la sanzione aggiuntiva in questo caso specifico?
Nel caso esaminato, la Corte ha condannato il ricorrente a versare la somma di tremila euro alla cassa delle ammende, ritenendola una cifra congrua.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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