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Ricorso inammissibile: condanna a spese e ammenda

La Corte di Cassazione, con ordinanza, ha dichiarato un ricorso inammissibile avverso una sentenza della Corte d’Appello. A seguito della decisione, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria in favore della Cassa delle ammende, poiché non è stata dimostrata l’assenza di colpa nella determinazione della causa di inammissibilità.

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Pubblicato il 3 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Quando l’Appello Costa Caro

Presentare un’impugnazione in Cassazione è un diritto fondamentale, ma non è un’azione priva di regole e conseguenze. Un’ordinanza recente della Suprema Corte ci ricorda che un ricorso inammissibile non solo non ottiene il risultato sperato, ma comporta anche significative sanzioni economiche. Questo articolo analizza il caso, spiegando perché un ricorso può essere dichiarato inammissibile e quali sono i costi per il ricorrente.

I Fatti del Caso

La vicenda nasce dal ricorso presentato da un imputato avverso una sentenza emessa da una Corte d’Appello. L’obiettivo del ricorrente era ottenere un riesame della sua posizione da parte della Corte di Cassazione, il più alto grado di giudizio in Italia. Tuttavia, il percorso dell’impugnazione si è interrotto prima ancora di entrare nel merito della questione.

La Decisione della Cassazione: Il Ricorso Inammissibile

La Corte di Cassazione, dopo aver esaminato gli atti, ha emesso un’ordinanza con cui ha dichiarato il ricorso inammissibile. Questa decisione significa che i giudici non hanno nemmeno valutato le ragioni di fondo del ricorso, perché questo mancava dei requisiti formali o sostanziali che la legge impone per poter essere esaminato. L’inammissibilità agisce come un filtro, impedendo che impugnazioni infondate o presentate in modo errato arrivino alla fase di discussione nel merito.

Le Motivazioni: Il Principio della Colpa nella Causa di Inammissibilità

La motivazione centrale della decisione si basa su un principio fondamentale: non è possibile ritenere che il ricorrente abbia proposto l’impugnazione senza colpa nel determinare la causa stessa dell’inammissibilità. La Corte, richiamando anche un precedente della Corte Costituzionale (sentenza n. 186 del 2000), sottolinea che chi presenta un ricorso ha l’onere di farlo nel rispetto delle norme procedurali.

Se l’inammissibilità deriva da errori, negligenze o dalla manifesta infondatezza dei motivi, si presume una colpa da parte del ricorrente. Di conseguenza, non solo il ricorso viene respinto, ma scattano anche delle sanzioni economiche per aver attivato inutilmente la macchina della giustizia suprema. Nel caso di specie, la Corte non ha ravvisato elementi per escludere tale colpa.

Le Conclusioni: Le Implicazioni Pratiche della Condanna

La dichiarazione di inammissibilità ha avuto due conseguenze economiche dirette per il ricorrente. In primo luogo, è stato condannato al pagamento delle spese processuali, ovvero i costi sostenuti dallo Stato per la gestione del suo ricorso. In secondo luogo, è stato condannato a versare una somma di tremila euro alla Cassa delle ammende. Questa sanzione pecuniaria ha una funzione dissuasiva, volta a scoraggiare la presentazione di ricorsi temerari o palesemente infondati. Questa ordinanza ribadisce l’importanza di affidarsi a professionisti competenti per la redazione delle impugnazioni, poiché un errore procedurale può precludere l’esame nel merito e comportare costi significativi.

Cosa significa quando un ricorso viene dichiarato ‘inammissibile’?
Significa che il ricorso non viene esaminato nel merito perché manca dei requisiti formali o sostanziali previsti dalla legge. È una decisione che blocca l’impugnazione sul nascere.

Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso inammissibile?
Come stabilito in questa ordinanza, la parte che ha proposto il ricorso inammissibile viene condannata al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di denaro, in questo caso tremila euro, in favore della Cassa delle ammende.

È sufficiente non essere d’accordo con una sentenza per poter presentare un ricorso efficace in Cassazione?
No. Sulla base di questa decisione, è chiaro che non basta presentare un ricorso. È necessario che questo sia fondato su motivi validi e redatto nel rispetto di tutte le norme procedurali, altrimenti si rischia una declaratoria di inammissibilità e le relative sanzioni economiche.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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