Ricorso Inammissibile: Le Conseguenze Decise dalla Cassazione
Una recente ordinanza della Corte di Cassazione sottolinea con chiarezza le severe conseguenze economiche derivanti dalla presentazione di un ricorso inammissibile. Con una decisione puramente processuale, la Suprema Corte ha chiuso la porta a un’istanza, condannando la parte ricorrente al pagamento non solo delle spese, ma anche di una consistente ammenda. Questo provvedimento serve da monito sull’importanza di rispettare scrupolosamente i requisiti formali e sostanziali previsti dalla legge per adire il giudice di legittimità.
L’Analisi del Caso Giudiziario
I fatti alla base della decisione sono semplici e lineari. Una persona, a seguito di una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Torino in data 12 giugno 2024, ha deciso di proporre ricorso per Cassazione. L’obiettivo era, presumibilmente, ottenere la riforma della decisione di secondo grado. Il caso è quindi giunto all’esame della Settima Sezione Penale della Suprema Corte.
La Decisione della Corte e le conseguenze del ricorso inammissibile
La Corte di Cassazione, riunitasi in udienza il 3 marzo 2025, ha emesso un’ordinanza dal contenuto tanto breve quanto perentorio. I giudici hanno dichiarato il ricorso “inammissibile”. Questa formula significa che la Corte non è entrata nel merito della questione, ovvero non ha valutato se le ragioni della ricorrente fossero fondate o meno. La sua analisi si è fermata a un livello precedente, quello della verifica dei presupposti necessari per poter esaminare il ricorso stesso. Evidentemente, tali presupposti sono stati ritenuti mancanti.
Di conseguenza, la Corte ha condannato la ricorrente al pagamento di due importi:
1. Le spese processuali sostenute dallo Stato.
2. La somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.
Le Motivazioni della Decisione
L’ordinanza in esame è un provvedimento di tipo “P.Q.M.” (Per Questi Motivi), che si limita a enunciare la decisione finale senza esporre un’analisi dettagliata delle ragioni giuridiche. La motivazione, in questi casi, è implicita nella stessa formula utilizzata. Dichiarare un ricorso inammissibile significa che l’atto introduttivo del giudizio era affetto da vizi che ne hanno precluso l’esame. Tali vizi possono essere di varia natura: dalla tardività della presentazione, alla genericità dei motivi, fino alla mancanza di uno dei requisiti specifici richiesti dal codice di procedura penale. La Corte, ravvisando uno di questi difetti, non ha potuto fare altro che applicare la sanzione processuale prevista dalla legge.
Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche
Questa decisione, pur nella sua concisione, offre importanti spunti di riflessione. In primo luogo, ribadisce che il ricorso per Cassazione è un rimedio straordinario, soggetto a regole procedurali rigorose. In secondo luogo, evidenzia il rischio economico concreto a cui si espone chi intraprende questa via senza una solida preparazione tecnica e una valutazione attenta dei presupposti di ammissibilità. La condanna al pagamento di una somma, oltre alle spese, non è solo una sanzione, ma anche un deterrente contro la presentazione di ricorsi esplorativi o palesemente infondati, che contribuiscono a congestionare il sistema giudiziario. Per i cittadini e i loro difensori, questa ordinanza è un chiaro promemoria: prima di adire la Suprema Corte, è fondamentale un’analisi meticolosa, pena la dichiarazione di ricorso inammissibile e le relative, onerose, conseguenze.
Cosa significa quando un ricorso è dichiarato ‘inammissibile’?
Significa che il ricorso non può essere esaminato nel merito dalla Corte perché manca dei requisiti formali o sostanziali previsti dalla legge. Il giudice non valuta se la richiesta sia giusta o sbagliata, ma si ferma a una valutazione preliminare sulla regolarità dell’atto.
Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso inammissibile in Cassazione?
Come stabilito in questa ordinanza, la parte che ha presentato il ricorso inammissibile viene condannata al pagamento delle spese processuali e di una somma pecuniaria, in questo caso di 3.000 euro, a favore della Cassa delle ammende.
La Corte di Cassazione ha esaminato il merito della questione?
No, sulla base di questa ordinanza, la Corte non ha esaminato il merito della vicenda. La dichiarazione di inammissibilità è una decisione di carattere procedurale che impedisce l’analisi del contenuto della richiesta avanzata dalla ricorrente.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 29760 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 29760 Anno 2025
Presidente: COGNOME
Relatore: COGNOME NOME COGNOME
Data Udienza: 03/03/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da: NOME nato a BIELLA il 02/10/1975
avverso la sentenza del 12/06/2024 della CORTE APPELLO di TORINO
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
visti gli atti e la sentenza impugnata;
esaminato il motivo di ricorso.
Il ricorso è inammissibile per manifesta infondatezza del motivo, non corrispondendo al vero quanto sostenuto dalla difesa in merito al fatto che la Corte
di appello non avrebbe fornito risposta alla deduzione difensiva relativa al fatto che l’imputata, allorchè vista all’esterno della propria abitazione, non venne
identificata correttamente.
A pag. 4 della sentenza impugnata si evidenzia, infatti, che, proprio per il fatto che l’operante aveva tenuto sotto controllo l’imputata fino al suo rientro a casa,
non potevano esserci incertezze in ordine alla corretta identificazione della stessa.
Rilevato, pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile con condanna della ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di
euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
P. Q. M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna la ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso il 3/03/2025.