LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Ricorso inammissibile: condanna a 3000€ di ammenda

La Corte di Cassazione, con un’ordinanza, ha dichiarato un ricorso inammissibile avverso una sentenza di un GIP. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione di 3.000 euro in favore della Cassa delle ammende, evidenziando le serie conseguenze economiche di un appello infondato.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 1 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Le Conseguenze Economiche di un Appello Infondato

L’esito di un processo penale non si conclude sempre con la sentenza di primo grado. Le parti hanno il diritto di impugnare la decisione, ma questo diritto deve essere esercitato correttamente. Un recente provvedimento della Corte di Cassazione ci offre lo spunto per analizzare le conseguenze di un ricorso inammissibile, che può trasformarsi in un costo significativo per chi lo propone.

Il caso in esame riguarda un’ordinanza con cui la Suprema Corte ha affrontato un ricorso presentato contro una sentenza emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari (GIP) del Tribunale di Fermo. L’esito è stato netto: una condanna al pagamento di una cospicua somma. Vediamo i dettagli.

I Fatti del Caso

Un imputato, a seguito di una sentenza emessa dal GIP del Tribunale di Fermo in data 12 dicembre 2024, decideva di presentare ricorso per Cassazione. Il ricorso è l’ultimo grado di giudizio, dove la Corte non riesamina i fatti, ma valuta esclusivamente la corretta applicazione della legge e la logicità della motivazione della sentenza impugnata.

La Corte di Cassazione, Settima Sezione Penale, ha esaminato il ricorso in camera di consiglio e ha emesso la sua decisione con un’ordinanza datata 14 aprile 2025.

La Decisione della Corte sul Ricorso Inammissibile

La Corte non è entrata nel merito delle questioni sollevate dal ricorrente. Il provvedimento, infatti, si conclude con la condanna del proponente del ricorso al pagamento delle spese processuali e, soprattutto, al versamento della somma di Euro 3.000,00 in favore della Cassa delle ammende.

Questa specifica condanna è un chiaro indicatore del fatto che il ricorso è stato giudicato inammissibile. L’inammissibilità è una sanzione processuale che impedisce al giudice di esaminare la fondatezza dell’impugnazione. Si verifica quando l’atto di appello non rispetta i requisiti formali e sostanziali previsti dalla legge.

Le Motivazioni

Sebbene l’ordinanza in esame sia estremamente sintetica e non espliciti le ragioni specifiche dell’inammissibilità, possiamo delineare le cause più comuni che portano a una simile decisione. Un ricorso inammissibile può essere tale per diverse ragioni, tra cui:

1. Mancanza dei motivi consentiti: Il ricorso per Cassazione può essere proposto solo per specifici vizi della sentenza (errori di diritto, vizi di motivazione), non per un generico dissenso sulla valutazione dei fatti.
2. Genericità dei motivi: I motivi di ricorso devono essere specifici e dettagliati, indicando con precisione le parti del provvedimento impugnato e le norme di legge che si ritengono violate.
3. Proposizione fuori termine: L’impugnazione deve essere presentata entro i termini perentori stabiliti dalla legge.
4. Manifesta infondatezza: Quando le argomentazioni sono palesemente prive di qualsiasi pregio giuridico, la Corte può dichiarare l’inammissibilità senza necessità di un’analisi approfondita.

La condanna al pagamento di una somma alla Cassa delle ammende ha una funzione sanzionatoria e dissuasiva, volta a scoraggiare la presentazione di ricorsi pretestuosi o dilatori che appesantiscono inutilmente il sistema giudiziario.

Le Conclusioni

La decisione della Suprema Corte ribadisce un principio fondamentale: il diritto di difesa e di impugnazione deve essere esercitato con serietà e competenza tecnica. Presentare un ricorso in Cassazione non è un’opzione da prendere alla leggera. Un ricorso inammissibile non solo non produce alcun risultato utile per il ricorrente, ma comporta anche conseguenze economiche dirette e significative. La sanzione di 3.000 euro serve da monito: l’accesso alla giustizia è un diritto, ma il suo abuso può avere un costo.

Cosa succede quando la Corte di Cassazione dichiara un ricorso penale inammissibile?
In base a questa ordinanza, quando un ricorso è dichiarato inammissibile, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese del procedimento e di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende, che in questo specifico caso è stata fissata in 3.000 euro.

Perché il ricorrente è stato condannato a pagare una multa?
La condanna a versare una somma alla Cassa delle ammende non è una multa per il reato, ma una sanzione processuale. Ha lo scopo di penalizzare l’abuso del diritto di impugnazione, scoraggiando la presentazione di ricorsi palesemente infondati, generici o dilatori che gravano sul sistema giudiziario.

L’ordinanza spiega i motivi specifici dell’inammissibilità del ricorso?
No, il testo dell’ordinanza è molto sintetico e riporta solo la decisione finale (la condanna al pagamento). Non entra nel dettaglio delle ragioni giuridiche che hanno portato la Corte a giudicare il ricorso inammissibile. Tali motivazioni sono solitamente contenute nel testo completo del provvedimento.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati