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Ricorso inammissibile Cassazione: spese e multa

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile avverso una sentenza della Corte d’Appello di Bari. A causa della colpa riscontrata nella proposizione dell’impugnazione, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione di 3.000 euro. La decisione sottolinea le conseguenze economiche di un ricorso inammissibile.

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Pubblicato il 4 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso inammissibile in Cassazione: le conseguenze economiche

Presentare un ricorso inammissibile davanti alla Corte di Cassazione non è una scelta priva di conseguenze. Oltre alla delusione per la mancata revisione del caso, si va incontro a precise sanzioni economiche. Una recente ordinanza della Suprema Corte lo conferma, condannando un ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una significativa somma a titolo di sanzione pecuniaria per aver intrapreso un’azione legale con profili di colpa.

I Fatti del Caso

La vicenda processuale trae origine da un ricorso presentato alla Corte di Cassazione contro una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Bari in data 27 giugno 2024. Il ricorrente, un individuo nato a Monopoli, ha cercato di ottenere l’annullamento della decisione di secondo grado. Tuttavia, l’iter del ricorso si è concluso prima ancora di entrare nel merito della questione.

La Decisione della Corte di Cassazione

Con un’ordinanza emessa il 28 marzo 2025, la Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione ha posto fine al procedimento in modo netto e definitivo. I giudici hanno dichiarato il ricorso “inammissibile”. Questa decisione non ha comportato un’analisi dei motivi di contestazione della sentenza d’appello, ma si è fermata a un vaglio preliminare che ha evidenziato vizi procedurali o di forma.

La conseguenza diretta di questa declaratoria è stata duplice:
1. La condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali.
2. La condanna al versamento della somma di euro 3.000,00 in favore della Cassa delle Ammende.

Le Motivazioni: la colpa nella proposizione del ricorso inammissibile

La Corte non si è limitata a una semplice declaratoria di inammissibilità. La motivazione alla base della sanzione pecuniaria risiede nel riconoscimento di “profili di colpa nella determinazione delle cause di inammissibilità”. Questo significa che, secondo i giudici, il ricorso è stato presentato in modo negligente, senza il rispetto delle norme procedurali o con argomentazioni palesemente infondate. La legge prevede che, in questi casi, la parte che ha avviato un’impugnazione temeraria o gravemente viziata debba subire una sanzione economica. Lo scopo di questa norma è duplice: da un lato, ristorare l’amministrazione della giustizia per il tempo e le risorse sprecate; dall’altro, disincentivare la presentazione di ricorsi palesemente infondati che sovraccaricano inutilmente il lavoro della Suprema Corte. La condanna non è automatica, ma consegue a una valutazione discrezionale del collegio giudicante, che in questo caso ha ritenuto sussistente la colpa del ricorrente.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale del nostro sistema giudiziario: l’accesso alla giustizia è un diritto, ma il suo esercizio deve essere responsabile. Chi intende presentare ricorso in Cassazione deve essere consapevole dei rischi, soprattutto economici, legati a un’eventuale inammissibilità. È cruciale affidarsi a un difensore esperto che possa valutare attentamente i presupposti e le reali possibilità di successo dell’impugnazione. Un’analisi legale superficiale o la decisione di procedere nonostante la palese infondatezza dei motivi può trasformare il tentativo di ottenere giustizia in un boomerang economico, con l’obbligo di pagare non solo le spese del procedimento, ma anche una pesante sanzione.

Cosa succede quando un ricorso penale in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Quando un ricorso viene dichiarato inammissibile, la Corte non esamina il merito della questione. Il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e, se la Corte ravvisa una colpa nella presentazione del ricorso, anche al pagamento di una somma di denaro in favore della Cassa delle Ammende.

Per quale motivo il ricorrente è stato condannato a pagare una sanzione di 3.000 euro?
La sanzione pecuniaria è stata inflitta perché la Corte ha riscontrato la sussistenza di “profili di colpa nella determinazione delle cause di inammissibilità”. Ciò indica che l’appello è stato ritenuto presentato in modo negligente o con motivi non validi, giustificando una sanzione per l’uso improprio dello strumento processuale.

Chi beneficia della somma versata alla Cassa delle Ammende?
La Cassa delle Ammende è un ente pubblico che utilizza i fondi raccolti da queste sanzioni per finanziare progetti volti al miglioramento delle condizioni delle carceri e al reinserimento sociale dei detenuti, come previsto dalla legge.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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